Mulinello da Casting per Luccio. Guida completa

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Spesso il dilemma principale di un pescatore si basa sulla scelta fondamentale del mulinello : mulinello da spinning o ?

Stabilita quale sia la nostra tecnica prediletta, spinning o casting, il fattore che solitamente determina la scelta dell'acquisto di un mulinello piuttosto che un altro è il budget. Sottolineo questo fattore perché il range delle fasce di prezzo dei mulinelli (quelli da luccio in particolare) è estremamente variabile, e può spaziare tra i 50 e i 500 €.

Solitamente a fasce di prezzo più alte corrispondono meccanismi più precisi e performanti, ma non sempre la pesca del luccio richiede strumenti high-tech, e si possono fare grandi pescate anche con mulinelli di fascia medio bassa.

Le caratteristiche che dovranno obbligatoriamente avere i nostri mulinelli sono: robustezza, frizione potente e precisa, grande capacità di filo.

Iniziamo la nostra analisi partendo dal classico mulinello da spinning, o a bobina fissa, oggi sempre meno utilizzato nella pesca del luccio. I mulinelli da spinning, nonostante anno dopo anno cedano sempre di più il passo ai mulinelli da casting, in svariate situazioni possono semplificarci la vita, in primis quando per essere in pesca bisogna raggiungere grosse distanze.

Con esche piccole e di peso medio leggero la distanza di lancio raggiungibile è infatti superiore a quella dei mulinelli a bobina rotante, e con minor impegno da parte del pescatore; inoltre il rischio “parrucca” (abbastanza frequente nei mulinelli da casting) è pressoché azzerato.

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Rispetto al mulinello da casting, l'equivalente a bobina fissa necessita di una minore manutenzione e mantiene le sue prestazioni pressoché inalterate nel tempo, anche quando la revisione viene fatta saltuariamente.

Ora andiamo ad analizzarne i dettagli: lee caratteristiche dominanti dovranno essere dimensioni e robustezza, grosso e robusto è la parola d'ordine se vogliamo pescare in sicurezza i nostri Big-Pike.

Grosso perché per fare distanza avremo bisogno di una bobina di diametro generoso, che agevoli al massimo la fuoriuscita del filo, quindi taglia 4000 – 5000 (o anche 6000 a seconda della casa produttrice, non tutti i 5000 infatti sono grandi uguali).

Robusto perché avremo a che fare con il lancio e il recupero di esche abbastanza pesanti (diciamo fino a 100 gr), e con il combattimento con pesci che possono superare i 20 kg di peso, ma soprattutto avremo a che fare con gli incagli... l'incaglio è la bestia nera di chi pesca il luccio da riva.

Spesso si devono far lavorare le nostre esche a contatto con il fondo o vicino a rami sommersi o strutture, e l'incaglio è sempre in agguato.

Pescando con trecciati robusti, ogni volta che incaglieremo e poi tireremo a strattoni nel tentativo di disincagliare, andremo a sviluppare una sollecitazione importante sul nostro mulinello. Può accadere di spaccare archetto e guidafilo, o addirittura il piede del mulinello. Per questo motivo molti mulinelli specifici per la pesca in mare (come ad esempio i PENN Slammer e il Clash) risultano i migliori anche nella pesca del luccio in acque interne.

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Robustezza non è solo resistenza alle sollecitazioni fisiche, ma anche resistenza agli agenti atmosferici, e in particolare all'acqua sporca o salmastra di alcuni ambienti.

La capacità della bobina è un altro fattore importante, anche se nei mulinelli da spinning non abbiamo il problema delle bobine poco capienti come in quelli da casting, che molto spesso non sono sufficientemente grandi per portare tutto il trecciato di cui abbiamo bisogno.

Personalmente carico 150 mt di trecciato da 50 lbs su una base di 50-100 mt di nylon dello 0,30 , uniti tramite un nodo all-bright special. Il nylon impedisce al trecciato di scivolare sulla bobina e fa si che con “soli” 100 – 150 mt di treccia riusciamo a riempire la bobina esattamente fino all'orlo, cosa indispensabile se si vogliono fare lanci lunghissimi.

