Pesca alla Spigola in Canale e Spot di Pesca

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Provate a pensare quanti sono gli spot, sia in mare che in foce, che non consideriamo per niente perché problematici, complicati da affrontare o anche solo perché non immaginiamo che possano permetterci di praticare tecniche importanti come la . A volte li abbiamo sotto casa, altre li abbiamo visti centinaia di volte senza nemmeno degnarli di uno sguardo...

Pescare in ambienti incontaminati, lontano dai rumori ed immersi nella natura è il sogno di molti che spesso identificano spot con queste caratteristiche, perché fortunatamente ce ne sono ancora anche in Italia, come quelli in grado di offrire le prede più grosse ed importanti.

Mai come oggi questo pensiero può essere sfatato con semplicità solamente pensando a cosa possono offrire decine e decine di spot che si trovano all’interno di realtà urbane più o meno grandi.

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Sì, giusto dire più o meno grandi, perché si può passare ad esempio dai “Fossi” livornesi ad un moletto di un paesino ligure, passando per porti canale come quello di Cagliari o come quello di Castiglione della Pescaia. Di posti così ce ne sono tantissimi ed hanno un solo comune denominatore: l’antropizzazione più o meno accentuata dell’ambiente che li circonda.

Questi spot sono molto particolari, perché possono consentire di realizzare splendide catture, ma solo in presenza di precise condizioni o ad orari particolari, anche perché spesso sono fruibili solo in questi frangenti a causa dell’eccessiva presenza di turisti, di forte traffico nautico o per esempio perché rendono bene solo dopo qualche bel temporale.

Il canale e il porto canale

I canali ed i porto canale immersi nell’ambiente urbano sono da sempre spot molto duri, in grado di offrire soddisfazioni incredibili soprattutto a chi li conosce bene.

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Se scegliamo di cimentarci in spot del genere dobbiamo preventivare anche qualche uscita a vuoto solo per guardare chi ci pesca già e soprattutto per tentare di capire come si comportano i pesci, dove, quando e cosa mangiano e soprattutto, cosa più importante, se esistono punti nascosti o lontani da quelli frequentati dalla massa dei pescatori, che presentano caratteristiche simili a questi.

Per riuscire in questo compito ci toccherà anche fare plumbing, sondando il fondo nei punti più promettenti, in genere in prossimità di ponti ed all’incrocio con altri corsi d’acqua.

Prima di trarre conclusioni tenete sempre conto anche dell’influenza della marea e della forza ed il colore dell’acqua dolce che spinge verso il mare: spesso con acque velate e veloci le spigole entrano in caccia e pescando con un coreano intero spostandoci in continuazione si possono ottenere belle soddisfazioni.

In inverno ed in primavera sono da preferirsi i tratti verso il mare, mentre in estate e meglio ancora in autunno fino alle prime grandi piogge, si possono catturare pesci eurialini anche a diversi chilometri dal mare, a volte dove nemmeno potevamo immaginarne la presenza…

Normalmente questi ambienti di pesca sembrano fatti apposta per pescare con il favore delle tenebre, specie a notte fonda, quando il traffico rallenta ed il silenzio regna sovrano. Comunque anche i due cambi di luce, magari scegliendo punti tranquilli, possono essere sempre redditizi.

Per gli amanti della pesca con le esche naturali, la bolognese è la tecnica per eccellenza, con la sola accortezza di alternare a seconda dei momenti le esche impiegate. Accanto agli universali bigattini segnaliamo il coreano intero, ottimo nella stagione più fredda per le spigole ed il pane francese e la pastella, ideali per divertirci con i cefali.

Ultima cosa da dire prima di lasciarvi anche un po’ alle vostre esperienze ed a quanto vi troverete davanti se deciderete di affrontare ambienti del genere in un contesto Urban, è quella di verificare se nel porto canale c’è una zona dove ormeggiano i pescherecci che si dedicano al pesce azzurro.

Spesso in queste zone vengono gettati in acqua scarti di pesce (sardine ed acciughe…) ed è proprio pescando con queste esche in questi spot che escono i pesci più grossi …..

I porticcioli turistici

Premettendo che nel nostro Paese, anche a causa dell’assenza di una Legge Quadro che regola la pesca in mare da terra (un vero e proprio paradosso per un Paese che ha più di settemila chilometri di coste) sono pochissimi i piccoli porticcioli turistici dove è consentito pescare, se abbiamo la fortuna di trovarne qualcuno dove ci lasciano pescare occorre sfruttare al meglio questa opportunità.

