Giugno con le sue giornate calde ed afose insieme a divieti e folla impone al pescatore da terra orari ben precisi. La notte è breve, ma spesso intensa e proficua fino al nuovo giorno...
LA SCELTA DELLO SPOT
Siamo ormai nella maturità dell'anno e con il mese di giugno le possibilità per il pescatore da terra aumentano considerevolmente. Purtroppo deve fare i conti con i vari divieti imposti dalle Autorità competenti per la stagione turistica.
Poco male, spesso gli orari di pesca concessi collimano con l'attività dei pesci poiché di solito sono a cavallo della notte e l'alba. In alcune zone possiamo già pescare da poco dopo il tramonto e questa è una grande opportunità.
La notte sarà breve, ma intensa dobbiamo sfruttare a pieno tutte le possibilità offerte dallo spot scelto, spesso, conviene presentarsi con calma pescare le poche ore in notturna per essere pronti ad affrontare l'alba, momento magico da sempre, soprattutto nel periodo caldo. Stando lontani da foci e scogliere, rivolgiamo lo sguardo verso porticcioli e moli dove l'azione di pesca è permessa fuori dai divieti di orario.
I pontili galleggianti, ormai presenti in molti porticcioli dove vengono sistemate le barche, sono un'ottima zona per la pesca perché i pesci, trovano cibo in abbondanza costituito per lo più da cozze e piccoli crostacei che sostano vicino alle catene messe in trazione per tenere fermi i pontili quanto basta per ridurre al minimo il movimento ondulatorio impresso dal mare.
LE SPECIE PRESENTI
L'arrivo della stagione calda favorisce l'innalzamento delle temperature anche dell'acqua del mare. In un contesto del genere il pescatore si troverà a far fronte a molto pesce di disturbo e di piccola taglia.
Quindi, se fino a qualche mese fa, quando il galleggiante spariva sotto la superficie dall'altra parte nella maggior parte dei casi c'era un pesce di taglia, adesso non è più così. Aumenta il numero delle abboccate, ma diminuisce drasticamente la taglia.
Tutto questo, non deve essere fonte di scoraggiamento, ma una sfida verso il mare anche perché, le finestre di attività dei pesci di taglia ci sono eccome anche in questo periodo.
Di solito, l'attività dei pesci ritenuti importanti come pregio e taglia si verifica proprio nelle ore centrali della notte, quando tutto intorno il silenzio la fa da padrone e la tranquillità regna sovrana.
Questo lasso di tempo si protrarrà fino alle prime luci dell'alba per cessare del tutto quando le temperature inizieranno ad alzarsi di nuovo ed il sole tornerà alto nel cielo. Vedrete bene la differenza quando la luce prenderà campo, i pesci, quelli seri spariranno.
L'obiettivo del mese è quello di catturare qualche bella orata golosa di bigattini pronta a mettere a dura prova l'attrezzatura light utilizzata. Un obiettivo del tutto raggiungibile stando ad alcuni accorgimenti tecnici pronti a fare la differenza.
ULTRALIGHT
Le zone di pesca menzionate nella prima parte sono caratterizzate da poca corrente, salvo rare eccezioni dovute per lo più da un mare formato dove potremo avere un'acqua semi-lenta.
Di solito questi spot sono situati al riparo della forza erosiva del mare, quindi nelle baie e nei golfi dove, appunto, l'acqua gira, formando zone invitanti per la pesca e per i pesci vista l'abbondanza di cibo trasportata dai movimenti di marea.
Anche la temperatura rimane piacevole per tutto il periodo estivo senza scaldarsi troppo, talvolta, creando un habitat invitante. E' il paradiso della pesca ultraleggera fatta di lenze light, inneschi calibrati e pasturazione ad hoc.
Una tecnica coinvolgente dove il senso dell'acqua, talvolta sangue freddo e precisione fanno la differenza.
BOLOGNESI IN ACTION
La più amata dagli italiani, la pesca con la bolognese trova in questi contesti il suo status ideale. Impiegheremo bolognesi ad azione progressiva adatte a contrastare le fughe dei pesci di taglia pur mantenendo una certa morbidezza in modo da stare tranquilli visto che si pesca con terminali talvolta sottili a causa dell'acqua semi-ferma, ma soprattutto per la trasparenza, talvolta incredibile.
