Pesca a Bolognese in Trattenuta. Strategie in Foce

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Questo mese offre tante opportunità al pescatore da terra. In questo momento stagionale può dare pieno sfogo alla sua più grande passione con buoni risultati...

Gli scorci del fiume sono totalmente cambiati da qualche giorno ed il verde tutto intorno accende la speranza nel pescatore a bolognese amante della foce e dei tratti di acqua salmastra ora molto interessanti da affrontare.

I mesi precedenti sono stati difficili come deve essere, l'inverno è una brutta bestia, però, mi piace pensare al Generale come un alleato pronto a gettare solide basi per la stagione primaverile ed estiva.

Le stagioni devono fare il proprio corso e questo, purtroppo non lo stanno facendo da anni confondendosi e il tutto si rivale sull'ecosistema in maniera negativa. L'esplosione della primavera spesso arriva all'improvviso senza nemmeno rendercene conto ci ritroviamo un giorno con il vestiario non idoneo.

Anche l'odore dell'aria cambia, il senso dell'olfatto ci fa respirare a pieni polmoni un'aria mite ricca di odori fino a questo momento non del tutto percepibili. Anche l'acqua del fiume cambia aspetto, temperatura, colore, le tonalità di celeste vanno sempre di più verso il verde smeraldo per diventare ancora più carica e matura, come del resto il fondale, più caldo e ricco di cibo.

Tutto questo gioca a nostro favore mettendo i pesci in attività con una frequenza maggiore e soprattutto continuativa. Si chiama primavera ed arriva come tutti gli anni più o meno, dobbiamo essere noi a capire il momento giusto per presentarsi in foce, impugnare la bolognese e pescare.

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Scegliere lo spot

Senso dell'acqua e del pesce ecco cosa ci vuole per una corretta scelta della postazione di pesca. Oppure, uno storico, appunti di viaggio dove sono segnati condizioni di pesca e catture. Quest'ultimo può essere un ottimo stratagemma per ridurre al minimo il margine di errore.

Lo scopo primario, però, di questo pezzo è quello di divulgare in qualche modo la nostra più grande passione, estenderla ai più giovani, a quelli vogliosi di imparare a tutti gli amanti della pesca con la bolognese in acqua salmastra.

Non è semplice scegliere lo spot, sopratutto in un periodo dove le piogge si fanno sentire, il fiume subisce ancora sbalzi di livello talvolta importanti e, il dubbio più frequente è proprio quello di capire dove stazionano i pesci di nostro interesse.

Cefali, orate, mormore, ma soprattutto spigole sono le specie oggetto delle nostre attenzioni, tutti pesci di estrazione eurialina, cioè capaci di sopportare gradi diversi di salinità senza problemi.

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Dobbiamo capire, soprattutto dove si spinge il cuneo salino, in questo periodo, i corsi d'acqua dolce hanno comunque sempre una buona portata, di conseguenza, detto cuneo, raggiungerà distanze minori rispetto a quelle estive dove i fiumi hanno una portata molto bassa.

Difficile sentenziare distanze matematiche, i conti con la Natura non si fanno, anche in questo caso gioca un ruolo importante l'esperienza e la frequentazione dello spot, ma possiamo affermare senza smentita anche con portate primaverili, il cuneo salino, qualche chilometro lo percorre senza problemi.

Il cuneo salino è la superficie di separazione tra l'acqua dolce (sopra) e l'acqua salata (sotto) in presenza di una intrusione salina.

Maree, come e quando

Argomento di poca discussione, soprattutto sui Social dove il movimento di tastiere spesso agisce molto di più della canna da pesca.

Un argomento molto importante, poco trattato dai più vogliosi di sapere spesso attenti a chiedere quali lenze ed esche utilizzare senza preoccuparsi del fatto di gettare lenza ed esca in acqua, ma farlo nel momento giusto, altrimenti entrambe le cose risulteranno vane, senza produrre alcuna cattura.

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Ovviamente non esiste una regola assoluta su tutto il territorio nazionale, ma regole ben precise in ambito locale sì! Riuscire a capire il movimento di marea giusto dove i pesci entrano in attività è una chiave importante e può aprire la porta giusta dando una svolta alle sessioni di pesca.

Chi mi conosce sa quanto preferisco le prime due ore di marea montante quando dalla bassa si passa alla alta e quanto odio le ultime ore di marea montante per apprezzare di nuovo le prime ore di quella calante.

Praticamente i momenti dove si ha un buon flusso di corrente omogeneo e la pesca in trattenuta la fa da padrone. Rimarremo su questo aspetto, fulcro delle righe che seguiranno. Senza tralasciare il fatto che, l'acqua salata essendo più pesante della dolce, rimane nelle zone più profonde, quindi nelle buche, nelle depressioni ed insieme a lei anche i pesci.