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Questi porticcioli sono piccoli microcosmi dove catenarie, corpi morti e manufatti creano le condizioni ideali per la vita di mitili, crostacei e piccoli pesci, tutto prezioso cibo per pesci decisamente più importanti.

Le acque ferme o lentissime impongono però scelte precise in termini di attrezzatura, che sarà sempre leggera.

Lunghe e sottili armate di piccoli mulinelli caricati fino all’orlo con nylon dello 0.14, terminali sottili ed ami piccoli, insieme a galleggianti scelti in base alla profondità ed alla leggera corrente presente rappresentano il mix ideale per vincere una sfida fatta spesso di strappi e di lotte all’ultimo colpo di pinna.

Sono spot dove si pesca spesso sfruttando la colonna dei bigattini lanciati a fionda che lentamente scendono verso il fondo. Una pesca precisa, difficile, a volte anche avara di catture, ma molto, molto tecnica e per questo amata da chi proviene da esperienze dulciacquicole.

Nell’affrontare questi ambienti ricordatevi che a volte sbagliare di un metro a posizionarsi su un pontile può rendere nulla la nostra azione: corpi morti, catene, scogli sommersi e manufatti da una parte ci causano grossi problemi, ma dall’altra ci regalano grandi possibilità essendo punti di pastura molto frequentati dai pesci.

Oltre alla pesca classica con il bigattino, ci sentiamo di consigliare, in estate, la pesca a fondo o anche a galleggiante impiegando come esca gamberi vivi, cozze o piccoli granchietti.

Le scogliere

Le scogliere, sia naturali che artificiali (pennelli e frangiflutti antemurali dei porti) rappresentano spot molto frequentati dai pescatori per le possibilità che offrono ed anche per la varietà di catture che regalano se affrontati nei giusti momenti.

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Diciamo subito che di giorno, per avere speranza, occorre pescare durante una scaduta di mare, mentre di notte questo non è essenziale, anzi... Saraghi ed orate, con cefali e spigole, sono le prede per eccellenza e più ricercate, ma anche occhiate, aguglie, sugarelli e tanti altri pesci possono essere catturati impiegando le giuste tecniche di pesca.

Le scogliere “urbanizzate” sono spesso molto frequentate, ma con un po’ di attenzione si riescono anche a trovare degli angoli dove a pesca non va quasi nessuno e che sono in grado, invece, di offrire ottime possibilità. Il massimo, almeno per quanto mi riguarda, è poter pescare da qualche scogliera artificiale vicina allo sbocco in mare di un corso d’acqua, anche modesto.

Il miscelarsi tra il dolce ed il salato crea un ambiente ideale per tutti i pesci e spesso richiede l’impiego di lenze leggere e terminali sottili, cosa assolutamente da evitare pescando con il mare in scaduta.

Il bigattino, dove consentito, è senza dubbio da preferirsi ad altri tipi di esche, anche se l’impiego di un piccolo e trasparente gamberetto vivo regala spesso emozioni da ricordare.

Anche in questo caso la bolognese è la canna da scegliersi, ma in condizioni particolari può essere molto redditizia anche la pesca all’inglese, che ci consente l’impiego di pochissimo piombo anche a lunghe distanze.

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La cosa più difficile per chi non è molto pratico nella pesca dalle scogliere è la scelta del posto. Le alternative possono essere due: o si spende del tempo per andare a vedere dove pescano i più durante una scaduta oppure ci si affida agli occhi cercando di localizzare, grazie alla lettura del mare, gli spot più promettenti, in genere rappresentati da tutti i punti caratterizzati dalla schiuma che, una volta che l’onda si è franta sulla scogliera, non disperdendosi sulla superficie tende ad uscire verso il largo.

Altro segnale importante è dato proprio dalla schiuma e dai detriti che si soffermano in un punto magari girando in continuazione. Questo è il segno inequivocabile che la corrente forma un giro e che la pastura andrà a finire tutta in quel posto.

Alcune raccomandazioni…

Il contesto Urban può essere bello, emozionante ma anche un po’ rischioso. Se pescate in canale ricordatevi che è necessaria la licenza di pesca in acque interne, così come se pescate in un porto o porticciolo che ha un corso d’acqua che vi entra. Visto che in molti posti la pesca non è consentita o è regolamentata prendete informazioni magari presso un negoziante del luogo.

Riducete l’attrezzatura al minimo in modo da potervi spostare con facilità e soprattutto non date fastidio con la vostra azione ai turisti, ai pedoni ed al traffico.

Cercate di scoprire nuovi spot, ma fatelo dove è consentito pescare: vale più un pesce preso in un posto del genere che cento presi altrove...

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