Il Gamberetto Vivo. Un'Esca Pregiata per la Pesca in Mare

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Che il gambero sia un’esca selettiva non è del tutto vero, però può rivelarsi una indispensabile alternativa, un vero specialista, soprattutto quando i pesci sono molto apatici e predano solo ed esclusivamente esche del tutto naturali.

Oppure, mentre quelli più piccoli si cibano d’altro, gli esemplari di taglia mangiano i gamberi, perché durante precisi momenti di marea, entrano in attività solo sul trasparente crostaceo, per vari motivi che nemmeno il più scaltro dei pescatori può capire.

Il più logico è quello che la corrente generata dalla marea fa sì che questi crostacei escano allo scoperto, per cibarsi di micro-organismi trasportati dall’acqua. Oppure, nei momenti di forte escursione di marea, il trasparente inganno rimane “vittima” della corrente che lo trasporta sul fondale, facendolo diventare una facile preda per tutte le specie ittiche presenti.

Il fatto è che con il gambero si vedono le mangiate, mentre con le altre esche passiamo a vuoto!

Se ancora non siete capitati in una situazione analoga, a quella appena descritta, imparate bene a pescare con il gambero, potrebbe salvarvi la giornata o la nottata di pesca.

Non dimentichiamoci mai, e questo lo diremo fino all’esaurimento, che ci stiamo confrontando con pesci selvatici e molto diffidenti, pesci dal comportamento lunatico, predatori, che entrano in azione solo in determinati momenti della giornata.

Il gambero riveste sicuramente un’importanza fondamentale per quanto concerne il panorama delle esche da impiegare in foce.

l gambero è sicuramente tra le più naturali in assoluto poiché presidia proprio foci e scogliere, restando nascosto tra gli anfratti, gli ostacoli sommersi e le tane che si formano tra gli scogli. Infatti, il gambero, al contrario di quanto pensano molti pescatori, viene apprezzato non solo dalle spigole, ma anche da mormore, orate, ombrine ed altri pesci che non stiamo ad elencare.

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Un’esca vincente sotto tutti i punti di vista quindi, però bisogna impiegarlo con il giusto criterio altrimenti rischiamo di non godere appieno delle sue potenzialità. La pesca con la bolognese è la più praticata, ed immediata.

L’importante è crederci, ma per quello vi basterà agganciare qualche bel pesce per lasciar perdere per un po’ di tempo le esche classiche che avete sempre usato. Concentriamoci soprattutto sulla giusta azione di pesca e sugli accorgimenti da adottare per una corretta strategia.

Attrezzatura in breve

Canna bolognese di sette metri ad azione strong armata con un mulinello caricato con dello 0.20, galleggianti di varie forme e grammature piombi ed ami per la realizzazione della lenza in base al posto di pesca che frequentate.

Di seguito troverete tutti gli schemi di lenze più idonei per far fronte a diverse situazioni di pesca.

Realizzare la lenza

Prendiamo in considerazione le tre situazioni più frequenti che si possono generare quando si pesca in foce o nei porti:

  • - Corrente sostenuta
  • - Acqua ferma o semi-ferma
  • - Pesca a distanza

Correnti sostenute 

Quando si generano delle correnti sostenute anche durante la fase di marea montante, si consiglia di impiegare galleggianti di grammatura idonei alla situazione.

Dopo aver passato il galleggiante sulla lenza madre dello 0.20, si inserisce una torpille che vada a coprire almeno il 60% del peso del galleggiante. Si monta una girella del n.16 dove andremo a legare il finale di almeno 70 cm. Un amo del n.6 completerà il tutto.

Sopra la girella sistemeremo i pallini distanti un cm l’uno dall’altro fino a tarare perfettamente il galleggiante.

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Acqua ferma

Il gambero è un’esca che tende ad affondare. Questi piccoli crostacei sostano sempre in prossimità del fondo, difficilmente li vedremo a mezz’acqua o staccati da esso, tranne che per cause di forza maggiore, tipo mareggiate o forti escursioni di marea, dove la corrente ed i giri d’acqua staccano i gamberi dal fondo portandoli in balia delle correnti.

Quindi quando si pesca in zone dove la corrente è quasi assente, dovremo pescare con lenze leggere, ottime quelle impiegate per la pesca con il bigattino, con la differenza di cambiare il diametro del finale lungo 100 cm che dovrà essere almeno di uno 0.18.

L’amo sempre un n.6 e la lenza madre rapportata al terminale.

Pesca a distanza 

Questo è il sistema migliore per pescare a distanza, sia in acqua corrente che ferma.

Si prende un galleggiante piombato di grammatura variabile secondo la distanza di pesca che vogliamo raggiungere. Per una perfetta azione di pesca si consiglia di non superare mai i 15/20 metri di distanza, soprattutto se c’è corrente, si rischia di perdere il controllo del galleggiante eseguendo una passata innaturale. Il terminale dovrà essere lungo almeno 120 cm.

