Pesca alla Spigola in Foce nella Stagione Fredda

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Nel punto in cui il dolce del fiume bacia il mare si forma un mix perfetto per tutte le specie eurialine. In questo periodo, però, il pesce più insidiato dagli amanti della foce è la spigola, anche perché è la specie più presente nei periodi freddi.

Le piogge e le perturbazioni che hanno fatto abbassare la colonnina del barometro, hanno permesso al mare ed al fiume di creare le condizioni giuste per far accostare i pesci in cerca di cibo.

Grazie a tutto questo il novellame di anguilla ha imboccato il corso d'acqua dolce per risalirlo e giungere nelle zone prefissate da anni dalla Natura. Chi riuscirà a sopravvivere agli imprevisti naturali e a quelli dell’inquinamento che spesso altera i parametri di sopravvivenza diventerà anguilla adulta e porterà avanti questo ciclo naturale di vita.

Le spigole sono ghiotte del novellame di anguilla tanto da seguirle nella risalita senza alcuna tregua. Ricordiamo che non possiamo impiegare il novellame di anguilla poiché sotto la misura minima consentita che varia da Regione a Regione. E' il momento giusto per tentare la cattura degli esemplari più grossi.

Tutto cambia, tutto si rinnova compresa l'ossigenazione del liquido, ed ecco che puntuali arrivano le spigole. Un pesce bizzarro, lunatico ed affascinante colpisce da sempre l'animo dei pescatori di foce che passano momenti veramente intensi a “cacciare” questo pesce che proprio nel periodo invernale dà il meglio di sé.

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In questo articolo parleremo di una delle tecniche di pesca più impiegate per tentarne la cattura: la bolognese.

Sportiva, difficile ed accattivante la pesca con la bolognese vanta un gran numero di pescatori anche perché è la tecnica più immediata e dinamica dopo la pesca a spinning. Con la tecnica che andremo a descrivere non avremo bisogno di pasturazione preventiva, i bigattini bisogna lasciarli a casa, ora i pesci vanno in cerca di bocconi molto più calorici.

Coreano, tremolina e gamberi saranno gli inneschi a cui dedicheremo parte del nostro tempo, selezionando quelli migliori e più adatti al nostro scopo.

Pescheremo cercando il pesce andando a scandagliare i punti più propizi dove riteniamo stazionino le spigole in quel preciso momento, facendo sempre riferimento ai movimenti di marea, alle condizioni lunari e quelle meteorologiche.

La spigola è un pesce molto lunatico, sono stati scritti fiumi di inchiostro su questa specie regalando al pubblico tantissime teorie e scuole di pensiero, solo una parola accomuna questi scritti “lunaticità”.

E' proprio su questa parola che dobbiamo concentrare tutte le nostre forze per capire come, dove e quando entra in azione per “cacciare” questo pesce che ha abitudini ben diverse contraddistinte dai vari luoghi di pesca.

Attrezzatura

Pescheremo con esche il più selettive possibile, quindi lo scopo sarà quello di catturare pesci di taglia. Non sarà poi tanto difficile trovarsi in canna una spigola di dimensioni ragguardevoli che metterà a dura prova il nostro sangue freddo, ma anche l'intera attrezzatura.

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Pescheremo con bolognesi di misura variabile dai sei a sette metri, la misura di quest'ultime sarà dovuta o al fondale della zona di pesca o all'azione di pesca. Se si pesca in zone strette e poco profonde, meglio una sei metri, al contrario se l'azione avviene a lunga distanza meglio optare per una sette metri, ma questo lo vedremo dopo. La scelta ricadrà su bolognesi ad azione medio rigida.

Se si pesca con la sei metri basterà montare un mulinello di dimensioni contenute ottimi i 2500 mentre, se bisogna lanciare, meglio impiegare mulinelli di dimensioni più grandi che ci aiutino il più possibile in questa operazione. Ottimi i 3500/4000.

I mulinelli dovranno essere caricati con del nylon dello 0.20 di qualità, anche perché impiegheremo finali relativamente sottili, massimo uno 0.16 per le condizioni al limite o se l'azione di pesca avviene in pieno giorno.

Pescando a distanza…

Una morfologia particolare, un incrociarsi di correnti che favoriscono un giro d'acqua dove i pesci possono trovare cibo in abbondanza, il tutto ad una distanza un po' lunga ci obbligano ad escogitare uno stratagemma per immergere anche la nostra esca in questo “paradiso alieutico”.

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In molti casi la forza della corrente è minima, soprattutto con l'avvicinarsi della marea, quindi dovremo presentare ai pesci un'esca che mantenga sempre un movimento in corrente molto naturale, adescante, non possiamo appesantire troppo la lenza altrimenti verremmo meno alle esigenze citate prima.

Ecco che entrano in scena i galleggianti piombati, non quelli di tipo inglese identificati come waggler, ma galleggianti da bolognese classici con l'aggiunta di piombo sotto il corpo da dove parte poi la deriva.

In questo modo avremo un galleggiante pesante che ci permetterà di fare distanza, ma allo stesso tempo una lenza morbida poiché, il galleggiante è già tarato grazie all'aggiunta di piombo fissata sul corpo.

