Come Pescare il Luccio: gli Accessori Indispensabili

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Ci sono degli accessori fondamentali che non devono mai mancare durante un' uscita di pesca al luccio; accessori che sono indispensabili per garantire la nostra sicurezza e quella del pesce.

Personalmente penso sia inconcepibile credere di poter eseguire il Catch&Release correttamente senza avere questi strumenti a portata di mano, guai a dimenticarli a casa !

Tra gli accessori fondamentali abbiamo: pinze a becco lungo, tronchesi e guadino. 

Le pinze per slamare il luccio devono avere una lunghezza di almeno 25 cm (ancor meglio 30) e devono essere robuste. Sono proprio queste che faranno il grosso del lavoro, permettendoci di liberare velocemente dalle ancorette la nostra preda.

Se non sono abbastanza lunghe i rischi principali sono due: c'è il pericolo che la nostra mano si avvicini troppo ai denti del luccio, e c'è il rischio che non si riesca ad arrivare all'ancoretta (o all'amo singolo) se questa è troppo in profondità.

Le tronchesi risultano utili nei casi di allamate profonde o di “bocca cucita” dall'ancoretta (o peggio da due ancorette). In questi casi le operazioni di slamatura possono risultare particolarmente lunghe e complicate e, per non compromettere la salute del pesce, può risultare comodo tagliare le ancorette, soprattutto se munite di ardiglione.

A tal proposito il mio consiglio è quello di schiacciare gli ardiglioni con le pinze; sarà più facile slamare il pesce e in caso di incidente rischieremo meno anche noi. Un'ancoretta 3/0 munita di ardiglione piantata in qualche parte del corpo, non è mai una cosa piacevole!

Al pari delle pinze anche le tronchesi dovranno avere simili caratteristiche di lunghezza e robustezza, possono andar bene anche quelle che si usano nelle officine meccaniche, a patto che siano sufficientemente lunghe. Bisogna tener presente che alcune esche montano ancorette (o ami singoli) di grosse dimensioni, difficilissimi da tagliare se le tronchesi non sono all'altezza.

Se le ancorette sono piantate bene nella bocca del nostro luccio e se sono ancora dotate di ardiglione, il taglio risulta essere sicuramente più indolore di una complessa slamatura con le pinze.

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Il guadino.

Extra Large è l'imperativo quando si sceglie un guadino da luccio. Dobbiamo ricordare che il luccio è un pesce che può arrivare a 140 cm di lunghezza, quindi è indispensabile che la “bocca” del nostro guadino sia enorme.

Non solo, con un guadino grosso potremo tenere il pesce in acqua, dritto e in assetto, in attesa di preparare la macchina fotografica per la consueta foto.

Personalmente eseguo la maggior parte delle slamature di lucci all'interno del guadino. Se l'esca non è andata in profondità o vicino ad una branchia preferisco slamare il pesce senza tirarlo fuori dall'acqua.

Pescando da riva, soprattutto se si devono effettuare lunghi spostamenti, un guadino grosso può risultare scomodo; tuttavia sconsiglio fortemente di sostituirlo con il Boga Grip, meglio fare senza e slamare in acqua. Preferisco rischiare che mi sfugga un luccio di mano e riconquisti la libertà prima che sia riuscito a fotografarlo, piuttosto di lacerargli la bocca con la stretta d'acciaio di un Boga. Imparare la presa opercolare è d'obbligo, e quando si è padroni di questa tecnica, il Boga Grip diventa un accessorio totalmente inutile.

Un accessorio che anni fa era ritenuto indispensabile nella pesca del luccio è l'apribocca. Questo strumento consiste in un divaricatore a molla in grado di mantenere aperta la bocca del luccio.

Nella mia esperienza ventennale mi è capitato di doverlo usare una sola volta, ma può essere molto utile quando si verificano contemporaneamente queste situazioni: si è da soli, il pesce ha ingoiato profondamente l'esca, il pesce è irrequieto e si dimena o tende a serrare le mascelle. E' preferibile usarlo solo con il luccio appoggiato sul materassino, e non va usato sui piccoli lucci.

Il materassino è uno degli strumenti che ci consente di fare un sano Catch&Release, permettendoci di adagiare il luccio su di una superficie che non rovini la sua pelle. E' importante che prima dell'utilizzo venga bagnato.