La lunghezza della canna dovrà essere scelta in base alla profondità, ma in questo periodo si sconsiglia di pescare in zone troppo profonde dove l'acqua è fresca, ma in quelle di profondità media perché i pesci, soprattutto le orate vogliono godersi a pieno quello che le piace di più: il caldo.
Torneremo in acque profonde in autunno e inverno. Quindi, una bolognese di sette metri dotata di un mulinello di taglia tremila caricato con un ottimo 0,14mm fa al caso nostro.
LA LENZA GIUSTA
Pescheremo su fondali massimo di cinque metri, lo spot, ripetiamolo, presenta una condizione di corrente pressoché inesistente. Ovviamente questo non gioca troppo a nostro favore, i pesci in acqua ferma sono molto più sospettosi, guardinghi, hanno il tempo di studiare bene la situazione, quindi dobbiamo essere perfetti nella pasturazione, ma soprattutto nella presentazione dell'esca.
Una geometria infallibile in questi contesti fatti di spostamenti molto lenti e brevi dell'acqua è quella detta a “bottone di camicia”.
Una lenza di estrazione dulciaqcuicola d'Oltremanica utilizzata per la pesca con lo stick float e rivisitata dal pescatore italiano prevede di tarare il galleggiante con pallini della stessa grandezza posizionati ad una distanza equa.
Si ottiene una spallinata equidistribuita molto morbida che scende sinuosa e leggera sul fondo accompagnando l'innesco di bigattini.
La morbidezza di questa lenza la determina la distanza tra i pallini, più questa è maggiore, più acquista morbidezza. Comunque, si tende a “stendere” i pallini a circa metà della profondità. Quindi, su un fondale di cinque metri, posizioneremo i pallini in due metri e mezzo. Si consiglia di utilizzare pallini piccoli nell'ordine del n. 10 – 9. Il finale in fluorocarbon dello 0,10mm avrà una lunghezza di circa un metro dove legheremo un amo del n. 18-20.
Consigli sull'amo...
Pescando a bigattini in un contesto del genere impiegheremo come spiegato ampiamente lenze leggere e, quindi, anche l'amo dovrà essere leggero per non sbilanciare l'intera spallinata. Non dobbiamo dimenticarci, però, che l'obiettivo principale sono le orate, o comunque la specie che va per la maggiore in questo periodo e in questi contesti.
Tutti conosciamo la potenza formidabile dell'apparato boccale dell'orata per cui la rende famosa. Capace di frantumare il più duro dei molluschi figuriamoci cosa può fare con in bocca un amo innescato con due bigattini.
Dobbiamo quindi concentrarci su ami leggeri, ma allo stesso tempo robusti e molto resistenti. La serie 7 GP di Gamakatsu del n. 20 risponde perfettamente alle nostre esigenze perché siamo di fronte ad un amo a paletta dalla forma particolare e con la punta rientrante. Una volta penetrato non molla più la presa e per di più resiste perfettamente alle sollecitazioni impresse dall'orata.
Morbidi come... seta
Pescando su fondali misti, ma soprattutto pesci dotati di un apparato boccale fornito di denti, orate e saraghi in primis, dobbiamo scegliere un monofilo adatto alla realizzazione del terminale.
Pescando in acqua ferma e molto trasparente la scelta deve ricadere su un prodotto che abbia due peculiarità: morbidezza e resistenza all'abrasione. Nonostante la tecnologia abbia fatto passi da gigante, i fluorocarbon per adesso rispettano solo una delle caratteristiche citate, la resistenza all'abrasione perché di morbidezza ancora non se ne parla, non è stata raggiunta la perfezione.
Quindi, meglio prestare attenzione su nylon ricoperti da un leggero rivestimento di fluorocarbon. In questo modo avremo un'anima di nylon che conferisce morbidezza ed un rivestimento in fluorocarbon che ci garantisce resistenza all'abrasione.