Pesca della Trota Fario a Spinning in Torrente

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La trota fario è sicuramente il salmonide più diffuso nel nostro Paese ed in Europa. Gli amanti dello spinning la cercano soprattutto per il suo carattere ombroso, scostante a volte bizzoso.

Un pesce molto affascinante che si cela tra le correnti ed i muri d'acqua dei corsi del piano, di collina e di alta montagna. Regina indiscussa del torrente sia di alta montagna che di fondovalle, dove, sicuramente, stazionano gli esemplari più grossi.

La trota fario è uno dei primi incontri di chi affronta il torrente di montagna, ovviamente le prime saranno piccole al di sotto della misura minima consentita, ma una volta acquisita la giusta esperienza e le strategie migliori per affrontare i tratti prescelti per la pesca, aumenterà oltre che il numero delle catture anche la loro misura.

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La trota fario è distribuita in tutta la penisola, in quantità più o meno generose. Questo pesce, inoltre, è stato frutto di attenti studi, che ne hanno resa possibile la riproduzione in cattività. Questo fatto, ha creato un po’ di scompiglio nelle razze, poiché, allevando specie non del tutto autoctone, si sono avute molte ibridazioni tra fario di ceppi totalmente diversi, creando molta confusione e, in certi ambienti, si è perso il ceppo autoctono, ormai irrecuperabile.

La trota fario ha da sempre dato il senso della purezza, del pesce che vive in acque pulite e spumeggianti pronta a far dannare anche il più esperto dei pescatori. Vediamo come insidiarla a spinning con i minnow.

STRATEGIE D'INIZIO STAGIONE

La temperatura dell'acqua, salvo rare eccezioni, è decisamente bassa. La trota, sebbene non osservi nessun "letargo", non attaccherà i nostri artificiali con la foga tipica della primavera avanzata, dell'inizio autunno o comunque delle stagioni temperate.

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Ciò comporta, da parte nostra, un recupero più lento, condotto non certo a galla, ma nei pressi del fondo, ed un poco più "blando", con pochi virtuosismi. Lo scopo finale, ricordiamolo, è quello di indurre pesci ancora un poco "addormentati", ed a volte ancora poco ambientati, all'attacco.

Questo ha più probabilità di accadere quanto più l'artificiale staziona (lavorando) negli spot che batteremo. I primi giorni (e spesso il primo periodo) che seguono l'apertura non sono sicuramente migliori dell'anno, come abbiamo visto e vedremo. Quindi, per cercare di volgere a nostro favore la situazione, dobbiamo adottare diversi accorgimenti e tenere presenti determinate regole.

È vero che nella pesca a volte la fantasia e soprattutto l'ecletticità valgono più delle regole, ma si tratta di situazioni singole. Ricordiamo che se le suddette regole vengono invece dettate da numerosi anni passati sull'acqua, dove per qualche migliaio di volte abbiamo sempre visto, a parità di condizioni, lo stesso comportamento del pesce e lo stesso ripetersi di situazioni analoghe, molto difficilmente le nostre osservazioni (e non teorie) verranno stravolte.

Vediamo allora come comportarci, di norma, con madame fario.

CERCHIAMOLE IN RISORGIVA

Una tipologia di acqua molto particolare con la peculiarità di avere una temperatura costante dell'acqua per tutto l'arco della stagione. Proprio per questo, anche nei mesi più freddi dell'anno, possiamo avere successo sull'attività dei pesci che ci vivono. Un ambiente dove l'acqua difficilmente subisce variazioni di livello e si sporca con le piogge, quindi uno spot da tenere in ampia considerazione.

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La risorgiva è un corso d'acqua che nasce in maniera spontanea dal terreno, di solito in pianura e poi inizia a scorrere verso valle ed a prendere vita e livello. Un ambiente ricco di vita caratterizzato da piante acquaitiche e tanta fauna bentonica cibo naturale per i pesci.

Ovviamente, acqua molto chiara, livelli stabili, ma poca profondità non aiutano certo l'azione di pesca, quindi il pescatore dovrà avere un avvicinamento allo spot molto cauto. Stiamo tentando la cattura di pesci selvatici, probabilmente nati oppure immessi allo stadio di avannotto, quindi pesci rustici a tutti gli effetti con una linea laterale molto ben sviluppata.

In questi ambienti particolari dobbiamo fare molta attenzione e scrutare bene la porzione di acqua interessata perché le trote possono stazionare anche molto vicino alla sponda, non è raro, qualora si affrontasse la risorgiva in maniera superficiale vede scappare i pesci sotto ai nostri piedi.

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DOVE LANCIO?