In commercio sono molte le aziende che distribuiscono modelli di galleggianti piombati, dovremo trovare quello che fa al caso nostro. Inoltre dobbiamo dire che se anche la corrente è un po' sostenuta, con questi galleggianti riusciremo a stare in pesca sempre con meno piombo rispetto a quello che ci vorrebbe se pescassimo con un galleggiante di tipo tradizionale. Questo perché la forma e l'aggiunta del piombo all'estremità del corpo aiutano a contrastare la corrente superficiale favorendo la discesa della zavorra.

Vagabondando lungo banchina

Una pesca di continua ricerca deve essere fatta con la giusta cognizione di causa altrimenti non prenderemo nemmeno un pesce. L'azione di pesca più esercitata dalla banchina è quella che prevede, dove possibile, lunghe passate del galleggiante con lo scopo di sondare una buona porzione del luogo di pesca.

La pesca in passeggiata consiste nel lanciare a monte e seguire, proprio passeggiando in banchina il galleggiante che scende verso valle fino al punto desiderato. Dopodiché si ricomincia da dove siamo partiti oppure ci si sposta su un'altra porzione di canale.

Con questo sistema se passiamo in un punto dove le spigole sono in attività sicuramente arriverà anche qualche strike!

Esche

La pesca alla spigola è una tecnica fatta di ricordi. Spiegandoci meglio possiamo affermare con certezza che di anno in anno stazionano sempre negli stessi luoghi, se questi sono rimasti intatti e non hanno subìto modifiche dovute a piene fluviali o mareggiate.

Questo per dire che nei periodi invernali e tardo autunnali le esche che ci hanno permesso di catturare bene sono state principalmente tre: tremolina, coreano e gambero. Facciamo una veloce analisi cercando di capire come e quando usarle.

La tremolina

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Quella migliore in assoluto è la famosa tremolina autoctona, quella che vive nei fondali delle zone di pesca che frequentiamo, un'esca che comunque è molto difficile da reperire Anche perché non esiste un vero e proprio commercio. Questa è la tremolina autoctona, quella che vive sui fondali delle foci de nostri mari.

Questa esca è micidiale soprattutto nel periodo invernale quando l'acqua è molto fredda ed i piccoli pesci non ci sono. Impiegarla in presenza di minutaglia vorrebbe dire finire una confezione in pochi minuti.

Questo tipo di tremolina è molto tenera, e va innescata a ciuffetti facilmente realizzabili con tre/quattro vermi. L'amo consigliato è un numero otto. Si conserva in frigo ad una temperatura di circa 8/10 gradi.

L'azione di pesca dovrà avvenire nei pressi del fondale, e se persistono le abboccate di pesci piccoli, si consiglia di staccarsi dal fondo. La spigola è un predatore che staziona in varie fasce d'acqua.

Il coreano

Questo verme proviene dall'Asia e si è comunque dimostrato un validissimo innesco soprattutto in condizioni di acqua torbida o velata. Ha delle dimensioni anche generose, non sono rari vermi che hanno un allungamento anche di 15 cm.

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Una delle caratteristiche principali del coreano è quella di essere un verme molto vitale in acqua, con movenze simili a quelle di un'anguillina. Si ricorda che innescare anguille al di sotto della misura minima è vietato, e in alcuni casi dove vigono regolamenti speciali è vietato proprio l'innesco del vivo. L'esotico sosia diventa quindi protagonista durante molte sessioni di pesca invernali.

Il coreano deve essere innescato sull'amo “pinzandolo” appena sulla testa. In questo modo non perderà assolutamente la vitalità che lo contraddistingue diventando molto adescante e catturante.

Il sistema di pesca è il solito della tremolina, si parte radenti al fondo e se non si hanno risultati soddisfacenti andiamo a sondare anche altre fasce d'acqua. L’'mo consigliato è un n. 6. Sia che si peschi con la tremolina che con il coreano, si consiglia l'uso di terminali lunghi almeno 100 cm.

Il gambero

La pesca con il trasparente crostaceo offre ottime possibilità di cattura sia nelle ore notturne che in quelle diurne. La pesca con il gambero deve avvenire in condizioni di tempo stabile, mare calmo ed acqua trasparente.

La pesca con il gambero richiede una buona esperienza ed uno spiccato senso dell'acqua soprattutto per quanto riguarda l'uso di una zavorra adeguata alla corrente presente in quel momento.

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Se peschiamo con troppo piombo, il gambero non avrà i soliti movimenti naturali, se peschiamo troppo leggeri non riuscirà a guadagnare il fondo e difficilmente riusciremo a vedere qualche mangiata. Il gambero deve essere innescato su un amo del n. 8 con occhiello.

Una volta misurato il fondo metteremo sulla lenza la zavorra voluta ed inizieremo a pescare. L'assetto di pesca perfetto è quando il galleggiante affonda leggermente perché il gambero ha “preso” il fondo e si appiglia alle alghe o ad altri ostacoli presenti. Quando vedremo affondare in modo delicato il galleggiante, lo richiameremo per staccare il gambero e fargli riprendere la scia della passata, così tutte le volte che si verifica l'evento.

Il momento più micidiale è quando stacchiamo il gambero dal fondo perché sarà in quel preciso istante che il crostaceo avrà un sussulto creando quel minimo rumore percepito dalla sviluppata linea laterale della spigola che lo attaccherà senza esitazioni.

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