Esche per Surfcasting: dal Bibi all’Americano

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Partendo dal presupposto che ogni spiaggia vuole le sue esche e che non sempre quelle più comuni possono “avere effetto” in quei lidi dove abbondano i “vermi locali”, possiamo dire che le esche più impiegate in questa tecnica sono sempre gli anellidi, dalla pregiata arenicola, al bibi e all’americano, alla classica sardina, al verme di Rimini, che rimane, insieme al bibi, un boccone ideale per l'orata di taglia e per qualche bel sarago.

L'innesco più efficace per gli anellidi sottili è di innescarli interi tramite l'apposito ago, mentre il coreano può essere innescato per la testa e lasciando la coda libera di agitarsi per attirare ancor di più la preda.

Il verme di Rimini, invece, andrebbe innescato a pezzi di due o tre centimetri, in modo da liberare al massimo il suo "profumo". Anche il bibi va innescato a pezzi, se di grosse dimensioni, ricordandosi di fare le legature nella zona del taglio per non svuotarlo, e di innescarlo con l'aiuto di un ago sottile.

Ottimi e redditizi anche i molluschi tipici degli arenili, come il cannolicchio e quelli dei fondali misti, come il murice.

Esche particolari

Questi molluschi possono essere acquistati nei mercati ittici. Si potranno conservare vivi in un secchio e sgusciarli al momento dell'impiego.

Tra i crostacei, in particolari zone caratterizzate da acque profonde a pochi metri dalla riva, dove non è necessario effettuare lanci a distanza, il paguro e il granchio sono delle ottime soluzioni.

Il paguro è un'esca validissima per questa tecnica ed in alcune zone d'Italia è largamente impiegata anche nella pesca alle mormore. L'innesco ottimale si fa liberando il crostaceo dalla conchiglia con delicatezza ed innescandolo, ancora vivo, nella parte morbida e carnosa del corpo.

Naturalmente possono essere impiegati, sia interi che a trance, esche come la sardina, il cefalo, il totano e la seppia, comunque a bocconi meno voluminosi per consentire un minimo di vivacità anche con mare calmo.

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Ottimi risultati si potranno avere con l'impiego dei piccoli moscardini innescati interi e "alleggeriti" con un pezzetto di polistirolo inserito nel mantello.

L'innesco del pesciolino vivo è stagionale, cioè nei mesi di Settembre, Ottobre e Novembre, può dare grandi soddisfazioni innescare piccoli cefali vivi per insidiare un po' tutti i predatori, spigole e lecce in testa.

Nella ricerca dell’orata, l’esca che rende di più in questa tecnica è certamente il bibi. Come sempre lo sceglieremo di dimensioni adeguate all’amo e lo innescheremo utilizzando l’apposito ago per bibi.

Questo si differisce dagli altri in quanto presenta su una delle estremità una piccola asola in metallo dove infileremo la parte terminale del nostro bracciolo privo di amo e faremo scorrere il verme già sistemato sul bracciolo al quale successivamente legheremo l’amo.

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Anche il verme di Rimini, nelle zone dove è particolarmente diffuso, dà ottimi risultati. Facciamo attenzione all’ombrina che si nutre scavando il fondo con il muso protrattile alla ricerca per lo più di vermi ed anellidi.

Il bibi, quello inscatolato per la pesca sportiva, si è dimostrato tra le esche più catturanti. Bisogna porre molta cura nel preparare un boccone perfetto ed utilizzando, sempre, il classico ago dotato di una piccola asola in metallo nella quale faremo passare prima uno spezzone del nostro bracciolo e successivamente innescheremo il bibi e poi legheremo l’amo.

Un’altra esca vincente, che ha dato modo di catturare esemplari di taglia davvero notevole è il coreano innescato a ciuffo. Dopo aver innescato, a scorrere sul filo del finale, un coreano, ne appunteremo, cominciando dalla testa, per poi ripassare l’amo per almeno due volte, almeno altri tre coreani, in maniera tale che formino un vero e proprio “ciuffo”.

Non potremo effettuare lanci particolarmente lunghi, ma se abbiamo trovato una buca che ci può interessare, il movimento che faranno i coreani sarà sicuramente molto adescante.

