Come Affrontare la Pesca da Riva nelle Foci Naturali: Ambienti, Attrezzature e Lenze

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Le poche foci rimaste naturali rappresentano uno degli spot migliori per la pesca da terra con le esche naturali di spigole, cefali, orate, anguille e mormore.

Si tratta di ambienti difficili, dove luci e rumori devono essere limitati al minimo indispensabile e soprattutto devono essere sempre affrontati con attrezzature, esche e montature specifiche.

Le foci naturali sono splendidi ecosistemi dove sembra che il tempo si sia fermato.

Non ci sono macchine e luci, i soli rumori che si sentono sono il silenzio della notte ed il cinguettio degli uccelli.

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L’unico rammarico è rappresentato dal fatto che posti del genere, ormai, ce ne sono davvero pochi. In queste acque salmastre vivono tutte le specie eurialine più importanti, con frequenti sconfinamenti da parte di Serra e Lecce Amia, feroci predatori che si spostano in foce alla ricerca di cibo, molto spesso rappresentato dai cefali.

Luogo naturale vuole pesci selvatici ed approcci decisamente mirati, soprattutto se si decide di affrontare queste acque con tecniche di pesca leggere, importate tutte dalla pesca in acqua dolce. Bolognese, inglese, roubaisienne e ledgering, se praticate con attenzione e criterio, sono in grado di regalare belle catture sia di giorno che di notte.

Dopo questa necessaria premessa vediamo di entrare nel dettaglio esaminando i vari tipi di foce e le tecniche più idonee per pescare con successo in questi spot.

Grande, piccola o media?

Le piccole foci sono quelle la cui ampiezza non supera i 10 - 12 metri, presentano una profondità molto irregolare e spesso anche scarsa, con sponde coperte dalle canne palustri e qualche punto caratterizzato dalla presenza di improvvise buche, quasi sempre a ridosso delle sponde o in prossimità di qualche curva.

Questi punti più profondi sono gli spot che dovremo cercare per pescare o a bolognese o a roubaisienne, la classica canna ad innesti di origine francese veramente perfetta per affrontare correttamente questi ambienti.

Le esche migliori sono rappresentate dalla tremolina di fango e dai bigattini, con questi ultimi da impiegare anche come pastura.

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Quando l'ampiezza varia dai 10 ai 30 metri, si parla invece di foci di media dimensione. In questo caso si tratta quasi sempre di fiumi o canali di una certa importanza e quindi è possibile che anche la profondità media aumenti, sia in prossimità delle rive che anche verso il centro, specie se si tratta di corsi d'acqua navigabili.

In questo caso tutte e quattro le tecniche di pesca prima citate possono offrire ottimi risultati, a patto di alternarle a seconda del pesce insidiato o delle necessità contingenti.

Oltre i trenta metri siamo in grandi foci, argomento già trattato su questo magazine, spesso profonde e caratterizzate da acque veloci, ma a volte anche irregolari con la profondità massima da trovare con molta cura, pena l'assoluta mancanza di catture importanti.

Anche qui tutte le tecniche summenzionate vanno bene e devono essere alternate a seconda delle necessità. Importante ricordare che in questi ambienti molto naturali, spesso mancano i classici punti di riferimento dei pescatori da terra, come banchine, restringimenti, piloni dei ponti, barche ancorate etc… ma ce ne sono invece altri, rappresentati per esempio da improvvisi avvallamenti del fondale, vegetazione riparia che cade in acqua, canneti etc….

Come pescare

La prima regola, quella da seguire sempre, è di presentare la nostra esca, qualunque essa sia, nel modo più naturale possibile.

Per la pesca a bolognese occorre distinguere se si pesca vicino alla sponda o fuori, e soprattutto quanta corrente c'è. Idealmente per pescare sotto la punta della canna dovremo impiegare un galleggiante a pera rovesciata di grammatura compresa tra 0.75 e 1.50 grammi.

La zavorra sarà costituita da una spallinata realizzata con pallini di diametro diverso come evidenziato dal disegno.

Una lenza del genere permette sia di trattenere che di pescare a passare e soprattutto, grazie alla sua morbidezza, di presentare l'esca in maniera molto naturale. Ideale disporre anche di canne di misura diversa, tipo 6-7-8 metri, in modo da scegliere la misura appropriata a seconda del luogo e del tipo di pesca che andremo a praticare.

