Le Esche Migliori per la Trota Torrente

Ogni qualvolta ci troviamo a dover insidiare un salmonide, e più precisamente una trota, sia che si tratti di iridea, marmorata o fario, e sia che si tratti di pesca in torrente o in lago, l'innesco rivestirà un'importanza quasi assoluta e la sua cura dovrà essere al limite del “maniacale”.

Quante volte, magari in gara, ci si trova davanti a un pesce che non ne vuol proprio sapere di ingoiare la nostra esca e invece, avido e sprezzante del pericolo, si avventa con velocità e noncuranza su quella dell'avversario che abbiamo accanto? Eppure peschiamo entrambi con la doppia camola!

Ebbene, la risposta è molto semplice, nel 90% dei casi dipende dal fatto che quell'innesco è fatto bene e il nostro un po’ meno. Camole doppie, camole singole, vermi, tronchetti di verme, kaimani bianchi e gatoss, qualsiasi cosa ci servirà ad effettuare una cattura dovrà essere innescata nel migliore dei modi e partendo dal presupposto che un'esca che gira è più catturante di una statica, vediamo nello specifico come fare.

Nozioni generali

Sia che si tratti di pesca libera che di pesca in gara l'amo dovrà essere comunque adatto all'esca utilizzata, sia per quanto riguarda il colore che per la misura. Utilizzeremo ami neri o bronzati per pescare con il verme o con il gatoss, chiari, quindi color argento, per le camole e i kaimani bianchi. Innescando il kaimano bianco (esca singola ma abbastanza voluminosa) opteremo per un amo che varia dal n. 3 al n. 6, a seconda delle dimensioni dell'esca e comunque con curvatura abbastanza ampia.

Anche nel caso del verme o del tronchetto di verme, anch'essi esche singole di buon impatto visivo, dirigeremo la nostra scelta più o meno sulle medesime misure. Per quanto riguarda invece il caso della camola il discorso cambia notevolmente: sceglieremo ami dal 4 al 6 per l'innesco doppio, dal 7 al 10, a volte anche 12 per l'innesco singolo. Per ultimo, ma non ultimo in ordine di importanza, l'innesco dell'introvabile gatoss verrà effettuato singolarmente su un amo bronzato del 12/14 a gambo corto, molto fine e punta affilatissima per non lederne la fragile vitalità.

Passiamo ora al terminale, premesso che di solito le trote non fanno molto caso al suo diametro, è sempre bene essere preparati a tutto, specialmente in gara dove, verso la fine, saremo costretti a tentare pesci già piccati e infastiditi dalle scorribande degli agonisti. Per iniziare potremo tranquillamente attestarci su diametri abbastanza consistenti, 0,20/0,22, per poi, pian piano, scendere fino anche allo 0,12/0,10.

Nel libero invece, considerando la possibilità di imbatterci con esemplari un po' più scaltri e magari abbastanza esigenti, iniziare con uno 0,18 sarà più che sufficiente e, anche in questo caso, qualora le mangiate tardassero ad arrivare si potrà scendere benissimo fino ad uno 0,12.

Considerando anche l'eventuale corrente presente in quasi tutti gli spot che affronteremo, proprio per evitare che la forza dell'acqua sfili la nostra esca dall'amo o rovini l'innesco, sarà bene legare i nostri ami alla “valsesiana”, ovvero con il crine di cavallo che la terrà bella salda anche in situazioni critiche.

Il kaimano bianco

Esca ricercatissima ed estremamente utilizzata dagli agonisti è poco appetita agli amanti della pesca libera su trote selvatiche. L'innesco è molo semplice e molto veloce da realizzare e, unitamente all'estrema facilità di rotazione e al colore bianco splendente, è irresistibile per le fario da gara immesse uno o due giorni prima.

Su un amo argentato dal 3 al 6 andiamo ad infilare, quasi per intero, un kaimano bianco partendo dalla coda e facendo uscire la punta dell'amo a circa ¾ (più o meno all'altezza delle gambine). Sistemiamolo a dovere sulla curvatura dell'amo affinché prenda la forma della classica “L”, proviamo la sua rotazione in acqua proprio davanti a noi e il gioco è fatto, semplice ed estremamente efficace.

Il verme

Forse il più classico e antico innesco per la cattura della trota fario è anche quello che da migliori risultati su pesce selvatico, di posto, o immesso da avanotto e cresciuto sul torrente. Anche in gara, specialmente con condizioni di acqua scura post piena o come cambio esca su trote sbagliate al primo colpo con il kaimano, è davvero micidiale.

Anche in questo caso, su un amo dal 3 al 6 (questa volta bronzato) andiamo ad infilare, dalla testa (la parte più tozza e più vicina all'anello), un verme, anch'esso per circa ¾ della sua lunghezza. Allo stesso modo del kaimano, sistemiamolo a dovere sulla curvatura dell'amo affinché prenda la forma della classica “L”, proviamo la sua rotazione in acqua proprio davanti a noi e anche con il verme il gioco è fatto.