Il pesce non è ancora molto fuori (cioè non si trova in spot prettamente estivi come cascatelle, correntine o sotto le fronde lambite dalla corrente), per cui varrà la pena di insistere nelle spianate a corrente lenta o comunque in spot dove riesce a stazionare con poco spreco di energie e, nello stesso tempo, ad attaccare senza grosse difficoltà la preda o (più difficilmente ora) l'intruso che la disturba.

Ad esempio, in presenza di zone morte lambite dalla corrente, possiamo far lavorare l'artificiale sul filo di quest'ultima il più a lungo possibile (ne parliamo tra poco). Insomma, salvo situazioni molto particolari, le trote non hanno ancora voglia (o sarebbe meglio dire ancora modo) di sguazzare nella corrente.

RECUPERI D'INIZIO STAGIONE

Se tutto quanto visto finora concorre a rendere la trota un poco "lenta", benché bisognosa di nutrimento viste le fatiche riproduttive da poco terminate, va da sé che un recupero che faccia rimanere l'esca il più a lungo possibile nei punti "caldi" (alias hot spot), sia ovviamente da tenere in grande considerazione.

Per cui i recuperi non frenetici, sia come velocità che come modo di lavoro dell'artificiale e che durano molto (e fanno lavorare il medesimo da fermo o quasi in quel dato punto, fin quando la regina perde le staffe e rompe gli indugi), molto spesso pagano. Ricordiamo anche che i suddetti recuperi riescono meglio, ed a volte solamente, controcorrente.

Quindi, se non sussistono grosse controindicazioni (vere, non presunte), infrangere i "sacri canoni" del risalire non è peccato.

MINNOW SU TUTTI

Stesso discorso: meglio non presentare qualcosa che frulla come un matto e genera stimoli ai quali la trota non è ancora in grado di reagire spesso (vedi rotante). Meglio invece presentare qualcosa che può muoversi anche sul posto con maggior facilità, senza stimoli magari fastidiosi, e che stimoli prevalentemente l'istinto della fame, di certo presente nell'immediato post - frega. Vale a dire che un minnow, ora, è meglio di un rotante o di un ondulante.

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Le smentite non mancano, perché la pesca non è una scienza esatta, ma globalmente i risultati danno molta più ragione ai primi.

LA FERRATA

La trota è un pesce dall'apparato boccale coriaceo, piuttosto "duro" ed, anche per questa ragione, occorre rispondere al suo attacco con una ferrata abbastanza decisa.

Il periodo in questione, dove potremmo trovare pesci che si esibiscono in attacchi un poco "svogliati" ed un poco più lenti della norma, potrebbe trarci in inganno, consigliandoci ferrate altrettanto svogliate.

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Invece, pensandoci bene, e soprattutto provandoci, si può evincere che, data la durezza della bocca, un attacco più "blando" diminuisce la percentuale di auto-ferrate. Quindi le suddette andrebbero portate senz'altro in modo deciso.

IL RILASCIO

Di solito e giustamente, prima di toccare un salmonide ci si bagna le mani. Sì, ma con questo freddo...! Eppure questa buona abitudine non andrebbe persa neanche ora.

Per quanto fredde, le nostre mani contengono sangue caldo, mentre il corpo della trota contiene sangue freddo. Non dobbiamo pensare solo ai primi istanti della presa e della slamatura; mettendo assieme queste fasi alla foto ricordo il tempo aumenta e le nostre mani sono comunque troppo calde per la trota.

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Inoltre, non bagnandoci le mani potremmo, con le medesime sporche, trasmettere qualche fungo o parassita. La trota è un leone in acqua, ma fuori è estremamente delicata.

SITUAZIONI METEO

Il comportamento di ogni predatore è influenzato dalle condizioni meteo.

Non solo perché le condizioni meteo influiscono sull'ambiente (questo è ovvio), ma soprattutto perché provocano, o viceversa inibiscono, diversi istinti nel pesce.

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Ad esempio, un abbassamento della pressione atmosferica provoca "frenesia" nel predatore, ma vi sono molti altri stimoli e situazioni, di cui parleremo. Se, ad esempio, trovassimo all'apertura un periodo già piuttosto "caldo" (anche se di norma non è così), le giornate che preludono a piogge sarebbero ottime.

Gli stimoli dei quali parlavo, però, vengono fortemente inibiti, ed a volte annientati del tutto, se l'acqua è ancora fredda.

Maggior attenzione va prestata invece alla luminosità. Sappiamo, ad esempio, che la fario è decisamente lucifuga, mentre l'iridea lo è molto meno. Teniamone conto, in base alla luminosità della giornata di pesca per la scelta degli spot ed anche per la specie che vorremmo insidiare di preferenza.

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