Pesca al Sarago con Bolognese. Condizioni Propizie

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Lo scirocco riscalda e schiaffeggia la costa, il mare inizia a muoversi grazie all'azione di questo vento particolarmente apprezzato dal pesce più combattivo: il sarago...

Il dispaly digitale della sveglia segna le ore 3.00, tra poco più di un'ora ho l'appuntamento di fronte alla redazione, sono indeciso se andarmene o rimanere a casa viste le condizioni meteo. Le previsioni, sulla carta, dicono che dovrebbe passare e che, la tramontana dovrebbe prevalere di nuovo sullo scirocco non in maniera del tutto netta, ma dovrebbe farlo, favorendo una scaduta di mare assai golosa per catturare qualche bel sarago.

A dirla tutta, il sarago non è il mio pesce, nel senso che non gli ho mai dedicato il tempo dovuto, troppe le variabili che si devono allineare per avere una condizione perfetta o quanto meno pescabile. Un po' anche per pigrizia di sobbarcarmi tanti chilometri per raggiungere gli spot più promettenti, i pesci che piacciono a me sono più vicini a casa e nel tempo ho potuto dedicar loro più attenzione con buoni risultati.

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Quindi, preferisco dedicare più tempo alla foce, o alle spigole nel fiume, anche qui ci devono essere le condizioni, ma sicuramente il mare ne richiede molte di più!

O forse solo perché non riesco a staccarmi dalla pesca in fiume dove il tappo, invece di essere cullato o preso a schiaffi dalle onde, se ne va via liscio in corrente dove trattenute e rilasci la fanno da padrone. Una pesca del tutto diversa da quella che andrò a descrivere.

Lo spot

Quando andiamo a pescare su una scaduta di mare o in condizioni di mare mosso, che non è la stessa cosa perché, mentre la scaduta ti permette di pescare fin da subito o quasi in condizioni di corrente perfette perché il mare, scade, nel senso che diminuisce il suo moto ondoso fino a diventare piatto, il mare mosso no, non è così perché non scade ed alterna momenti di onde al limite del pescabile, ad altri dove prende il sopravvento la bonaccia che può durare per un periodo incalcolabile, da pochi attimi a momenti più lunghi che facilitano l'azione di pesca compresa la pastura, per poi ripartire con le onde a sfavore del pescatore, ma non dei pesci.

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Dico questo perché la giornata molto turbolenta, ci ha regalato belle catture e tutte dopo che il moto ondoso si calmava. I pesci entravano in attività, per poi cessare e tornare a farlo con le condizioni sopra descritte.

Sembrava quasi che questo moto ondoso accentuato, li rimettesse in attività, grazie proprio al fondale che veniva smosso e portava pasturazione naturale pur mantenendo un colore dell'acqua non troppo scuro anche grazie al fatto che, il fondale non è sabbia fine, ma a granulometria grossa.

Mi viene quasi da pensare che sia questa la giusta condizione per il sarago!

Leggere il mare

Il senso dell'acqua e del pesce è innato e in ognuno di noi è più o meno sviluppato. L'esperienza ci può aiutare ad affinarlo, ma non riusciremo mai ad averlo uguale a quei pescatori che con il solo sguardo riescono alla prima a capire dove piazzarsi.

Pescando dalla spiaggia, le cose si complicano un po' di più, eccezion fatta per lo spot teatro delle foto che, ci fa capire bene dove pescare poiché il grande masso fa sì che le onde si frangono, favorendo un minimo di risacca dove entrano in attività i pesci.

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Intorno al grande masso ce ne sono altri sommersi che fungono da tane per i pesci, per i saraghi appunto!

Dobbiamo quindi, in questo caso riuscire a stare con l'esca il più possibile vicino a questo scoglio!

Ci sono anche altri casi, dove non esistono punti di riferimento. Qui le cose si complicano, entrano in gioco altre variabili, prima fra tutte la morfologia del fondo, dobbiamo misurarlo molto attentamente per capire com'è fatto. Se ci sono avvallamenti, dossi e canaloni regolari.