Quindi sfatiamo subito il mito che i pesci mangiano solo in alta marea, forse in alcune realtà sì, ma fate una cosa, seguite il mio consiglio scegliendo i movimenti di marea che ho scritto sopra e fatemi sapere come vi è andata!

L'azione di pesca

Partiamo da questo presupposto: i pesci, in questi contesti si comportano come grufolatori nonostante predatori, parlando di spigole! Quindi, dobbiamo agire di conseguenza per adattarci a questa condizione.

Ore di pesca ci hanno fatto capire questo comportamento. Pescando a bolognese in passata classica, agendo con brevi trattenute della lenza e rilasci, i risultati c'erano, ma non del tutto soddisfacenti. Siamo arrivati, quindi, alla conclusione di iniziare ad intraprendere la strada della pesca in trattenuta.

Un'azione molto secca senza tanti fronzoli, ma con regole ben precise da rispettare, prima fra tutte la pasturazione e la posizione dell'apparato pescante sul fondale.

Diciamo fin da subito di dedicare massima attenzione alla lunghezza del terminale e a quella della spallinata. Quest'ultima realizzata almeno su un metro di lenza con pallini della stessa misura, a me piace realizzarle con misure piccole nell'ordine del n. 9, massimo del n. 8, questo però a seconda della grammatura utilizzata, comunque negli spot abituali massimo utilizzo galleggianti di un grammo a pera rovesciata, quindi i pallini del n. 9 sono da preferirsi.

In merito alla lunghezza del terminale spesso viene determinata dalla forza della corrente presente durante l'azione di pesca, quest'ultimo può raggiungere distanze fino a due metri nei casi limite, diciamo fin da subito, però, l'utilizzo di un terminale di 120 centimetri è una buona base da cui partire.

Misurazione del fondo

In commercio esistono tanti modelli di sonde. Nei gilet di molti pescatori, però, non trova più spazio la più antica di queste: quella a molla. Nominata anche in maniera scherzosa “sonda pac man” in ricordo del vecchio video games che ha fatto divertire più di una generazione, questa tipologia di sonda ci verrà un aiuto per misurare il fondo in maniera precisa dal primo pallino della lenza.

Pescando in trattenuta, il primo pallino, cioè quello che si trova sopra il nodo del terminale deve stare in appoggio sul fondo. E spesso, non basta, possiamo incontrare situazioni dove si appoggiano anche più pallini, fino ad arrivare ai casi limite con l'intera spallinata adagiata sul

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Dobbiamo essere noi ad adeguarci ai pesci, difficilmente accadrà il contrario. Quindi, andremo a “pinzare” con la sonda il primo pallino e misureremo il fondo preoccupandoci di sondare anche qualche metro più valle per capire dove andremo ad agire.

Spesso, un dosso, una depressione seppur minima o apparentemente impercettibile può fare la differenza.

Pasturazione

La pesca a bolognese con il bigattino è una delle più difficili. Questa affermazione credo abbia poche smentite. Una delle peculiarità della bolognese è proprio la pasturazione e in acqua corrente le cose si complicano.

Stiamo pescando in trattenuta, questo vuol dire che stiamo fermi. A differenza della pesca in passata, le larve le possiamo intercettare allungando quest'ultima, ma stando in trattenuta secca, dobbiamo calcolare bene dove gettare i bigattini, altrimenti vanificheremo l'intera azione di pesca.

Non scegliete la strada dell'incollato, con le spigole funziona molto poco se non per niente! Quindi, via libera allo sfuso lanciato a fionda.

Dovete tenere ben d'occhio la corrente e pasturare solo quando quest'ultima rallenta o scende in modo omogeneo verso valle. Lanciate le larve a intervalli di tempo ben precisi dando un ritmo alla pasturazione in questo modo, oltre ad essere precisi sarete anche molto più concentrati.

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L'amo

Pescando con il terminale completamente appoggiato sul fondo, l'uso di un amo ad occhiello di forma grub legato fuori asse con un KLK (Knotles Knot) diventa una scelta quasi obbligata secondo il mio punto di vista per garantirci meno ferrate a vuoto oltre ad avere una buona tenuta durante la fase di combattimento con il pesce.

La scelta di quest'ultimo deve essere fatta con la giusta cognizione di causa, ottimi anche gli specialist di Drennan nonostante non siano di forma grub. Quest'ultimi hanno una forma dritta con la curva storta ed una capacità di penetrazione ottima oltre ad essere anche molto robusti.

Non ci dimentichiamo che possiamo incontrare anche orate di taglia pronte a frantumare ami poco resistenti.

Nn preoccupiamoci troppo della leggerezza dell'amo, stiamo pescando completamente appoggiati sul fondo spigole, orate, mormore, pesci poco attenti alla leggerezza, ma molto di più alla sostanza. Quindi curate bene l'innesco fatto con un singolo bigattino oppure anche a coppia o triplo, talvolta, il boccone è molto gradito.

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