E' importante tener presente che per fare distanze di lancio importanti, la qualità e il diametro del trecciato saranno elementi fondamentali. Infatti al contrario del casting, dove misureremo il nostro trecciato in Lbs non badando al suo diametro, nello spinning conviene tener conto principalmente del diametro. Un diametro troppo grosso diminuirà notevolmente la distanza di lancio.

A mio parere il compromesso migliore è uno 0,25 mm calibrato (solitamente etichettato come 50 lbs) che abbia una tessitura fitta e liscia (un filo “ruvido” diminuirà la distanza di lancio), possibilmente rivestito e con una sezione il più circolare possibile.

Lascio a voi l'opzione sulla velocità di recupero, in quanto la scelta del “gear-ratio” è a mio avviso una cosa molto soggettiva. C'è chi si trova bene con mulinelli veloci, che recuperano tanto filo ad ogni giro di manovella, e chi (come il sottoscritto) preferisce quelli un po' più lenti, che hanno il vantaggio di recuperare esche e grossi pesci con minor sforzo.

La frizione è un altro elemento essenziale del nostro mulinello. E' importante che sia precisa e modulabile e che abbia un “max-drag” (potenza di chiusura completa espressa in kg di trazione) molto elevato.

Teniamo presente che la maggior parte dei mulinelli di piccola taglia specifici per acque interne hanno un max-drag insufficiente, ovvero inferiore a 5 kg. Il mio consiglio è quello di optare per un mulinello che abbia una frizione con potenza superiore ai 6 kg.

Passiamo ora ad analizzare i mulinelli da casting.

Ormai consacrato come scelta numero uno per la pesca del luccio, il mulinello da casting si differenzia principalmente da quello a bobina fissa per la particolarità di avere la bobina rotante. Il recupero e la fuoriuscita del filo in fase di lancio sono affidati alla rotazione della bobina e il filo esce in maniera lineare senza formare un angolo a 90° come nel mulinello da spinning; questo fa si che il filo subisca meno torsioni e si deteriori meno.

I mulinelli da casting si dividono a loro volta in low-profile e round-profile, a seconda della forma e della dimensione del corpo: i low-profile sono di dimensioni più piccole e hanno una maggiore ergonomicità grazie alla forma ellittica e schiacciata che non segue la forma della bobina.

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I round-profile invece sono di dimensioni più generose e hanno una forma del corpo circolare come la bobina al suo interno. A parte le differenze estetiche e le dimensioni i due mulinelli sono molto simili e solitamente differiscono per poche caratteristiche sostanziali.

Generalmente i round-profile rispetto ai low-profile hanno una maggiore capienza di filo, un max-drag leggermente più basso e performance di lancio leggermente inferiori (salvo eccezioni). Sono maggiormente adatti ad utilizzatori con mani grandi che vogliono sentire sotto il pollice uno strumento massiccio, e per quelle tecniche che richiedono molto trecciato in bobina, come ad esempio la traina.

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Al contrario i low-profile sono più piccoli e molto più leggeri, anche se ultimamente c'è la tendenza da parte di diversi marchi a costruire low-profile specifici per il luccio, dalle dimensioni mastodontiche, come il famoso Revo Toro Beast dell'Abu Garcia, che unisce i vantaggi di un round-profile a un low-profile.

Solitamente i low-profile hanno una capienza di filo più bassa quindi bisogna far attenzione che sia in grado di contenere tutto il trecciato di cui abbiamo bisogno, tenendo presente che come minimo un mulinello da casting per il luccio deve contenere 100 mt di treccia da 60 lbs.

Nel caso dei low-profile le case costruttrici si sbizzarriscono in quanto a tecnologia, dotandoli di numerosi cuscinetti a sfera e di sistemi high-tech (freni magnetici e centrifughi specifici per ottimizzare il lancio) che gli conferiscono prestazioni mediamente superiori ai loro fratelli “round”.

