La Mormora: Morfologia, Habitat, Tecniche ed Attrezzature di Pesca

Mormora

E’ uno sparide dall’aspetto elegante, con una caratteristica livrea argentea dotata di bande verticali scure lungo i fianchi, il corpo allungato e appiattito con la pinna dorsale che si estende fino al peduncolo caudale.

Può raggiungere la lunghezza di 45 cm per oltre 1 kg di peso, mentre la taglia media, pur variando a seconda delle zone, si attesta intorno ai 3-400 g.

L’alimentazione è costituita da piccoli animali che vivono sui fondi sabbiosi e fangosi tra i 10 e i 20 m, con una preferenza per i fondali che si trovano in prossimità di praterie di posidonie.

E’ una specie eurialina, che sopporta cioè tanto l’acqua a bassa salinità (la si può trovare negli estuari dei fiumi), quanto ambienti ad alta concentrazione di sale (come le pozze di mare  chiuse tra la riva e le scogliere artificiali).

La mormora è presente nel sottocosta durante tutto l’anno. I momenti migliori per la cattura sono in genere quelli delle ore notturne e dei cambi di luce, possibilmente durante le fasi di marea crescente.

 
 

Mentre di notte si può pescare con successo anche con l’acqua limpida, che anzi conferisce maggiore visibilità alle esche, di giorno una certa torbidità dell’acqua renderà meno palesi le insidie allo sparide che pattuglia il sottocosta.

Le canne da mormore si distinguono in due categorie: quelle da lunga distanza, specie in presenza di spiaggioni degradanti lentamente, e quelle leggere e più sensibili, quando ci si può permettere di pescare più vicino a riva.

In bobina si possono caricare 200m di nylon 0.30-0.35, con al termine un piombo scorrevole di 150 g al massimo. I terminali sono caratterizzati da braccioli sottili, oscillanti tra 0.14 e 0.20, mentre gli ami hanno misure tra il 12 e il 6.

Fra le esche, ottime per la mormora sono il muriddu, la tremolina, l’arenicola e in generale tutti gli anellidi, preferendo quelli che rilasciano una quantità maggiore di sangue. Se si vuole insidiare esemplari più grandi, occorre far uso di esche vive, come l’americano, il bibi e il cannolicchio.

Altre esche di sicura riuscita sono tutti i molluschi bivalvi, specialmente quelli da habitat sabbiosi, come telline, vongole e solenoidi, che vanno innescati interi o a pezzetti, sempre sgusciati.

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