Innesco e Utilizzo degli S-Pellet nella Pesca a Feeder

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La pesca specialistica è uno stato mentale dove il pescatore amante del proprio obiettivo si immedesima cercando di raggiungerlo a tutti i costi.

Durante il periodo estivo, le difficoltà oggettive di arrivare sul pesce di taglia non sono poche. Livelli bassi, temperature dell'acqua miti, favoriscono l'attività dei pesci di piccola taglia che, molto spesso sono lì ad aspettare le nostre esche per divorarle appena toccano l'acqua.

Ecco che l'ingegno accompagnato ad approcci totalmente diversi può fare la differenza.

Ed è proprio sulla tipologia di esche che dobbiamo concentrare le nostre attenzioni dando, soprattutto uno sguardo a quello che può offrire il mercato e le varie aziende di settore sempre pronte a “sfornare” qualche golosa novità.

Nella bella stagione, pur frequentando fiumi che sappiamo per certo essere riccamente abitati da ospiti pinnati dalle dimensioni molto spesso sorprendenti, si presenta un problema che alle volte è senza soluzione, vale a dire la massiccia, invadente e prepotente presenza di piccoli pesci di disturbo.

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Sono torme indiavolate di minutaglia affamata e organizzata, nuvole di piccoli ciprinidi composte da specie diverse, ma che hanno come caratteristica comune quella di essere velocissimi nell’aggredire ogni genere di esca, sempre che la stessa, per dimensioni o consistenza, possa essere ingoiata, succhiata, mordicchiata, sminuzzata o triturata, insomma tutte operazioni che la rendono assolutamente inservibile per altro genere di pesci.

Ovviamente, vediamo come oggetto di disturbo questi piccoli pesci, però, facendo una doverosa riflessione dobbiamo allo stesso tempo essere molto felici che ci siano queste nuove nascite perché è il futuro che avanza ed una ricchezza per i corsi d'acqua.

Magari, tra qualche anno, questi pesci ci faranno divertire perché sono cresciuti di taglia ed il ciclo di vita che si ripete, ci farà ancora dannare con le nuove nascite.

E' una ruota che gira, ma che, ripetiamolo è molto importante per i fiumi. Alle volte nemmeno il caro vecchio mais tenero sfugge all’assalto e altre volte abbiamo assistito alla vera e propria distruzione nel giro di pochi secondi dei vari chicchi, dall’odiata orda famelica, perfino un fiocco di tre o quattro “orsetti”.

Ci sono giornate in cui i grossi cavedani sono particolarmente attivi e con questi bestioni in giro i piccoli pesci si guardano bene dal girare allo scoperto, ma normalmente il campo è libero e allora è il pescatore a trovarsi sotto assedio.

Le soluzioni sono diverse, quali usare esche particolari, tipo l’uva o la crisalide, che però non sempre sono reperibili e non sempre sono efficienti.

Fra i prodotti presenti sul mercato abbiamo trovato l'esca giusta per affrontare questa tipologia di imprevisto. Stiamo parlando degli S-Pellets che sono morbidi, ma che fanno la differenza quando la presenza di pesce piccolo è assillante.

Possiamo trovarne di 3 misure diverse (6, 8 e 11 mm) e da una varietà di gusti per soddisfare ogni naso, dei pescatori, e ogni palato, dei pesci.

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Dopo varie prove in spot e con pesci dalle abitudini e dalle caratteristiche opposte dobbiamo dire che abbiamo riscontrato qualche piccola differenza di resa, nel senso che in determinate situazioni un gusto e soprattutto un diametro hanno reso meglio di altri. Il “krill” è risultato devastante in acque libere, a corrente media e buona profondità nei periodi pre e post estate, mentre il monster crab e mussel e l'F1 si sono ben comportati in cava, la strawberry è l’allround per eccellenza.

Altra cosa, abbiamo notato che gli S-Pellets non selezionano la specie, ma sicuramente la taglia escludendo dal banchetto, questa è la cosa importante, tutto quello che non ha una bocca abbastanza grande per ingoiare l’innesco.

Il pellet si presenta con una consistenza gommosa, il che lo rende immune ai morsi dei piccoli pesci e una forte presenza di oli ricchi di attrattori.

La durata in acqua varia in relazione alla temperatura, alla profondità e alla velocità della corrente, ma in un lasso di tempo fra gli 0 e i 30 minuti abbiamo la matematica certezza che gli S-Pellets lavorino sempre al meglio, minutaggio più che sufficiente visto che il caricamento del feeder avviene con intervalli sempre minori, dando modo così di controllare frequentemente lo stato dell’innesco.

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Proprio sulla metodologia dell’innesco stesso c’è da spendere un paio di parole. Gli S-Pellets possono essere innescati direttamente sull’amo, avendo cura di scegliere una misura adatta e un modello dalla curva abbastanza ampia da permettere l’appoggio del pellet.

Si può scegliere il classico rig avendo solo l’accortezza di bucare il pellet con un ago a punta fine, sono perfetti con l’uso del sistema quick stop.

Abitualmente si è soliti usare una bait band di misura adeguata, con un po’ di pazienza e perizia l’innesco è veloce e pratico, non rovina il pellet e se vogliamo un posizionamento più sicuro basta inciderne leggermente la superficie su di un lato con l’unghia in modo da fare un piccolo incavo dove il gommino della bait band s’incastra.

La bait band assicura anche la giusta distanza pellet/amo. L’esca, comunque si scelga di fissarla, sopporta benissimo lanci lunghi e/o forzati.

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Per finire abbiamo impiegato ami la cui presenza dell’occhiello reclinato verso l’esterno regala una rotazione ottimale anche con l’uso della suddetta fascetta di gomma.

Un’ultima nota di merito per la confezione degli S-Pellets. Si presentano in piccole bustine nere, poco ingombranti, con l’apertura richiudibile, in modo da garantire una lunga durata.

Tra l’altro, nulla vieta di continuare a pasturare con dei normali sfarinati, magari addizionati da qualche S-Pellets sminuzzato, o con dei semplici bigattini.

Insomma un’esca che è sempre bene avere in borsa specie quando le temperature salgono e il bigattino diventa poco produttivo.

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