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Anche le frizioni sono mediamente migliori, con dischi in carbonio, max-drag molto elevati e una precisione estrema.

Da alcuni anni a questa parte, nella pesca del luccio con esche artificiali, i mulinelli da casting hanno praticamente sostituito quelli da spinning. I vantaggi che offrono rispetto al mulinello a bobina fissa sono notevoli, soprattutto se peschiamo pesante.

Infatti, nonostante i gear-ratio possano essere anche qui molto elevati, il recupero di filo per giro di manovella è mediamente più basso rispetto al mulinello da spinning classico, questo conferisce una maggiore potenza in fase di recupero, anche grazie all'ausilio di manovelle con leve lunghe. Questa potenza si riflette in un maggior controllo dell'esca (soprattutto se molto pesante) e in una migliore gestione della preda in fase di combattimento.

Le prestazioni di lancio sono estremamente variabili in funzione della dimensione e del peso dell'artificiale che lanciamo, della tecnologia del mulinello, e della “mano” del pescatore. Al contrario dei mulinelli classici a bobina fissa, nel casting la tecnologia di costruzione e dei sistemi di gestione del lancio fanno una grossa differenza.

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Il numero e la qualità dei cuscinetti posti sull'albero della bobina e i sistemi di gestione di rotazione della stessa, influenzano pesantemente la distanza di lancio. I sistemi di controllo della rotazione della bobina (freni) sono principalmente tre: freno meccanico, freno centrifugo e freno magnetico.

Questi “freni” servono a ottimizzare la rotazione della bobina durante il lancio e a impedire improvvise accelerazioni della stessa con conseguente formazione di imbarazzanti parrucche.

Il freno meccanico è costituito da una ghiera a vite che stringe meccanicamente l'albero in acciaio su cui ruota la bobina, frenandolo.

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Il rallentamento della bobina è dovuto all'attrito tra i metalli ed è quindi poco modulabile e molto impreciso. Il freno meccanico determina anche il “gioco” destra-sinistra della bobina, e in alcuni mulinelli è utilizzato anche per il centramento della stessa (per esempio nell'Ambassadeur Beast dell'Abu Garcia, in cui sono presenti due freni meccanici, uno a destra e uno a sinistra).

Spesso se ne fa un uso improprio; infatti, una volta regolato con il freno meccanico il gioco (movimento destra-sinistra) della bobina al minimo (<1mm ) la bobina risulterà completamente libera, quindi si andrà a ottimizzare il lancio mediante gli altri freni (centrifugo o magnetico o entrambi) presenti nel mulinello, più appropriati per questo scopo.

Freno centrifugo: è un sistema di controllo della rotazione della bobina che agisce spostando dei microscopici pesi lungo il raggio della bobina, funziona sfruttando la forza centrifuga.

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Più i pesi saranno distanti dal centro della bobina (esterni) più questa sarà frenata in accelerazione, più saranno vicini (interni), più questa sarà libera di “partire a razzo”.

Il freno magnetico è regolabile spostando i pesi (solitamente 4 o 6), costituiti da piccoli cilindretti in plastica, su varie posizioni, facendo attenzione a posizionarli in maniera simmetrica fra di essi.

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Freno magnetico: si tratta di un sistema per cui, tramite una manopola di regolazione esterna, solitamente modulabile a scatti da 1 a 10, si avvicinano e allontanano dei magneti alla bobina, frenandola o liberandola. In questo caso, al contrario del freno meccanico, il freno agisce senza contatto fisico, quindi risulta molto più preciso e progressivo.

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Nel caso del mulinello da casting il diametro del filo caricato in bobina non influenza significativamente la distanza di lancio come in quello da spinning, un aspetto che invece la influenza, e provoca variazioni di prestazioni nel tempo, è la mancata manutenzione !

