Artificiali per il Luccio. Le Hard Baits più catturanti

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La storia della pesca del luccio con esche artificiali inizia con le Hard Bait (esche rigide).

I primi ondulanti in metallo risalgono a migliaia di anni fa; i primi rotanti sono stati inventati nella seconda metà del 1800 e i primi minnow, i famosi Rapala, risalgono ai primi del novecento.

Ad oggi le hard bait sono le esche più diffuse per la pesca del luccio, queste comprendono una moltitudine di tipologie di artificiali, anche molto diversi tra di loro come: ondulanti, rotanti, spinnerbait, minnow, crank, jerk, etc.

Il nostro amato luccio non è una preda facile, all'interno delle finestre di attività può accadere che attacchi qualsiasi cosa gli passi vicino, ma quando decide di tenere la bocca chiusa, la situazione può diventare molto complicata.

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Capita spesso che durante momenti di apatia (che possono durare intere giornate!), si inizi a sostituire velocemente un artificiale con un altro. Un Replicant, e si fanno un paio di lanci, un Jerk, e si inizia a “jerkare” per altri due lanci, poi un ondulante e così via, fino ad andare a cercare nei meandri più profondi della nostra borsa quelle esche dimenticate con cui non abbiamo mai preso un pesce e che per qualche strano motivo speriamo che siano in grado di salvarci la giornata di pesca.

Solitamente momenti di stasi come questi coincidono con diverse variabili di attivazione negative: alta pressione, sole, assenza di vento, etc. In questi momenti preferisco usare un’esca di reazione, un hard bait, in grado di stimolare i Pike più apatici; di queste ce ne sono di moltissime tipologie e sono esche valide 12 mesi all’anno, che non dovrebbero mai mancare nella borsa degli artificiali di ogni Pike angler che si rispetti.

Le prime esche che andremo ad analizzare sono: crank e minnow di dimensioni e peso generosi, grossi lipless affondanti (ne esistono anche dei tipi galleggianti da utilizzare in acque basse) e i tanto amati jerk.

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Non andrò ad addentrarmi troppo nell'argomento della scelta dei colori in quanto, al contrario di come spesso può accadere nel Bass fishing, nella pesca del luccio, il colore dell'artificiale non è dettato da regole stabilite bensì dal gradimento del Pike in quel determinato momento, in quel preciso spot, e in quelle momentanee condizioni.

Porto con me sempre una vasta gamma di artificiali di diversi colori, in quanto le differenze di rendimento tra un colore e l'altro (quando ce ne sono), sono fortemente altalenanti e influenzate da una quantità di variabili impossibili da calcolare. Inoltre c'è da dire che nel 70-80% dei casi il colore dell'artificiale deve piacere al pescatore più che al luccio.

L'artificiale di quel colore specifico, quello in cui crediamo di più e che ci ispira di più, sarà quello con cui pescheremo più tempo, con maggior enfasi e fiducia, e sarà quello che automaticamente ci regalerà più catture. Al contrario accade più raramente che il luccio mangi solo su un determinato colore ben preciso, ignorando tutti gli altri.

I jerk

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L'emozione della mangiata su jerk a spinning è il massimo a cui possa aspirare un pescatore di lucci, l’attacco è potente e spesso si ferra “a vista” sull'esplosione d'acqua.

I jerk sono minnow privi di paletta che lavorano principalmente grazie a movimenti secchi e precisi della canna, manovrata con abilità dal pescatore.

Ne esistono anche alcuni tipi che nuotano con recuperi lineari, ma la caratteristica principale dei jerk resta la peculiarità di muoversi a scatti irregolari, “side to side” e stop&go stabiliti dalla mano del pescatore.

E' in acqua bassa (inferiore a 2 metri di profondità) e in presenza di ostacoli o vegetazione, che di solito abbiamo il rendimento massimo dai nostri jerk.