Concentriamoci, però, sullo spot di oggi. Spiaggia a granulometria grossa, con profondità media di circa tre metri e massi sommersi in un punto ben preciso.

Azione di pesca

Bolognese di sette metri ad azione progressiva ottima per questa tipologia di approccio strong con pesci che sono dei veri lottatori!

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In queste condizioni difficili occorre una canna che con la sua azione riesca a domare il pesce senza che il pescatore debba fare più di tanto, anche perché non è facile muoversi su questa tipologia di spiaggia, con le onde che si frangono sui waders e il loro conseguente ritorno che se il pescatore non tiene la posizione ben salda, rischia di perdere stabilità. Non è la prima volta che qualcuno fa un bagno fuori stagione!

Mulinello di taglia 3500 caricato con dell'ottimo nylon di 0,20 mm. Si lancia il galleggiante alla distanza voluta, si tiene l'archetto aperto e la canna alta per qualche istante in modo che si formi una pancia di filo che favorisce l'andamento del galleggiante tra le onde.

Controllare sempre che la pancia di filo non sia eccessiva, altrimenti si rischia di arrivare tardi sulla ferrata. Ma allo stesso tempo la lenza non deve essere troppo tesa, altrimenti si rischia che il galleggiante dopo pochi attimi sia subito sotto la battigia in balia delle onde.

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Quindi, ricapitolando, si lancia a distanza, archetto aperto, canna ore 12 quando si vede che il galleggiante fluttua libero tra le onde si chiude l'archetto recuperando pochissimo filo che ci permetta di non andare a vuoto sulla ferrata!

Le abboccate sono spesso molto lente, il tappo andrà sotto dopo diversi sussulti, non dobbiamo avere troppa fredda, ma sangue freddo, soprattutto dopo la ferrata, quando lo sparide cercherà con tutte le sue forze di riconquistare la propria tana.

Massima attenzione una volta che avete portato il pesce sotto il primo scalino, occhi puntati sull'onda e, quando arriverà quella giusta, alzate la canna forzando il pesce che con il favore di questa, verrà trasportato sulla battigia.

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La spallinata & C.

Dobbiamo realizzare una lenza che ci permette di fare distanza e, allo stesso tempo di contrastare il moto ondoso e rimanere in pesca. Una spallinata non troppo lunga, ma allo stesso tempo morbida nella parte bassa in modo da far fluttuare il terminale. Finale di circa un metro che dovrà rimanere adagiato in terra e fluttuare.

Prima di passare alla realizzazione della spallinata ultima considerazione sul terminale, questo deve essere in fluorocarbon perché pescando su una granulometria grossa costretti a pescare con il finale in terra, occorre che questo sia realizzato con un filo resistente all'abrasione, ecco che il fluorocarbon ci viene incontro.

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Sulla lenza madre dello 0,20 si passa il galleggiante a goccia rovesciata di quattro grammi (il suo peso sarà relativo alle condizioni) si inizia a realizzare la spallinata partendo con pallini del n.8 per finire con quelli del n.1 il bulk ci servirà per agevolare il lancio oltre a mantenere in pesca la lenza tra le onde.

Un amo del n.12-14 innescato con un “ciuffo” di bigattini completerà la lenza.

Ultime considerazioni...

La pesca dalla spiaggia è tosta, soprattuto nelle condizioni descritte. E' molto tecnica e non permette sbagli.

Dobbiamo rimanere concentrati perché non possiamo permetterci di perdere il momento buono, quello dove il mare ha deciso di fermarsi anche solo per pochi attimi per concedersi completamente! Già... gli attimi!

Una pesca che si basa proprio su questo, una tecnica dove il pescatore deve essere opportunista come il migliore dei centroavanti di un tempo, di quelli che avevano fame, come la difesa abbassava la guardia, arrivava pronto il goal!

Ecco, qui è uguale, dobbiamo sapere cogliere gli attimi e quando il mare allenta la presa...giù con le catture!

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