Carpfishing in Cava e nei Piccoli Laghi

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Sicuramente tra i luoghi più frequentati dai carpisti, le cave ed i piccoli laghi sono presenti in gran quantità su tutto il territorio europeo e, specialmente, in alcune zone in cui la presenza di grandi laghi è limitata, queste acque rappresentano uno degli spot principali dove praticare il carpfishing.

Inoltre, essendo queste cave spesso abbandonate, o in ogni caso poco frequentate, la vegetazione è presente in gran quantità sia sulle rive sia sul fondo e tutto ciò comporta qualche difficoltà logistica nella preparazione della posta, ma offre ottime garanzie di successo.

Quando affrontiamo questo tipo di acque occorre non commettere l'errore di essere frettolosi dedicando poco tempo allo studio della morfologia del fondale e cioè alla ricerca di ostacoli sommersi, dossi, avvallamenti e di altri punti di interesse che, se individuati e segnalati con precisione, possono aumentare notevolmente le possibilità di cattura.

Da ricordare sempre che pescando in questi tipi di spot è necessario porre la massima attenzione alla scelta delle boilies, privilegiando quelle non troppo cariche di additivi e con un apporto proteico basso.

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Impostare la battuta

Scelta la postazione e monitorato il fondo possibilmente con l’aiuto di una piccola imbarcazione, filiamo le nostre esche nei punti prestabiliti gettando in acqua, accanto a queste, una manciata di boilies.

Ripetiamo l’operazione per ogni canna e assicuriamole al rod pod mantenendo la frizione ben serrata, ovviamente tarata al carico di rottura del nylon impiegato in modo da impedire al pesce, in caso d’abboccata, di prendere troppo filo e di raggiungere gli eventuali ostacoli.

Del resto ricordiamoci che tanto più vicino alle sponde e alle piante sommerse riusciamo a pescare, tanto maggiori saranno le possibilità di successo; in sostanza se vogliamo catturare un bel pesce è necessario prendersi qualche rischio.....

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L’attrezzatura

Una particolare attenzione va posta nella scelta dell’attrezzatura e nella disposizione del campo, non sottovalutando l’abbigliamento e i generi di confort che in queste situazioni assumono un’importanza rilevante.

La scelta delle canne dovrà ricadere su modelli potenti 2,5-3 lb ad azione semi parabolica, in grado di contrastare la fuga del pesce a cui dovremo abbinare mulinelli potenti, capienti ed adeguati a questa tecnica di pesca.

In bobina possibile sia impiegare il trecciato che del nylon, con leggera preferenza per il primo, specie se dobbiamo lanciare lontano.

Nella scelta dell'accessorio da abbinare alle canne, ricordatevi sempre che il mulinello è una formidabile macchina da pesca che nel carpfishing, insieme alle canne e al rod-pod, consente di insidiare, ferrare e recuperare pesci di stazza elevatissima, come raramente accade in altre discipline di pesca in acqua dolce.

Terminali da cava

L’evoluzione a cui abbiamo assistito nel carpfishing negli ultimi anni ha portato notevoli cambiamenti in tutti i settori: dalle tecniche specifiche per insidiare le carpe alle esche impiegate, ma è nella costruzione dei terminali che si sono maggiormente concentrati gli sforzi ai fini d’ottenere soluzioni alternative ed efficaci.

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Terminali per boilies affondanti

Sicuramente l’innesco più usato, quello effettuato con boilies affondanti, richiede l’impiego di un terminale specifico ben realizzato e dotato di un hair-rig costruito con la massima precisione e di lunghezza proporzionata al diametro della boilies che si andrà ad impiegare cercando di non appesantire eccessivamente l’amo ed il finale non dimenticandoci che molte volte le soluzioni più semplici sono anche le più efficaci.

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Terminali pop-up

Le boilies pop-up rappresentano una valida alternativa all’innesco tradizionale garantendo in alcuni casi ottimi risultati.

Del resto esistono situazioni dove la natura del fondale ne consiglia l’impiego: forte presenza di alghe e roccia, un fondo melmoso e maleodorante, ecc.....