Qualora si peschi in zone in cui non sono presenti trote di semina o in grosse buche con acqua quasi ferma, un'ottima soluzione per essere più adescanti sarà quella di lasciare libera di muoversi una parte più lunga del verme stesso facendo uscire la punta dell'amo all'incirca verso la metà del suddetto. In questo caso facciamo molta attenzione al momento della ferrata e agiamo solo quando ne siamo ben sicuri.

Camole

La varietà delle camole che troviamo in commercio, sia per quanto riguarda il colore: verde giallo, rosso e naturale, sia per quanto riguarda la grandezza: comuni, selezionate e giganti, ci permettono di disporre di numerose varianti intervallando gli inneschi con combinazioni varie di colore fino a trovare il giusto compromesso.

Una volta trovato è bene insistere con la pesca fino a quando la mancanza di abboccate ci avvertirà che è ora di cambiare per trovare qualcosa di nuovo e più interessante.

Molto importante e quasi basilare, in questo caso così come in tutti gli altri, è provare, di tanto in tanto, la rotazione dell’esca immergendo la lenza di fronte a noi e facendola strisciare lateralmente, le possibilità di adescare una trota con esca perfettamente ruotante è di gran lunga superiore che con un’esca statica, succhiata o malmessa.

Nella parte finale della battuta di pesca, quando le trote sono spaventate  e sospettose oltre a curare minuziosamente l’innesco può essere molto utile diminuire lo spessore del filo e la grandezza dell’amo. Vediamo ora come innescare la camola singola e quella doppia.

Camola singola

Su un amo a filo fino del 7/10 infiliamo una camola singola cosi che possa girare. I metodi di pinzatura in questo caso possono essere due sostanzialmente diversi ma con fine comune. Nel primo caso infiliamo la camola dalla coda  fino a far passare interamente l’amo attraverso il corpo per farlo uscire dalla parte della testa, infine facciamo scorrere l’intera esca sul filo.

La camola rimarrà bloccata sulla paletta e la resistenza dell’acqua allo striscio o alla corrente le farà assumere una forma a elica e la sua rotazione sarà assicurata. Nel secondo caso la camola va pinzata due volte, la prima appena dietro la testa, poi nuovamente sotto e la punta va fatta uscire quasi all’estremità della coda mantenendo una piccola codina che faciliterà la rotazione. Tirando verso la curva dell’amo la camola rimarrà “cucita” dalla paletta dell’amo. Questi due inneschi sono ottimi specie a fine gara e su trote piccate e smaliziate.

Due camole

Per quanto riguarda invece la doppia camola, su un amo a filo fino del 4/6 infiliamo una camola per la coda fino a fargli superare leggermente la paletta e la legatura in modo che la copra. Sotto a questa pinziamo un’altra camola, a “L”, in senso opposto alla prima, in modo che formando un angolo più o meno chiuso ruoti vorticosamente se recuperata o strisciata.

Questo innesco è il più comune e utilizzato dalla maggior parte dei pescatori sportivi, oltre che dagli agonisti, nonostante in molti, con piccoli errori di esecuzione o pinzatura, ne limitino la sua efficacia. Le camole vanno sostituite ogni qual volta anche solo una di esse diventa morbida svuotandosi al suo interno o se lese da piccole tocche di pesci apatici. Anche in questo caso la rotazione e l’integrità dell’esca rivestono un buon 80% di importanza nell’economia della cattura.

Gatoss

Concludiamo il discorso con un'esca micidiale per la pesca su pesce selvatico ma altrettanto delicato e difficile da reperire: il gatoss. Il gatoss non è altro che la larva della Tipula Maxima, l'innocuo zanzarone che troviamo ovunque nella stagione primaverile/estiva. Una volta i torrentelli di collina e di montagna o i rivoli laterali immersi nell'ombra degli alberi ne erano pieni, ora, tra l'inquinamento e altri fattori di varia natura, reperirli è davvero difficile.

Nel caso fossimo fortunati da trovarne qualcuno, magari in quelle zone di bagnasciuga con foglie cadute in acqua o muschio perennemente bagnato, sarà bene mantenerlo in un vaso di vetro ricreando all'interno più o meno le stesse caratteristiche.

Mantenendolo delicatamente tra pollice indice e medio con la parte della testa che fuoriesce, individuiamo la piccola crestina presente ed andiamo, sempre delicatamente, a infilare proprio li la punta del nostro amo bronzato a filo fino e gambo corto del numero 10/12.

Nel caso in cui fuoriesca un po di liquido vorrà dire che abbiamo pinzato il gatoss troppo a fondo e l'innesco è irrimediabilmente compromesso. La pesca col gatoss, proprio per la sua delicatezza, andrà effettuata in zone di acqua estremamente calma o eventualmente, in passata con un piccolo galleggiante.

A questo punto per quanto riguarda gli inneschi dovremmo essere abbastanza preparati, non ci resta altro da fare che recarci sul torrente e mettere in pratica il tutto. Molto valide, soprattutto con le trote selvatiche, si riveleranno anche tutte le altre esche che si possono reperire sulle sponde dei torrenti come portasassi, perle, verdine, vermi d'acqua, grilli ed altri insetti.

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