I Piombi da Trota Torrente

Uno degli aspetti più importanti della pesca, è rappresentato proprio dalle montature, nello specifico, quell’assemblaggio, più o meno elaborato, che prevede l’uso combinato di filo, piombo, girelle e terminali.

Nella jungla dei suggerimenti, a riguardo, ci si può perdere facilmente, ma chiarite alcune semplici regole fondamentali, si potrà giungere ad un minimo di orientamento sufficiente a non smarrirsi del tutto. Procediamo per ordine…

A cosa serve il piombo?

A mandare giù la lenza, semplice. Ma non troppo. Esistono infatti numerosissime forme e tipologie di piombi: a goccia, a sfera, cilindrici,  pallini, spaccatine, a spirale, a oliva, filiformi, a tortiglione, spaccati, forati ecc. Esistono “piombi piombi”, piombi mezzo piombo e mezzo altro, piombi che piombo non sono affatto… ce n’è insomma, per tutti i gusti.

Ma, se per l’esperto ognuna delle varietà suddette ha una chiara identità accessoriale con una finalità ben definita, il giovane alle prime armi (e non solo lui, credetemi), si trova facilmente disorientato e, come è naturale, non sa quale sia l’utilità, vera o presunta delle “specie” elencate.

Per sgombrare il campo dal dubbio, cerchiamo di schematizzare il discorso relativo alla piombatura. Fatta la doverosa premessa che, a parità di peso, la forma più raccolta e concentrata “buca” meglio l’acqua, scendendo più velocemente sul fondo e offrendo meno resistenza al flusso della corrente, vediamo di individuare le montature e i piombi giusti per realizzarle.

Alcuni anni fa, quando ancora gareggiavo sia in mare che nelle acque interne, il caro amico Paolo compagno di squadra, rovistando in una giornata di pioggia nella mia cassetta delle attrezzature, notò, da attento osservatore qual è (anche se oggi non pesca più, peccato!), le scritte sulle asticelle avvolgilenza: conc, parscal, scal.

- Tu usi - disse - solo tre montature, concentrata, parzialmente scalare, scalare, e con quelle ti adatti a tutte le situazioni…!

Aveva colto nel segno. Agli inizi della mia carriera di agonista, ero stato ossessionato dall’idea della montatura magica, dallo schema di disposizione dei pallini, dal numero degli stessi, dalla opportunità o meno di usare questa o quella forma…

Col tempo avevo sfrondato tutto il superfluo, lasciando l’essenziale: se il piombo deve portare la lenza giù, ha tre modi per farlo: Bucando l’acqua velocemente e restando inchiodato al fondo, (montatura concentrata) assecondando il movimento dell’acqua, (parzialmente scalare) scendendo il più lentamente possibile (scalare o distribuita).

Questo si ottiene: o con una infinità di combinazioni, spesso da alchimista più che da pescatore, o con montature semplici, che è possibile stringere o allargare a piacimento, magari combinando piombi pesanti e concentrati con piombi più leggeri e distribuiti. Tornando alla pesca in torrente, il principio di fondo rimane lo stesso e, osservando nello specifico le varie tipologie di piombo, proveremo a fare uno schema d’impiego che sia utile a tutti.

Piombature concentrate

Si usano piombi a sfera, a pera, a oliva, a goccia più o meno allungata (torpille), cilindrici, a pendolo, a spirale (filo di piombo di spessore variabile, avvolto intorno ad un’anima rigida a creare una specie di molla).

La montatura classica è molto veloce da realizzarsi: all’estremità di uno spezzone di filo, lungo circa  un metro, di diametro compreso tra lo 0,16 e lo 0, 24, si annoda una girella semplice, doppia o tripla, di dimensioni proporzionate al filo che si sta usando.

Dopo aver inserito un pezzetto di tubicino di silicone a proteggere il nodo, si inserisce il piombo e, dalla parte opposta, si realizza una semplice asola per consentire l’attacco al moschettone della lenza madre.

Un terminale, di lunghezza compresa tra i 30 e i 90 cm e di diametro adeguato,  completerà la montatura. Semplice ed efficace.