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Per la pesca del luccio utilizzeremo jerk di medie e grosse dimensioni (i miei preferiti sono gli Svartzonker Big McMio e McMy e i Rocket Jerk di Abu Garcia, e i Sèbile Lipless Glider). Sono esche che si lanciano bene in virtù del loro rapporto peso/volume, come tutti i minnow sono disponibili in diverse versioni con differenti velocità di affondamento, galleggianti (floating), assetto neutro (suspending), affondanti (sinking shallow) e a rapido affondamento (fast sinking).

Appena lanciati bisogna subito farli lavorare bene, i primi zig zag dopo il lancio di solito sono decisivi, ma la tecnica non è sempre facile e a seconda del tipo di jerk richiede ogni volta un recupero diverso e specifico, inoltre per sfruttare al 100% i vantaggi di quest'esca ci vuole un’attrezzatura specifica (canna da jerk).

Una cosa che capita spesso pescando a jerk è che il luccio insegua la nostra esca per metri e metri, per decidersi poi ad attaccarla in prossimità della barca, o nel sottoriva, proprio nel momento in cui per noi il recupero è ormai finito e siamo pronti al lancio successivo.

In queste situazioni, può capitare ai meno esperti di togliere letteralmente l’esca di bocca al luccio e guardarlo a bocca aperta fare dietro-front … Mai distrarsi negli ultimi metri di recupero, non è ancora finita!

Crank e minnow

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Lanciare grossi crank e minnow mi da la stessa soddisfazione di pescare a jerk, è una pesca veloce e dinamica da cui spesso scaturiscono altrettanto potenti reazioni.

I minnow, sono i classici pesciolini in legno o in materiale plastico, dotati di paletta sul muso. La paletta, solitamente in plastica, ha la funzione di far affondare il minnow e contribuisce a imprimergli il movimento caratteristico.

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Possiamo identificare come crank dei minnow più “tozzi”, con una paletta maggiorata che solitamente gli conferisce maggiori capacità di affondamento. Anche in questo caso ne esistono di un'infinità di varianti, con azioni di nuoto e profondità diverse, adatti a sondare ogni strato d'acqua, da quello superficiale a quello più profondo.

A seconda del tipo di nuoto, della colorazione e della eventuale dotazione di rattle interno (piccole sfere metalliche all'interno del corpo che producono rumori durante il recupero), possono essere considerate sia esche di reazione che di imitazione.

La gamma infatti è talmente ampia che contiene al suo interno dai minnow realistici, che imitano un determinato tipo di pesce, con livree perfette, privi di rattle, a minnow di reazione, con colori sgargianti e livree astratte, dotati di rumorosissimi rattle interni.

Scelgo sempre minnow di grosse dimensioni, superiori ai 15 cm. A seconda della limpidezza dell'acqua e della quantità di luce scelgo il colore e il tipo di minnow, in condizioni di buona luce e acqua cristallina (quindi alta visibilità dell'esca) scelgo colorazioni realistiche, scure o mimetiche con l'ambiente subacqueo.

In condizioni di poca luce o acqua torbida, preferisco minnow con colori sgargianti e chiari, dotati di rattle interno, ma la pesca non è una scienza esatta e capita spesso che le esche funzionino esattamente al contrario di quello che ci aspettiamo, quindi la cosa migliore è quella di fare vari tentativi, tenendo ben presente che quello che conta di più è “essere in pesca”.

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Essere in pesca significa che a prescindere dalla dimensione, dal colore e dal rumore dell'esca, questa deve passare davanti al muso del luccio in un momento di attività. Essere nel posto giusto al momento giusto!

Un altro fattore che influenza l'abboccata è la velocità di recupero. Questo tipo di esche necessita generalmente di un alta velocità di recupero, ma anche il recupero a velocità variabile è molto produttivo, far accelerare e rallentare bruscamente il nostro pesciolino, può fare la differenza tra un colpetto indeciso e un grande attacco!

I lipless

Un'altra categoria di minnow sono i lipless.