Per quanto concerne la piombatura impiegheremo degli stick di piombo, quelli impiegati in torrente per la pesca alle trote, di misura variabile, i migliori sono quelli di 1.75 mm e 2.00 mm di piombo tenero.

La loro sistemazione verrà fatta in base alla corrente, se questa è leggera, faremo una piombatura più aperta rispetto a quando è forte, in questo caso raggrupperemo gli stick necessari a circa 120/150 cm dall’amo.

Misurare il fondo

Questa operazione non è mai stata fondamentale come nel caso odierno. Una corretta misurazione del fondo può diventare una “mappa” dettagliata dove passerà la nostra esca.

Questa operazione richiede precisione e tempo. Il consiglio è quello di iniziare a pescare magari con un po’ di ritardo, ma sondare bene il fondale per poi sapere dove andrà a passare l’esca.

La passata perfetta

Una volta eseguite tutte le operazioni di misurazione del fondo e aver tarato perfettamente il galleggiante, iniziamo a fare le prime passate con il gambero.

Se passeremo “lisci” senza attaccare mai il fondale, stiamo pescando male! In passata con questa esca, soprattutto quando la corrente è lieve dobbiamo far sì che il gambero si “aggrappi” al fondale di continuo, azione visibile con l’affondata lenta del galleggiante. Bisogna dare qualche cm in più al fondo iniziale, fino a che non si verificherà questa azione di pesca perfetta.

Quando il gambero si attacca al fondale, il galleggiante si ferma ed affonda lentamente, noi dovremo dare un piccolo colpetto di canna, staccarlo per poi proseguire la passata.

Sarà in quel preciso momento che talvolta vedremo l’abboccata del pesce che, se è nelle vicinanze del gambero e lo vede saltellare sul fondo, “scliccare” come si dice in gergo, non resisterà e l’attacco sarà fulmineo.

Un nodo particolare

Un’esca viva deve essere libera di muoversi, essere adescante. Un gambero innescato troppo vincolato nei movimenti è un’esca del tutto improduttiva.

Bisogna collegare l’amo al terminale non con un nodo classico, ma con un nodo particolare assai conosciuto dagli spinningofili che nel tempo hanno impiegato per collegare i minnow senza l’ausilio del moschettone, per donare all’artificiale movimenti molto naturali.

Il nodo Rapala è sicuramente il più indicato. La resistenza di questo nodo non ha paragoni. Questo nodo è consigliato per gli amanti degli ami ad occhiello.

Possiamo impiegare anche un semplice amo a paletta, il gambero, però avrà dei movimenti in po' meno naturali, soprattutto in acqua ferma.

Nodo Rapala: esecuzione

  • Eseguire un nodo semplice e far passare l’estremità attraverso l’occhiello dell’amo
  • Dopodiché si rientra all’interno dell’occhiello del nodo semplice creato in precedenza
  • Eseguire tre spire sulla lenza
  • Passare l’estremità della lenza prima nel nodo semplice
  • E poi attraverso l’asola creata in precedenza
  • Serrare e recidere l’eccedenza

L’innesco

Il gambero è un’esca delicata, pertanto lo dobbiamo innescare in un punto ben preciso, per non arrecargli troppi danni. Il sistema migliore è quello di passare l’amo poco sopra la coda in modo che si possa muovere liberamente e nel modo più naturale possibile.

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In passeggiata con Mr. Gambero

In tutti quei luoghi dove la sponda è libera da imbarcazioni e facilmente percorribile, la tecnica migliore per pescare in passata con il gambero è quella propriamente detta “ in passeggiata “.

Questo sistema di pesca consiste nel percorrere diversi metri di banchina a piedi, andando dietro al galleggiante che libero scende verso valle. Con questa tecnica possiamo sondare un’area più ampia, andando a cercare il pesce.

Pescando con il vivo dobbiamo affidarci alla pasturazione naturale che ci può offrire il corso d’acqua durante le varie fasi di marea.

Come reperirlo

A questo punto bisogna fare delle dovute considerazioni per evitare di prendere un verbale salato da parte delle autorità competenti della zona.

Evitate assolutamente di fare i gamberi lungo le banchine con l’ausilio del guadino e della lampada, questo è severamente vietato.

Il consiglio è quello di procurarvi un particolare retino detto “coppo” dove all’interno andremo ad inserire alcuni pezzi di sarda. Calate il tutto in acqua anche sotto banchina o vicino a qualche anfratto, i gamberi attirati dalle sarde cederanno e cadranno in inganno.

Conservazione

Un secchiello ed un ossigenatore è tutto quello che occorre per conservare i gamberi. Abbiate l’accortezza di cambiarle l’acqua con buona frequenza, poiché questo crostaceo bruciano molto ossigeno. Scegliete i gamberi di dimensione più grande in modo da fare almeno un po’ più di selezione.

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