Le Tecniche Migliori e le Esche più Catturanti per Insidiare la Spigola in Foce

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Croce e delizia di molti pescatori, la spigola riveste un’importante posizione nel panorama alieutico…

Un pesce che abita sia in mare che nelle acque salmastre, la spigola la possiamo incontrare un po’ dappertutto.

Questo pesce di taglia medio grande presenta un corpo compresso, coperto da scaglie di medie dimensioni. La forma della testa è abbastanza grossa come lo è anche la bocca con mandibola pronunciata armata di tanti piccoli denti.

Parlando delle abitudini della spigola possiamo subito dire che questo pesce di specie eurialina si sposta spesso dal mare alle acque dolci soprattutto nella fase di alta marea, momento ottimale, anche per insidiarla.

La spigola la possiamo comunque incontrare anche a diversi chilometri dalla foce. I soggetti immaturi e subadulti hanno abitudini gregarie, mentre gli esemplari di taglia maggiore li possiamo incontrare in coppia o addirittura isolati.

Come si pesca

La spigola la possiamo insidiare con molte tecniche di pesca. Ovviamente se si intendono catturare i difficili grossi esemplari che si aggirano sotto costa bisogna per forza prediligere tecniche dove si impiegano esche voluminose. Di solito le catture più interessanti vengono fatte a spinning o con il vivo.

I momenti migliori per catturare qualche bell’esemplare di spigola sono quelli invernali quando i pesci più grossi si spostano all’interno delle foci per predare le piccole anguille che risalgono il corso d’acqua.

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Possiamo avere successo, su questo pesce anche pescando con la amata bolognese, la più utilizzata in assoluto, oppure con la roubaisienne in spot particolarmente tecnici. Vediamo nelle righe che seguono di entrare di più nei particolari.

Croce e delizia degli appassionati la spigola è una specie che staziona per buona parte dell’anno nei pressi della foce, sarebbe, però, più corretto dire che in molti casi ci vive per tutto l’arco dell’anno, e gli esemplari più grossi si spingono anche fino a decine di chilometri di risalita, condividendo l’habitat con i pesci di acqua dolce, che, in molti casi diventano il loro cibo preferito.

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La spigola è uno dei pesci più apprezzati e “cacciati” dai pescatori di foce, poiché, oltre alla bontà delle carni, è un pesce lunatico e particolarmente sensibile ai movimenti di marea e ai cambiamenti meteorologici, quindi più avvincente da insidiare.

Ovviamente, come la maggior parte dei predatori, può capitare che in serate particolari entrino in frenesia alimentare per eventi all’uomo del tutto sconosciuti e sia semplice catturare tanti pesci, e poi, la sera dopo, risultano inesistenti. Questa in poche e semplici parole è la spigola.

Bolognese

Una delle tecniche di pesca praticate dai pescatori dolciacquicoli che hanno deciso di concentrare la loro attenzione sui pesci della foce, è la bolognese. Questa tecnica, oltre ad essere molto produttiva soprattutto ad inizio autunno, offre al pescatore un divertimento unico nel suo genere.

Per pescare in foce, bisogna essere muniti di una bolognese di almeno sette metri ad azione medio rigida, in modo da poterla sfruttare per le diverse situazioni che si possono presentare. La canna dovrà essere munita di un mulinello di piccole dimensioni caricato almeno con del nylon dello 0,14 se si pesca con i bigattini, dello 0,16 se si pesca con altri tipi di esca.

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Attrezzatura

Per pescare con la bolognese, l’attrezzatura deve essere composta da pochi, ma utilissimi accessori. Quindi, alcuni rocchetti di nylon da terminali, meglio se in fluorocarbon, dello 0,10/0,14, alcune buste di ami di misura compresa dal n. 10 al 18, una scatola ben assortita di piombi ed un contenitore porta-galleggianti di misura variabile da 1 a 8 g, sono quello che serve per realizzare una montatura in qualsiasi condizione d’acqua.

Con la roubaisienne

Al contrario di quanto si possa pensare, la pesca in foce con il bigattino, impone, regole ferree per una buona riuscita della pescata.

Esistono luoghi, dove il fondale è basso, a volte non arriva al metro e mezzo, però, durante l’alta marea, i pesci entrano in attività. In questa particolare condizione, avrà la meglio chi pesca con montature molto leggere eseguendo passate veloci e precise.

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In tali condizioni, è praticamente impossibile riuscire a pescare con la bolognese, poiché difficilmente riusciremo a tenere un piccolo galleggiante da 0,20 in pesca. Ecco che entra in scena la pesca con la roubaisienne, una tecnica per palati fini, pronta a regalare forti emozioni anche in foce. con questa tecnica oltre ad essere molto precisi nelle passate, lo saremo altrettanto nella pasturazione.

Le esche

La spigola, può essere insidiata con successo con molte esche. Quella più utilizzata è l’universale bigattino, capace, soprattutto nel periodo autunnale, di essere molto catturante.

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Per fare la selezione, bisogna impiegare il gamberetto vivo, facilmente reperibile tra le buche degli scogli, o appena sotto banchina attaccato al muro. Scorgere i gamberetti sarà molto facile, basterà, illuminare la zona prescelta con una torcia e vedremo gli occhi dei crostacei che sono catarifrangenti.

A questo punto, basterà calare in acqua un retino con all’interno un pezzo di sarda che i gamberetti incuriositi ed affamati vi entreranno senza problemi. A questo punto, basterà metterli in un apposito secchiello fornito di ossigenatore, preoccupandoci di cambiargli l’acqua almeno ogni ora. L’acqua da utilizzare dovrà essere sempre quella del luogo dove gli abbiamo reperiti, poiché, il gamberetto è un crostaceo molto sensibile agli sbalzi di salinità.

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