MORFOLOGIA, HABITAT ED ALIMENTAZIONE
L’orata ha il corpo dalla caratteristica forma ellittica, compresso lateralmente, con il dorso scuro ed i fianchi argentei. Il nome deriva da una sorta di “mascherina” d’orata che collega gli occhi nella regione frontale, mentre in prossimità delle branchie spicca una vivace macchia rosso vinata.
E’ un pesce che solitamente raggiunge i 70 cm di lunghezza per 6-10 kg di peso, anche se sono state effettuate catture di esemplari fino a 17 kg ed 11 anni di età!
Parlando di habitat l’orata preferisce ambienti costieri fatti di praterie erbose o fondali sabbiosi, per lo più intorno a scogliere tra 5 ed i 30 metri di profondità. Con l’ avvicinarsi della bella stagione, infine, è facile incontrarla presso lagune costiere ed estuari.
La specie è ermafrodita: nasce maschio per subire poi, ad un certo grado di sviluppo, l’ inversione sessuale. La riproduzione avviene tra Ottobre e Dicembre e la schiusa delle uova in acque poco profonde (esempio lagune salmastre o baie) che garantiscono temperature dell’acqua più miti.
Tipicamente grufolatore, ricerca il cibo rovistando con il muso nel fondale sabbioso o tra gli scogli, alla ricerca prevalentemente di molluschi bivalvi e crostacei (mitili e granchi) pur non disdegnando diversi tipi di anellidi (vermi) marini.
E’ un pesce prettamente solitario nell’età adulta, tendendo invece ad aggregarsi in piccoli gruppi nello stadio giovanile. C
ome tutti gli sparidi, l’orata possiede un apparato boccale specializzato per la sua alimentazione: al fine di frantumare all’istante cozze, murici e granchi è dotata di incisivi caniniformi molto robusti e grosse placche molari e premolari che fungono da vere e proprio macine!
LA PESCA DELL’ORATA
L’orata è una delle prede più ambite in Italia soprattutto per l’enorme resistenza che è in grado di sprigionare una volta allamata. Tra le tecniche, le più utilizzate sono senza dubbio il surfcasting e la pesca a fondo dai moli.
E’ bene tener presente che questo pesce spesso pascola e si ciba in orari e condizioni non canonici per la pesca: sole alto e mare calmo.
Nel surfcasting la condizione ideale per insidiare l’orata è che si peschi in spiagge sabbiose dove si sia accertata la presenza, al largo, di colonie di molluschi bivalvi (cannolicchi, cozze, fasolari o datteri di mare).
L’esca principe e più utilizzata è senza dubbio la cozza, anche se esistono alcuni sistemi di innesco piuttosto laboriosi. Il più utilizzato e piuttosto semplice è quello che prevede l’inserimento dell’amo all’interno delle valve senza danneggiare la cozza e assicurando la chiusura con del filo elastico.
Discorso analogo per l’innesco del cannolicchio: amo tra le due valve e filo elastico a tenerlo chiuso.
Esche alternative ed ottime sono il granchietto di sabbia e gli anellidi, fra i quali spiccano l’arenicola e l’americano. In ogni caso è bene ricordare che di fondamentale importanza sarà si l’innesco, ma soprattutto il terminale che non deve essere troppo spesso.
Il granchietto di sabbia deve essere reperito nella zona di pesca: basterà posizionare una mezza sarda legata sul bagnasciuga per vedere accorrerlo in compagnia nell’arco di una mezzora. Importante per l’innesco è che quest’ultimo venga privato delle chele e delle ultime due zampe (quelle che gli consentono di insabbiarsi).
L’attrezzatura è quella classica da surfcasting: una canna da 4-5 mt, abbastanza potente da lanciare anche 100-150 gr (necessari per raggiungere e superare la linea di frangenza delle onde) ed un buon mulinello fluido e capiente.
Che si usi la montatura che prevede il piombo scorrevole o fisso, è essenziale che il terminale sia lungo (non meno di un metro ma anche più) e, come già detto, sottile (0,20 – 0,22). Per la pesca dai moli si utilizzano le stesse esche, ma attrezzature e parature più leggere.
Un ultimo consiglio importantissimo: a causa della straordinaria potenza della bocca dell’orata e della sua speciale conformazione, è indispensabile che l’amo sia estremamente robusto ed affidabile.