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Può essere usato per appoggiare il pesce durante le operazioni di slamatura o di taglio delle ancorette, e inoltre grazie al metro stampato di cui quasi tutti i materassini sono dotati, rende possibile misurare con estrema precisione la nostra preda. Io lo porto anche quando pesco da riva ed utilizzo quello della Berkley perché è facile da trasportare, non è molto ingombrante e si può arrotolare. (foto materassino)

Nel caso in cui il nostro materassino non sia dotato di metro, possiamo portare con noi un metro tascabile per misurare la nostra preda, preferibilmente lasciandola in acqua. La misurazione in questo caso non sarà di alta precisione.

Nella moderna concezione della pesca del luccio il fine ultimo del pescatore dovrebbe essere quello di provare belle emozioni e di portare a casa un bel ricordo della giornata di pesca, una foto o un video della nostra preda, nel miglior stato di salute possibile.

La foto che terremo nel nostro album, sul telefonino o incorniciata in salone, acquisterà un valore speciale nel momento in cui guardandola penseremo che quell'animale vive ancora libero nel suo ambiente.

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A tal proposito è necessario dotarsi di un'attrezzatura fotografica adatta allo scopo. Può bastare un buon telefonino, ma per i più esigenti una buona macchina fotografica è d'obbligo, meglio se abbinata a un'Action Cam che ci permetterà di scattare foto e video anche sott'acqua, così da poter documentare il rilascio del pesce.

Altre cose che non dovranno mai mancare nella nostra borsa (anzi borsone quando si parla di pesca del luccio) sono: una pinza per split ring (utile per sostituire le ancorette), split ring e ancorette di ricambio in varie misure, cavetti terminali di ricambio e per i più premurosi una bobina di trecciato di riserva per il mulinello.

Quando si parla di cavetti per il luccio si accendono spesso dei dibattiti tra quali siano i più sicuri o i più versatili, è quindi opportuno andare ad analizzarli nel dettaglio. L'utilizzo di un buon cavetto per collegare il trecciato alla nostra esca è una cosa fondamentale e indispensabile.

Il cavetto deve garantire che gli affilati denti del luccio non taglino la nostra lenza. E' impensabile pescare lucci senza l'uso del cavetto. Sottolineo questo aspetto perché purtroppo mi è capitato più di una volta di imbattermi in pescatori di lucci sprovvisti di questo essenziale accessorio.

Sia il nylon che il trecciato, anche un trecciato robusto da 80-100 lbs, sono estremamente vulnerabili nella bocca del luccio. Nonostante possano resistere a trazioni spaventose, anche i trecciati migliori si rompono con estrema facilità se sfregati contro una superficie tagliente.

Anni fa mi imbattei in un luccio al quale spuntava dall'esofago un pezzo di trecciato; evidentemente era stato pescato senza cavetto e aveva tagliato. La sua fortuna fu quella di non essere stato allamato con un'esca artificiale e probabilmente aveva in gola un amo singolo, lo ipotizzai dal fatto che continuava ad alimentarsi, infatti lo avevo appena pescato con una grossa swim-bait.

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Lasciare un'esca in bocca ad un pesce, equivale nel 90% dei casi a una condanna a morte. Soprattutto se l'esca è grossa e se il luccio è ben allamato. E' dovere di ogni pescatore di lucci ridurre al minimo le probabilità di rottura del cavetto, anche a costo di pescare con dei cavetti estremamente sovradimensionati.

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In tanti anni di pesca al luccio mi è capitato ben tre volte di rompere il cavetto, la fortuna volle che due rotture avvennero all'interno del guadino e che la terza non comportò la perdita dell'esca. Nel caso delle prime due “rotture” il pesce allamato si rigirò avvitandosi su se stesso come un coccodrillo, o sferrò testate poderose tranciando di netto una volta un fluoro carbon (FC) da 100 lbs  , un'altra volta un cavetto in acciaio montato di serie su di una grossa soft bait.

Rimasi di stucco! Soprattutto per la rottura del cavetto in acciaio, evidentemente troppo sottile per i denti del luccio da 110 cm che avevo pescato.

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La terza rottura purtroppo avvenne con il pesce sotto barca, ma ancora fuori dalla portata del guadino. Per fortuna a “saltare” fu un crimp in acciaio dell'assist, lasciai in bocca al luccio solamente un'ancoretta, recuperando la voluminosa esca in gomma. Questi tre episodi mi fecero riflettere molto sul problema della sicurezza dei cavetti.