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Se invece la pesca è a distanza, come ad esempio se dobbiamo pescare oltre i 20 metri da riva o addirittura in prossimità della riva opposta in foci medie (25–30 metri al massimo) dobbiamo per forza cambiare la montatura ed optare per l'impiego di una torpille e di 4-5 pallini al massimo.

L'olivetta scorrevole ci aiuterà in fase di lancio e renderà molto stabile la montatura.

Il galleggiante, anche in questo caso conviene sceglierlo adatto alla trattenuta e talvolta potremo impiegare anche modelli fino ad 8–10 grammi, specie pescando con il gamberetto vivo in spot caratterizzati da forte corrente.

Pescando in piccole foci o in condizioni particolari potrebbe essere molto redditizio impiegare la roubaisienne, canna che consente di pescare leggeri a distanza oppure pesanti in corrente, ma sempre con grande precisione, sfruttando la pasturazione come nessun'altra tecnica di pesca.

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Se c'è poca corrente o addirittura l'acqua è ferma, anche la pesca all'inglese può essere un'arma vincente, specialmente per pescare leggeri a distanza da riva, sia sulla fiondata di bigattini che impiegando come pastura piccole palline di larve incollate.

Il ledgering, utilizzando il pasturatore, potrebbe essere l'arma in più in tutte le situazioni che non consentono l'impiego delle altre tecniche.

Per avere successo in questi difficili ambienti occorre seguire alla lettera una serie di regole, di cui la più importante in assoluto è quella di sondare alla perfezione il fondale e capire com'è.

Meglio perdere 15 minuti di tempo a sondare che pescare a caso, questo sempre!

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Un esempio pratico

In tutti i casi occorre sempre trovare i punti di maggiore profondità e sfruttarli a dovere. Per farvi capire cosa vogliamo dire vi raccontiamo un aneddoto: alla foce naturale di un fiume,

pescavamo in un punto con profondità sotto riva che andava a diminuire verso il centro, impiegando bolo da sei metri con galleggianti da 0.75 e catturavamo spigole, cefali ed orate pescando a bigattino.

A duecento metri di distanza, tanti altri pescatori impiegavano lenze da 3 grammi per pescare in un canalone del fondo a 20–25 metri da riva prendendo gli stessi pesci. Sotto i loro piedi, per 20 metri c'erano 50 - 80 cm di fondo… così come a 25 metri da noi!

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Massimo silenzio...

In questi ambienti dobbiamo evitare tutti i rumori di troppo e di notte ricordiamoci di limitare al minimo indispensabile l'impiego della torcia evitando di illuminare l'acqua.

Prima di andare a pesca occorre sempre consultare le tavole di marea e valutare se scegliere di pescare con la marea montante, discendente o sfruttando due ore la salita, il culmine e due ore in discesa.

Ognuno di questi lassi temporali può offrire catture, magari di specie diverse impiegando tecniche di pesca diverse, naturalmente scelte in modo da ottimizzare l'azione di pesca.

Per chiarire il concetto prendiamo in esempio una foce di medie dimensioni e profondità intorno ai due metri, di un fiume ricco di acqua.

Questa presenterà sicuramente corrente forte dalla fine del culmine dell'alta marea al culmine della bassa, corrente più o meno forte dalla fine del culmine della bassa all'inizio del culmine della alta con alcuni importanti rallentamenti che si faranno sempre più lunghi ed importanti con l'avvicinarsi a detto culmine.

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In una situazione del genere, per pescare bene, possiamo ipotizzare di montare addirittura tre canne: una bolo con un galleggiante adatto alla trattenuta e di grammatura robusta per pescare nella prima situazione, un'altra molto più leggera per la seconda fase ed addirittura una terza o un'inglese (a seconda della distanza di pesca) per pescare con l'acqua ferma o lentissima.

Assolutamente da inserire nella pescata uno dei due cambi di luce coincidenti con l'alba ed il tramonto, da sempre momenti magici per la pesca in mare ed in foce. A questo punto non ci resta che realizzare le lenze, trovare una foce e passare qualche ora di divertimento.

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