Appena il nostro mulinello inizierà a sporcarsi, il che se peschiamo in acque particolarmente limacciose può avvenire anche dopo solo due o tre pescate, noteremo una netta riduzione della distanza di lancio.

Le particelle microscopiche di sporcizia (sabbia, terra, ecc) e l'acqua entrano nel nostro mulinello ad ogni recupero (anche per colpa dei grossi trecciati che trattengono molta acqua) riempiendolo di sedimenti e ripulendolo dall'indispensabile olio che lubrifica le parti soggette a rotazione. Questi sedimenti successivamente si vanno ad infilare nei cuscinetti rallentandone e rendendone irregolare la rotazione. A questo punto non ci resta che aprire e pulire...

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Con un pò di manualità e con i prodotti giusti si può effettuare una manutenzione decente ai nostri attrezzi, (basilarmente si tratta di smontare, pulire, oliare e rimontare), altrimenti conviene affidarsi alle mani di un esperto.

Analizziamo ora le caratteristiche che deve avere un mulinello da casting per il luccio. Anche in questo caso la parola d'ordine è grosso e robusto.

Di sicuro il nostro mulinello da Bass non può andar bene, difficilmente riusciremmo a caricarci la giusta quantità di trecciato, in quanto studiato per una pesca con fili sottili, ma anche qui ci sono delle eccezioni. Alcuni mulinelli da bass specifici per la pesca a rana e per le skippate in cover, sono abbastanza grossi e robusti da poter essere riciclati nel pike fishing.

Teniamo presente che al contrario del mulinello a bobina fissa qui non è necessario riempire fino all'orlo la bobina. La quantità di filo presente in bobina influenzerà più che la distanza di lancio, il peso, quindi la forza inerziale, ovvero la tendenza a continuare a girare (e quindi a fare parrucche), che sarà direttamente proporzionale al peso della stessa.

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Appurato che il mulinello abbia una capienza sufficiente per la tecnica di pesca che andremo ad utilizzare (all'incirca 100 mt per il lancio, 150 mt per la traina, utilizzando trecciati di resistenza compresa tra 60 e 80 lbs), ora andiamo ad analizzare le altre caratteristiche: velocità di recupero, frizione, tecnologia e materiali.

Il gear-ratio nei mulinelli da casting è determinante per il tipo di pesca che facciamo, tra un 4:1 e un 6:1 la differenza è abissale. Più la velocità di recupero sale, più la potenza diminuisce e lo sforzo per recuperare esca e luccio aumenta.

In alcuni casi dove occorre far lavorare bene artificiali che richiedono un recupero veloce, come ad esempio alcuni crank, o quando si pesca in drift con vento alle spalle, un gear-ratio alto è indispensabile se non vogliamo star a girare la manovella come dei pazzi in preda a una crisi isterica. In altre situazioni, come per esempio la traina o quando si pesca con alcune gomme che richiedono un recupero molto lento, avere un gear-ratio basso fa estremamente comodo.

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La frizione, solitamente a “stella”, dovrà essere potente e progressiva. Quelle migliori sono multidisco in carbonio e hanno un max-drag sopra i 6 kg.

L'ultimo fattore che analizzeremo è la tecnologia e i materiali del mulinello. I mulinelli high-tech moderni sfoggiano materiali derivanti dall'industria aeronautica come le particolari leghe a base di alluminio, il titanio e i materiali compositi a base di fibra di carbonio.

Sono dotati di un gran numero di cuscinetti a sfere in acciaio inox, HPCR, o ceramici, e dispongono dei più avanzati sistemi di gestione del lancio, abbinando diversi tipi di freni contemporaneamente.

Queste moderne tecnologie di costruzione, unite all'utilizzo di materiali pregiati, determinano prestazioni molto elevate, aumentano le distanze di lancio e rendono più soddisfacente l'azione di pesca, ma alzano enormemente i costi, e inoltre complicano la possibilità di una manutenzione fai da te.

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