Il rockfishing, può offrire catture ed emozioni ad ogni stagione dell’anno, a patto di conoscerne i segreti, le regole e soprattutto gli spot ideali.
Cerchiamo innanzi tutto un punto alto ai margini della roccia naturale, e da li cercheremo punti della riva che siano accessibili, e che si affaccino su una zona di fondale importante, non troppo bassa.
Useremo canne specifiche, robuste e capaci, per i momenti di mare molto mosso , mentre canne più leggere ed elastiche per le altre occasioni. E’ indispensabile usare attrezzi telescopici, possibilmente in carbonio. La lunghezza può oscillare dai 3,5 ai 5 metri per l’attrezzatura più pesante, mentre può raggiungere anche i 6 metri per quella più leggera.
A questo punto procediamo a tre o quattro lanci eseguiti a ventaglio in varie direzioni: utilizzeremo una canna accoppiata ad un mulinello carico con filo spesso, montando poi soltanto un piombo a sfera o a pera.
Tali lanci ci serviranno per capire qual è la profondità d’acqua. Per ridurre il rischio d’incaglio della lenza, sarà opportuno recuperare velocemente per alzare il piombo e poi farlo ricadere sul fondo.
Le prede più facilmente reperibili praticando il rockfishing, oltre alle orate, ai saraghi e alle mormore, saranno predatori di fondo come il grongo, la murena, il dentice, e la cernia; poi pesci di branco come la tanuta, oppure predatori di mezz’acqua come la ricciola, la palamita.
Le scogliere basse sono quelle più indicate per la pesca della spigola con l’esca viva. Se il fondale sarà roccioso si può tentare con successo il grongo; se il fondale sarà misto con sabbia potremo tentare l’orata: il granchio sarà tra le prede più indicate. Le prede tipiche degli spot a media profondità, saranno i saraghi, i gronghi, murene orate, pagelli, scorfani.
La più classica delle pesche al rockfishing sarà quella al dentice, fatta innescando un pesce vivo e calandolo con il sistema della teleferica. La seppia nera è un’ottima esca che si può recuperare pescando ad eging.
Il complesso pescante deve essere composto da fili sovradimensionati, dello 0,60 o anche superiore , per poter recuperare con forza il pesce allamato.
Consigliamo di utilizzare una lenza multifibra per agevolare la fuoriuscita della lenza durante il lancio: questa ci consentirà di avere maggiore sensibilità nel percepire le abboccate, in quanto non sono elastici e trasmettono alla vetta della canna ogni trazione.