Sono degli artificiali non dotati di paletta che sfruttano la forma del corpo per affondare, sono esche tipicamente di reazione.

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Con i grossi Lipless affondanti si può esplorare una moltitudine di strati d’acqua, anche profondissimi. Utilizzo sempre modelli grossi e pesanti, dotati di ottima lanciabilità, con rattle interno e colorazioni vivaci. Anche in questo caso i recuperi saranno veloci e le ferrate fulminee.

Durante il recupero su fondali profondi, possiamo alternare alta velocità a stop di qualche secondo, per far riguadagnare il fondo all’esca, facendo ben attenzione, durante le pause, a non lasciare mai il filo lento.

Bisogna infatti sempre avere il contatto con l’esca, il luccio potrebbe attaccare il nostro lipless in caduta e, se non lo si ferra con prontezza, in una frazione di secondo risputerà la nostra inappetibile esca.

I lipless, come pure tutti i crank, possono essere usati con successo anche a traina, dove possono lavorare fino a quasi 10 metri di profondità. 

Gli Ondulanti

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Durante le mie giornate di pesca, arriva quasi sempre il momento di infilare nel moschettone del terminale un bell’ondulante.

E' un' esca alla quale sono particolarmente affezionato perché, durante gli anni 80, era in assoluto l'esca che usavo di più durante le mie prime uscite a lucci con mio padre. All'epoca pesavano 20 gr e avevano un fiocco rosso sull'ancoretta, quelli che uso ora pesano almeno il doppio e sono lunghi 20 cm! 

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I miei preferiti sono i Toby Magnum da 60 gr e gli Atom da 35gr di Abu Garcia, tra i pochissimi in grado di lavorare bene anche in caduta.

L’ondulante è un'esca molto versatile e si presta a molteplici utilizzi. Può essere recuperato linearmente, lo si può “rendere vivo” con dei colpetti di canna e con variazioni di velocità durante il recupero, lo si può “jerkare”, e dopo il lancio vicino agli spot, può funzionare bene anche in caduta. il contatto con l’esca si perde leggermente, quindi bisogna stare concentrati e pronti a ferrare forte al minimo tocco. 

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Rotanti

Un'altra esca legata a antichi ricordi è il cucchiaino rotante.

All'epoca la maggior parte delle catture le faceva il mio “Martin Luccio” da 20 gr con fiocco rosso, un esca che, seppur estremamente catturante, faceva (e fa...) selezione al contrario, facendo abboccare sempre lucci piccolissimi !

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Oggi esistono dei rotanti specifici per il luccio di grosse dimensioni e molto pesanti, anche in grado di “tenere il fondo” discretamente in acque fino a 3 o 4 metri, come gli Svartzonker da 50 gr, rotanti con doppia paletta dotati di grossi skirt sintetici che ne aumentano considerevolmente il volume.

Sono artificiali che utilizzo come “estrema ratio”, quando le altre esche non pagano, per provare a stimolare diversamente il pesce.

Gli spinnerbaits

Una categoria di esche simili ai rotanti, ma molto più attuale, è quella degli SpinnerBait. Nasce originariamente per il bass fishing, ma recentemente è stato riadattato per la pesca del luccio.

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Lo SpinnerBait da luccio è un'esca metallica di grosse dimensioni, dotata di una o due palette rotanti e di un trailer siliconico o skirt sintetico. E' un'esca di reazione, che supporta molteplici tipologie di recupero e attira bene l'attenzione del luccio, grazie alla enorme quantità di vibrazioni che emette.

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Una delle caratteristiche più apprezzate degli SpinnerBait è la loro grande capacità anti-incaglio, che ci consente di farli lavorare all'interno di grossi erbai e in mezzo a tronchi e strutture, laddove sarebbe impensabile arrivare con altri tipi di esche.

E' un'esca molto catturante e che nelle misure più grandi è in grado di regalarci catture di tutto rispetto.

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