Riflessioni: nella numerosa famiglia dei piombi , quelli più veloci nel raggiungere e tenere il fondo, sono le sfere (i famosi pallettoni) e i piombi a pera più tozzi. Le olive e le torpille, peraltro poco usate da sole, sono un po’ più vivaci, “picchiano” di meno. I pendolini sono piombi generalmente cilindrici, o comunque di forma allungata, che non hanno un foro passante, ma si agganciano al filo mediante una girella incorporata.

Riciclati dal legering, hanno un uso similare alle ballerine da camolera.  Le spirali sono zavorre molto agili, e assecondano molto bene il flusso dell’acqua. Nate per effettuare la bellissima pesca a rodolon (in cui il piombo saltella e accarezza, sfiorandole, le pietre del fondale), se di peso adeguato alla forza della corrente, si lasciano trasportare dolcemente e con naturalezza. A volte si usano rivestite di una guaina plastificata, che le rende meno deformabili e più corpose…

Consigli: appare ovvio che i piombi più pesanti vanno usati soprattutto pescando sottocanna; le spirali e i pendolini, in spazi ampi, lanciando  a volte a notevole distanza. Se la corrente tira molto e le trote sono ferme, lente o attaccate al fondo, preferite pallettoni e piombi a pera.

Attenti però, a controllare la passata accuratamente perché gli incagli sono in agguato costante! Se il pesce staziona lontano, o su trote selvatiche, preferite la spirale o il pendolino, lanciando a monte della vostra postazione e accompagnando la lenza, nella sua discesa, con delicatezza.

Piombature miste

Prevedono l’uso combinato di piombi concentrati (torpille, pera, oliva ecc) e di pallini di diametro compatibile. La montatura è in tutto simile a quella per i piombi concentrati, con solo l’inserimento, tra la girella e il piombo, dei pallini, in numero variabile a piacimento, disposti a distanza più o meno regolare tra loro.

Riflessioni: appare subito evidente, che si tratta di una montatura estremamente versatile, che permette di abbinare alla velocità e alla penetrazione del piombo concentrato, la fluidità della montatura a pallini.

Utile per scendere subito sul fondo mantenendo un minimo di morbidezza all’insieme, consente, distanziando opportunamente i pallini, di avere una montatura che, nella parte terminale, assecondi la corrente e, in più, non faccia sentire alla trota il “duro” del piombo. La “mista”, inoltre offre un vantaggio non trascurabile: si sbroglia molto più facilmente di altre combinazioni.

Consigli: può essere proficuo usare la “mista” nelle partenze veloci di gara, dove è utile una montatura semplice e funzionale ma abbastanza morbida o, in pesca, lungo torrenti con alternanza di tratti vorticosi e tratti tranquilli, adeguando la disposizione dei piombi all’esigenza del momento.

Piombature Distribuite

Sono, senza dubbio, le più usate dai trotaioli, soprattutto agonisti. Si tratta delle famigerate corone, per la loro somiglianza alle coroncine del rosario. Consistono in una serie di pallini di varie dimensioni, serrati, a distanza predefinita, su uno spezzone di lenza di lunghezza variabile (in genere dai 60 ai 120 cm).

La corona è senza ombra di dubbio, la montatura più usata e, per certi versi, inflazionata. Di peso e lunghezza adeguata al flusso idrico, consente di affrontare la maggior parte delle situazioni riscontrabili in torrente, tanto che alcuni fortissimi agonisti usano praticamente solo quella.

Circa la disposizione dei pallini e il numero degli stessi, ci si potrebbe sbizzarrire ad elencare centinaia di esempi, ma visto che lo scopo di questa chiacchierata è quello di chiarire le idee e non di confonderle, diremo che, anche per la corona, valgono alcuni principi di massima…

A) Acqua profonda che spara: corona lunga (120 cm) e pallini pesanti, concentrati verso il basso, secondo lo schema che segue:

  • Filo del 20/22;
  • Girella doppia o tripla, modello rolling;
  • 26 pallini del 4 (zero) o, in casi di acqua particolarmente veloce e profonda, anche più grossi, tipo 4,25 / 4,50;
  • Terminale da venticinque/trenta cm, con l’amo che usi abitualmente;
  • Progressione: il primo pallino attaccato alla girella, poi, a seguire, il secondo a cm. 1,3, il terzo a 1,6… 1,9 - 2,2 – 2,5 – 2,8 – 3,2 – 3,6 – 4 – 4 – 4 – 4 – 4 – 5 – 5 – 5 – 5 – 5 – 6 – 6 – 6 – 6 – 7 – 7 – 7 ...