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La pasturazione nel carpfishing

Mirato essenzialmente alla cattura di grossi esemplari, il carpfishing è una tecnica che necessita di una preparazione minuziosa, niente deve essere lasciato al caso e ogni particolare va studiato a fondo: occorre preparare la nostra battuta di pesca con la massima cura.

Del resto la diffidenza delle grandi carpe è nota e per riuscire a catturarle, c’è bisogno di mettere in pratica tutta una serie di accorgimenti specifici mirati allo scopo.

Inoltre, le grandi carpe non sono poi così numerose, è quindi necessario monitorare attentamente i luoghi di pesca alla ricerca di postazioni idonee, zone che almeno sulla carta offrano sufficienti garanzie di successo.

La scelta della postazione rappresenta un momento molto importante nella preparazione di una battuta di pesca e chi pratica il carpfishing sa quanto questo fattore sia decisivo ai fini delle catture.

E' bene quindi dedicare molto tempo allo studio del fondale, analizzando tutte le sue caratteristiche prima di decidere dove posare le esche. In ogni modo, prima di affrontare un’acqua a noi sconosciuta, è necessario rendersi conto delle condizioni ambientali in cui andremo ad operare: natura del fondo, vegetazione, ostacoli presenti, profondità ecc, tutte caratteristiche che ci permetteranno un’adeguata scelta della postazione ed una pasturazione mirata.

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Sostanzialmente diversa la situazione nei laghi di piccole e medie dimensioni, dove spesso abbiamo l’esigenza di pescare a distanza ravvicinata; in questo caso non è sempre facile prendere punti di riferimento per lanciare la nostra pastura e le nostre esche, specialmente se vogliamo effettuare una pasturazione mirata in prossimità di qualche ostacolo sommerso.

Un buon sistema per essere sicuri è quello di indicare il punto direttamente da riva lanciando appositi Marker, ossia dei galleggianti piombati che raggiungono distanze considerevoli e che una volta in acqua sono molto visibili.

Oltre a tutto, questi Marker servono anche ad effettuare rilevamenti del fondale e determinare approssimativamente la profondità del lago nel punto dove intendiamo pescare.

Usare il Marker è molto semplice: presa una canna con un mulinello caricato con del buon nylon dello 0,30 o 0,35 si inserisce uno spezzone di filo (molto robusto) lungo una ventina di centimetri tramite un piccolo anellino direttamente sul trave, al termine del quale fisseremo un piombo da 80 gr. circa; in fondo al trave, infine, applicheremo il nostro Marker.

Lanciare bene è meglio…

Lanciare lontano le nostre esche e superare i fatidici cento metri è una meta per molti ritenuta indispensabile ai fini del risultato.

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Sono molti i carpisti che ritengono il raggiungimento di notevoli distanze in pesca decisivo ai fini del risultato e, senza dubbio, in alcune situazioni ciò è vero; del resto esistono acque dove è vietato l’impiego d’imbarcazioni, se poi la conformazione delle rive risulta priva di vegetazione, la pesca a lunga distanza è qualcosa di più che una semplice mania.

Chi meglio di me sa quanto questo sia un rischio reale venendo dall’ambiente e praticando il surfcasting, una disciplina dove il lancio rappresenta la base irrinunciabile di ogni battuta di pesca; sarebbe sciocco volerne negare l’importanza, anche nel surf spesso la pesca a lunga distanza è male interpretata e in molti casi effettuata anche quando non sarebbe necessaria, incidendo negativamente sul pescato.

Fatta questa doverosa precisazione, non risponderebbe al vero se affermassimo che anche nel carpfishing, essere dotati di un buon lancio e poter raggiungere distanze notevoli, non rappresenti in alcuni casi la carta vincente, quella in grado di fare la differenza, anche se questo, non sempre è vero.

Infatti capitano situazioni dove la pesca marginale risulta vincente e quindi, specialmente i neofiti, che spesso pensano che riuscire a lanciare le proprie esche lontano sia la carta vincente, propria quella “marcia” in più in grado di consentire loro di effettuare maggiori catture, devono porre molta attenzione a non ignorare completamente i sottoriva dei laghi e dei fiumi, luoghi ideali dove di sovente si recano le grosse carpe alla ricerca di cibo.

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