Una soluzione adeguata

Le spigole, nelle spiagge aperte, durante la fase alta della mareggiata spesso frenano il loro istinto predatorio e gli esemplari di taglia li troveremo tra la schiuma dei canali più profondi. Mentre al calare del vento, quando l’onda inizia a farsi lunga e regolare si avvicineranno a caccia di cibo, generalmente affamate e di conseguenza più facili da catturare.

Su un amo tipo wormer del n. 4 o del n. 6 innescheremo un “americano” intero di dimensioni adeguate, facendo molta attenzione quando lo infilzeremo con l’ago di non disperdere il contenuto di sangue.

Il bracciolo lo potremo collocare a circa dieci centimetri dal piombo oppure in alto sul trave tenendolo lontano dallo sgancio rapido del piombo circa una ventina di centimetri.

Queste due soluzioni ci permetteranno di gestire al meglio la profondità del canale dove pescheremo. Utilizzeremo la prima soluzione con un canale che abbia una profondità bassa, la seconda con una profondità rilevante che superi il metro e mezzo circa.

Altra soluzione vincente, pescando sul canale prospiciente la battigia, cioè a pochissimi metri, è l’onnipresente coreano. Realizzeremo il nostro bracciolo lungo circa un metro e mezzo dove legheremo un amo tipo long shaft del n. 8 o del n.10, che andremo ad innescare con il coreano intero, esca che si è dimostrata sempre vincente in questi casi. L’ideale sarebbe innescare ben due coreani per volta, lasciando libera un bel pezzo di coda all’ultimo.

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Facciamo attenzione a mettere in mare il nostro bracciolo: se la corrente proviene da sinistra faremo il nostro lancetto a destra e viceversa; questo permetterà al terminale di distendersi al meglio!

La Differenza

Giusto per spiegarci meglio è il caso di distinguere le due grandi famiglie delle specie catturabili dalla spiaggia, cioè i grufolatori ed i predatori. Questo ci permetterà di utilizzare al meglio i nostri inganni.

Alla categoria dei grufolatori appartengono tutte le prede che mangiano a stretto contatto con il fondo, magari impiegando apparati particolari come i barbigli forniti dalla natura, vedi la triglia e l’ombrina, che aiutano a scavare nella sabbia alla ricerca di cibo.

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Queste prede, nel Mediterraneo, si muovono soprattutto con mare in scaduta, cioè in presenza di una corrente sostenuta che sollevando la sabbia dal fondo, facilita la ricerca e la cattura di organismi che vivono sotto di essa e che sono l'alimento base di questa specie.

Per cui, se manca quel tanto di corrente, con molta probabilità mancheranno anche le prede in pascolo e servirebbe a poco avere a portata di mano tutte le esche possibili.

Va precisato che questo concetto, come sempre, trova delle eccezioni per alcune prede come la mormora e il sarago.

GRUFOLATORI    

  • Sogliola
  • Rombo
  • Ombrina
  • Triglia
  • Razza

GRUFOLATORI E GENERICI

  • Occhiata
  • Scorfano
  • Grongo
  • Corvina
  • Mormora
  • Sarago
  • Orata

PREDATORI E GRUFOLATORI

  • Squaliformi
  • Spigola
  • Leccia Amia
  • Leccia Stella
  • Tracine

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I Predatori

A questa famiglia appartengono le prede che attaccano solitamente esche vive o morte, ma che non sono particolarmente attratte dalle esche a stretto contatto con il fondo, preferendo l'attacco in zone più alte e dove l'esca deve essere presentata con una certa mobilità. Appartengono a questa categoria la spigola, la tracina, la leccia e la leccia stella.

Come nelle altre tecniche, anche nel surfcasting è probabile la cattura di prede che classicamente non appartengono alle categorie illustrate come i labridi, i serranidi e altre specie come sugarelli e boghe.

Chiaramente la cattura di queste avviene solo in presenza di conformazioni particolari del fondo, di solito ambienti misti di sabbia e scoglio, oppure per la vicinanza di dighe foranee o di porticcioli.

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