B) Acqua abbastanza profonda di media portata: corona più corta (80, 100 cm) con pallini più piccoli (diametro 3,75 – 3,50) distribuiti come sopra.

C) Acqua poco profonda non molto veloce: corona corta (60 – 80 cm) e pallini piccoli (3,25 – 3 – 2,75) distribuiti aumentando in proporzione le distanze suggerite o disposti a distanza costante per tutta la lunghezza della corona (equidistribuiti), ovviamente fino ad esaurire lo spezzone di filo prescelto. Vi ricordo che il numero dei pallini è indicativo e che, naturalmente, accorciando il filo se ne potranno mettere di meno.

Riflessioni: una corona caricata in punta, (cioè con i pallini ravvicinati verso il basso) come si dice in gergo, è quella base, che vi ho proposta in queste righe. Scende bene e tiene il fondo anche quando si tratta di richiamare la montatura per stimolare l’aggressività della trota.

E’ chiaro che infinite varianti possono essere apportate, sia in merito al numero, che alla disposizione dei pallini, ma è bene fare la mano con pochi modelli, onde evitare di perdere completamente la bussola e non riuscire più a gestire l’azione di pesca.

Consigli: E’ perfettamente inutile assemblare la stessa corona con pallini di dimensioni diverse, in pratica una perdita di tempo. Se è vero infatti quanto abbiamo detto finora, basta distanziare più o meno i piombi per ottenere tutte le varianti di questo mondo. Provate a pensare: una montatura estrema potrebbe essere quella che prevede tutti i pallini attaccati l’uno all’altro quasi a raggiungere prestazioni da pallettone…!

Importante: scegliete pallini di piombo duro, sono più scomodi da stringere sul filo ma manterranno la posizione voluta senza scombinare l’assetto della corona.

Piombature Ibride


Sono tutte quelle che  prevedono l’uso del piombo in abbinamento con altri materiali  o addirittura non lo prevedono affatto. E’ il caso delle bombarde più o meno grandi da laghetto, dei vetrini, delle sfere in plexiglass, dei pendolini da camolera ecc.

Le montature sono molto simili a quelle per le zavorre concentrate con un occhio di particolare riguardo alla lunghezza del terminale e, naturalmente, vengono usate in condizioni particolari o atipiche: lunghissime distanze da raggiungere, acque basse e particolarmente trasparenti, fondali con granulometria particolare dove i piombi tradizionali potrebbero incagliarsi di continuo…

Riflessioni: le piombature ibride, a volte, danno belle soddisfazioni, soprattutto per il modo inconsueto di gestire la pescata, ma non vanno usate regolarmente, il tradizionalista con la corona o il pallettone potrebbe malmenarvi di brutto!

Consigli: nella vostra dotazione non manchino comunque aggeggi strani e apparentemente inservibili: ricordo una gara sul basso Sangro a iridee, alcuni anni fa, in cui le trote si erano portate quasi tutte nella parte bassa del campo gara, in un palmo d’acqua, lenta e chiara, a distanza di tutta sicurezza.

Non c’era verso di prenderle usando le montature consuete. Rovistando nelle tasche, trovai una piccola bolla d’acqua, di quelle trasparenti, e legato un piccolo amo al terminale di più di un metro, feci il tentativo. Le iridee, per nulla disturbate dalla bolla trasparente che scendeva lenta la corrente, bollavano letteralmente sulla camola innescata e mangiavano con una ingenuità sconcertante. Vinsi con un margine di distacco abissale sui miei avversari.

Articoli correlati