Il timore che l'acciaio o il FC possano essere tagliati o che un crimp possa rompersi, ha determinato la mia scelta di produrmi i cavetti da solo, utilizzando solamente materiali di provata qualità e di altissima resistenza.

Cavetti in acciaio o titanio da minimo 80 lbs, cavetti in FC da minimo 120 lbs, monowire (con il monowire rigido il rischio di rotture è praticamente zero), crimp in alluminio di elevata qualità, girelle e moschettoni di libraggio superiore di almeno il 20-30% rispetto alla resistenza del cavetto utilizzato. La mia ricetta per i cavetti da luccio.

I miei preferiti sono i cavetti in FC, a prescindere da quale sia la tecnica che utilizzo. Per realizzarli utilizzo uno spezzone di FC da 60 cm di alta qualità, di solito prendo del FC giapponese per il Big Game al tonno, da 1,20 mm di diametro, alle due estremità blocco con due grossi crimp ovali in alluminio, una girella da una parte e un moschettone dall'altra.

Utilizzo delle girelle specifiche da salt water, con cuscinetto, di libraggio compreso tra le 130 e le 180 Lbs., anche per il moschettone stesso range di libraggio. E' indispensabile utilizzare una buona pinza “crimpatrice” per chiudere a regola d'arte i crimp sul FC senza rovinare quest'ultimo, facendo sempre attenzione a stringere solo la parte centrale dei crimp e a lasciare più larghe le estremità (oppure “crimpandole” con minor forza). In questo modo non si rischia che il bordo del crimp vada ad intaccare il nostro FC.

Una procedura simile può essere adottata per i terminali in acciaio o titanio, tenendo presente che i crimp dovranno sempre essere proporzionati al diametro del cavetto.

Molti cavetti metallici sono del tipo “termosaldante”, ovvero sono dotati di un rivestimento plastico che si fonde con il calore; non mi fido però al 100% di questo tipo di chiusura, preferisco quindi sempre crimpare.

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Altri accessori

In alcune situazioni particolari il nostro predatore si limita ad inseguire l'esca senza attaccarla, è un comportamento abbastanza tipico che spesso riserva sorprese proprio all'ultimo momento. Può accadere infatti che si decida a mangiare la nostra esca proprio negli ultimi metri di recupero, sotto riva o sotto barca.

In questi casi un buon paio di occhiali polarizzati può cambiare radicalmente le sorti della nostra uscita. Molto spesso infatti non ci accorgiamo nemmeno di quanto accada nell'acqua sotto i nostri piedi, a volte perché negli ultimi metri di recupero la nostra concentrazione cala e già pensiamo al prossimo lancio, a volte per la scarsa visibilità sott'acqua, dovuta all'effetto specchio della superficie.

Potendo vedere meglio possiamo accorgerci dell'inseguitore e provare a stuzzicarlo con uno stop-and-go dell'esca, e in ogni caso essere pronti a una ferrata che altrimenti verrebbe ritardata.

I momenti migliori per insidiare il luccio spesso coincidono con condizioni climatiche avverse: freddo, pioggia, vento. La maggior parte delle mie uscite di pesca, che siano in barca o da riva, è caratterizzata dal meteo avverso, e per sfidare il “tempo da lucci” è di vitale importanza indossare un abbigliamento tecnico e stivali adeguati. A meno che non peschiamo in estate, il nostro abbigliamento dovrà avere caratteristiche di impermeabilità e tenuta del calore.

Non c'è niente di peggio che pescare zuppi d'acqua e infreddoliti. Il divertimento si azzera e si rischia un raffreddore!

Gli stivali, quando si pesca da riva, assumo una grandissima importanza. Anche se lo spot consente di pescare sempre a piede asciutto, cosciali o waders sono sempre consigliati. Un passaggio critico, con la necessità di entrare in acqua, può capitare in ogni posto, lago o fiume.

Ci sono di vari tipi di stivali in commercio, in materiali traspiranti, in pvc e in neoprene. Quelli in materiale traspirante sono i più comodi e confortevoli, ma nei periodi invernali possono risultare un po' freddi.

Il pvc tende a fare condensa all'interno a causa della totale assenza di traspirabilità e non garantisce un ottimo isolamento dal freddo. Il neoprene invece ha la caratteristica di essere molto caldo, perfetto per l'inverno ma sconsigliato per il clima estivo.

Gli stivali risultano molto utili anche durante l'azione di pesca, quando abbiamo il pesce in canna e soprattutto durante il rilascio; inoltre le foto in acqua sono sempre più belle!

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