Pesca al Barbo a Ledgering. Come Pasturare e Quali Inneschi Preferire

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Con “specialist”, nella corretta accezione del termine, s’indica un approccio mirato a selezionare la pesca di una determinata specie cercando, al contempo, di selezionarne la taglia.

Allargando il discorso possiamo inquadrare la cosa in un concetto molto più ampio, dove per specializzazione s’intende lo studio della morfologia dello spot, la valutazione delle variabili legate al meteo e alla stagione, la scelta delle pasture e delle esche, l’eventuale opera di condizionamento del sito tramite una pasturazione mirata (da effettuarsi nei giorni precedenti la sessione) e infine la scelta di una precisa tattica di pesca, derivante dalle predette valutazioni, e della conseguente scelta dell’attrezzatura.

Il tutto per rilevare che per specializzazione si può intendere un insieme di comportamenti e di scelte ragionate per arrivare a intercettare determinati pesci che, in questo caso, sono quelli forniti di baffi.

Andiamo con ordine. La conoscenza dello spot è fondamentale e non solo nel feeder fishing. La presenza di un compagno che conosce bene lo spot aiuta e non poco ma, anche senza un tutor sul campo, la cosa migliore sarebbe quella di spendere una o più sessioni per capire quali sono le caratteristiche del luogo dove andiamo a immergere le esche.

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Direttamente sullo spot

Prendiamo in esame un tratto di fiume che si distingue per una sorta di penisola che si protende fino a centro letto, i due rami del fiume, quello a corrente viva e quello con acqua quasi ferma, si ricongiungono subito dopo formando un ampio raschio nella sponda orografica destra, quella dalla quale peschiamo, e una lunga buca in sponda opposta dove la profondità è notevole e la corrente piuttosto allegra. Alla fine della buca, stretta e lunga, il fiume ricomincia la sua naturale alternanza di raschi e buche meno profonde seguendo le curve del corso.

La sponda che insiste sulla buca in questione si presenta mista sassi e sabbia a picco sull’acqua e una forte presenza di vegetazione compreso alcuni alberi caduti in acqua, legnaie dove è facile immaginare che il pesce trova rifugio e cibo.

Nella possibilità di osservare dall’alto questo tratto di fiume i diversi colori renderebbero la cartina molto più nitida, ma anche da riva è ben evidente la striscia dove l’azzurro del raschio diventa un accattivante blu molto più scuro foriero di promesse e grosse sorprese.

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Una giornata dove la variabilità del tempo la fa da padrone è sicuramente da preferire ben sapendo come sbalzi di pressione e cambi improvvisi di luce, specialmente dopo lunghi periodi meteorologicamente statici, possano mettere in frenesia alimentare i pesci.

Nell’ovvia impossibilità di scegliere a proprio piacimento il meteo della giornata si devono preferire i periodi post perturbazione dove il fiume, dopo un repentino innalzamento del livello, comincia ad abbassarsi mantenendo per qualche giorno acqua pulita e una buona portata che ha, come primaria conseguenza, il mantenimento di una buona corrente.

E’ una condizione comune a tanti fiumi dove le piccole, ma costanti variazioni di livello e profondità, per effetto delle piene o della marea, e di pressione sono sempre indice di buona attività.

Esche & pasture

Il passo successivo è costituito dalla scelta delle pasture e delle esche. Scartando a priori il poco selettivo bigattino e considerato la sessione relativamente corta la scelta può ricadere su esche dure e veloci, dure per non subire il disturbo dei piccoli pesci e veloci nell’entrare in pesca che altro non è che la peculiarità di rilasciare segnali olfattivi importanti e di avere una composizione facilmente riconoscibile come fonte di cibo proteico, calorico e digeribile, non avendo il problema di saziare il pesce vista la durata della sessione.

In questi casi l’esperienza del carpfishing viene in aiuto e a fronte di un’esca ricca e altamente proteica, buona per battute mordi e fuggi, fa da contrappeso una pasturazione più “scarica” che ha lo scopo di tenere il pesce nella zona di pesca senza saziarlo o senza provocare, alla lunga, un rifiuto verso quello che andiamo a proporre.

Pesca al Barbo 4

E’ una tattica che funziona avendo il compagno di pesca che abita a poca distanza dalla spot e che per due o tre gg precedenti può effettuare una leggera pasturazione calibrata sia sulla grandezza dello spot sia sulla quantità e taglia dei pesci presenti, è evidente come pasturare un’area di 300 mq con una prevalenza di barbi di taglia media e qualche piccola carpa non è come farlo su un’area più vasta con estesi branchi di carpe presenti.

Il mix che andremo a utilizzare tiene conto della pre pasturazione fornendo, per method e feeder, un composto ricco di farine di pesce e macro particelle in quanto durante la sessione quello che andremo a caricare nei feeder e sul method sarà l’unica fonte di pasturazione, questo per limitare il rumore su di uno spot molto piccolo dove i pesci si mettono facilmente in guardia.

Su questa caratteristica si basa pure la necessità di effettuare il ricarico e i lanci ad intervalli molto più lunghi del normale, anche 30’/40’.

Attrezzatura

Per finire la scelta di canne e mulinelli è figlia della necessità di pescare davanti l’uscio di barbi e carpe, quasi deponendo le esche sullo zerbino di casa e, dopo la ferrata, non concedere nulla al pesce per evitare che si intani con la conseguente dolorosa rottura della montatura.

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Dopo le valutazioni di cui sopra le nostre scelte sono cadute su canne molto robuste, munite di cima avon, con un test curve compreso fra le 2 lb e le 3,5 lb, mulinelli caricati con linee dello 0,30/0,35 e terminali in fluorocarbon dello 0,30 o trecciati da 15/20 lb.

Inneschi

La pasturazione preventiva è durata 3 gg con un’elargizione di circa 3 Kg di pellet alla farina di pesce, a basso contenuto di oli, per ogni giornata di pasturazione.

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Più ricco il mix della pastura dove abbiamo mescolato in parti uguali preparati ready made a base di fishmeal, farina di krill, farina di halibut e una buona dose di method mix ricco di macro particelle quali spezzato di mais e canapa. Abbondante l’aggiunta di pellet al krill nella misura di 4 e 6 mm.

La scelta degli inneschi è caduta su pellets singoli preforati da 14 mm su ami del n° 8, sempre a base di farina di krill arricchiti dai grip dip di pari aroma.

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