Il Caster la Pupa dei Bigattini per la Pesca alla Passata con la Bolognese

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Con le prime giornate tiepide di primavera, l'amante della pesca a bolognese torna ad impugnare questa canna per andare sul suo spot preferito. Molti appassionati aspettano questo momento da tempo, altri non vedono l'ora di provare la nuova canna e ancora un gruppo di persone vuole sapere come impostare la battuta di pesca partendo dall'organizzazione dell'attrezzatura, esche e montature migliori per catturare i primi cavedani di stagione.

In questo articolo parleremo proprio di questo, un ripasso, quindi per i più esperti, un'interessante lettura per chi è alle prime armi.

Tutto al proprio posto

L'organizzazione durante la sessione di pesca è tutto, vediamo come fare una volta entrati in acqua.

La cintura reggi canna

Indispensabile quando si pesca in acqua, regolabile in vita ha applicato un pratico reggi canna rigido che consente il ricovero in sicurezza della bolognese quando servono entrambe le mani per operazioni quali legare un amo o settare la montatura.

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Senza contare che la cintura, dal bordo posteriore alto, serve anche ad aiutare la schiena dei meno giovani a sopportare ore in piedi, magari in equilibrio precario.

Il secchiello

Di plastica rigida, ha un attacco in alluminio che si adatta alla cintura e può contenere tutte le esche necessarie alla battuta di pesca.

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Rispetto al classico sacchetto di stoffa è impermeabile e impedisce che i bigattini si bagnino accidentalmente cambiando così assetto in acqua.

La fionda

Di piccole dimensioni, trova facile alloggio nei waders o dentro il gilet, utile per un’azione di pasturazione precisa e dosata.

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Lo slamatore

Riveste un’importanza rilevante anche se si usano ami barbless, spesso alcuni pesci, primi fra tutti i barbi, tendono ad ingoiare l’esca, in particolare quando l’azione di pesca si svolge con un buon appoggio sul fondo.

Lo slamatore deve essere scelto di misura adeguata alla misura degli ami, possibilmente sdoppiato e fornito di punta metallica per districare velocemente i garbugli della lenza.

Le forbici

accessorio utilissimo, ma spesso sottovalutato. Un esempio, provate a tagliare il nylon eccedente dal nodo sulla legatura di un amo usando i denti o usando la forbice, un “baffo” troppo sporgente o tagliato male può imprimere all’amo innescato un movimento anomalo in acqua, facendo da timone, che anche il più sprovveduto dei cavedani noterebbe.

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Il guadino

A manico corto con rete morbida safety fish o gommata va usato quando non si ha la necessaria dimestichezza per bloccare il pesce con le mani oppure quando si ha la fortuna che la schiena del cavedano è più larga dell’apertura della nostra mano.

Il caster la pupa del bigattino

Il caster può diventare un’arma micidiale per risolvere positivamente una giornata nata male. Il colore della larva indica il grado della maturazione della stessa, più è scuro più siamo vicini a veder svolazzare un moscone. Nei colori più scuri il caster diventa galleggiante ed è ottimo per inneschi a mezz’acqua o pop up.

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L’innesco necessita di un minimo di delicatezza e precisione e la manovra è facilitata da un amo con caratteristiche particolari. Il filo è scelto in relazione alla valutazione se pescare sul fondo o a galla, nel secondo caso avremo bisogno di un filo non troppo grosso per bilanciare perfettamente la pupa galleggiante.

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Il gambo deve essere corto, la punta barbless o con micro ardiglione e la curva deve esser ampia e morbida per consentire un appoggio ottimale della larva. La misura è scelta in base alla necessità di presentare un innesco singolo o doppio. Nei casi più difficili è sempre meglio optare per la crisalide singola.

Nella giornata raccontata l’innesco “in punta” del caster, praticamente a penzoloni su di un amo del 22, ha prodotto numerosi lisci e ferrate a vuoto. Quando abbiamo modificato l’innesco presentando un caster di traverso con punta dell’amo ben libera su di un amo del 24 la percentuale di strike è balzata molto vicino al 100%.

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Valutare sempre sullo spot

Preparare la montatura a casa, nella comodità di una sedia e a temperatura ottimale, al fresco d’estate e al caldo d’inverno, è certamente comodo, ma troppo spesso le condizioni dello spot richiedono un approccio mirato che può essere deciso solo nel momento in cui si valutano “sul campo” le condizioni di pesca.

Sono troppi i fattori legati a innumerevoli discriminanti che incidono sulle scelte finali di canna, esche e montatura; questo a partire dalla stagione per finire alle condizioni meteo passando per una serie quasi infinita di altre valutazioni oggettive e soggettive.

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Nei fiumi appenninici le condizioni possono cambiare radicalmente nel corso di poche ore, basta un temporale per modificare velocità della corrente e limpidezza dell’acqua o qualche refolo di vento per portare sulla superficie detriti che rendono impraticabile un approccio a “vista” su cavedani & C.

Per questo si consiglia sempre di arrivare, magari di buonora sullo spot leggere bene l'acqua e solo a quel punto iniziare a realizzare la lenza che riteniamo più opportuna. Poi, sicuramente durante al giornata dovremo cambiare assetto a quest'ultima...

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Due lenze ideali

Spesso, per correggere a nostro favore la giornata dobbiamo per forza scendere a compromessi e modificare l'assetto di pesca.

Principalmente sono due le lenze consigliate per affrontare il cavedano in questo lasso di stagione. Pescando su di un fondale di circa 2,00/2,50 metri abbiamo una montatura adatta a sfruttare la naturale galleggiabilità dei caster più vecchi, quelli marrone scuro o neri.

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Circa 80 cm di lenza, galleggiante 4x12 con piombatura raccolta in 30 cm a partire dalla deriva e un solo pallino del 12 pinzato sull'asola, 50 cm di terminale 0,07 che consente alla pupa innescata su di un amo del 24 di stare in superficie (schema 1).

L'altro sistema è quello di appesantire molto la montatura rispetto a quello che chiede la corrente ( esempio se si pesca bene con uno 0,20-0,30 di portata andiamo su 0,75). Galleggiante da 0,75 grammi con piombatura raccolta per arrivare subito sul fondale. Terminale molto lungo dello 0,083 e micro pallino pinzato a 3/4 dello stesso a pelare i ciottoli. In sostanza il caster saltella quando incontra le asperità del fondo per poi riscendere in una sorta di stand-up/sit-down molto adescante (schema 2).

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