Piombatura a Scalare per Bolognese Ultralight

Pesca con la Bolognese 1

Per una volta torniamo a parlare di bolognese ultralight, di quella tecnica di pesca che più si avvicina alla classica passata in acqua dolce a barbi e cavedani che da sempre viene praticata nel nostro Paese, ma che purtroppo, negli ultimi tempi è stata un po’ dimenticata a favore di tecniche decisamente più specialistiche.

Fino a non più di 15 anni or sono pescare a bolognese nel 95% dei casi significava cimentarsi con canne morbide, bigattini, galleggianti quasi mai sopra il grammo e mezzo e terminali super sottili, questo naturalmente sia in acqua dolce che in mare.

Proprio in foce o in mare la massiccia presenza delle orate, la progressiva ripresa della pesca in scaduta dalle scogliere, la comparsa sul mercato di attrezzi specifici per tecniche di pesca “dure” e perché no, anche la nascita di tecniche di pesca a bolognese alternative all’impiego come esca e pastura del bigattino, hanno poi decretato la progressiva decadenza di questa tecnica proprio in favore di altre decisamente più “specialistiche” che richiedono attrezzature ed esche altrettanto mirate.

Pesca con la Bolognese 3

Attrezzature e spot

Le placide acque portuali, naturalmente dove è consentita la pesca sportiva, sono la palestra ideale per la bolo ultralight, che tuttavia trova largo impiego anche nelle foci, avendo cura però di scegliere spot dove le correnti generate dalle maree e dal fiume si placano un po’ consentendo l’uso di piombature leggere.

Si tratta di una tecnica molto particolare che proprio nei porti si basa spesso sulla ricerca del pesce sulla colonna di bigattini lanciati a fionda come pastura, che scende lentamente verso il fondo.

Per far questo occorrono galleggianti piccoli (tra 0.50 e 1 grammo) zavorrati con lunghe e leggerissime spallinate, terminali sottili ed ami piccoli: in sintesi dovremo pescare come se invece di essere in mare o in foce, fossimo su un fiume a caccia di cavedani e barbi.

Pesca con la Bolognese 2

Come canna conviene scegliere una classica sette metri ad azione light, meglio se leggermente parabolica e non troppo di punta. Una canna più rigida o troppo ad azione di punta non è adatta sia in fase di lancio che durante il combattimento con i pesci allamati, che talvolta possono essere anche molto grossi.

Alla canna dovremo abbinare un mulinello di taglia 2000 – 2500 a bobina aperta, anche se ci sono dei pescatori che preferiscono utilizzare modelli a bobina chiusa di ottima qualità, che garantiscono la quasi impossibilità di creare pericolosi garbugli ed il perfetto controllo della lenza in bando in ogni frangente.

Particolare tecnico di fondamentale importanza è anche il diametro del monofilo da caricare sul nostro mulinello che mai come in questo caso deve essere scelto con cura, privilegiando diametri sottili come lo 0.14 o meglio ancora lo 0.12.

Il monofilo sottile ci consente sia di guadagnare distanza durante la fase di lancio che di collegare meglio il terminale, che in questo tipo di pesca può variare tra lo 0.12 e lo 0.09 con le misure intermedie sempre più utilizzate rispetto alle altre.

Pesca con la Bolognese 4

A proposito dei galleggianti possiamo dire che le forme classiche da impiegare sono sostanzialmente due: la pera rovesciata e la goccia più o meno accentuata.

La prima delle due forme, lo sanno bene tutti gli appassionati di pesca alla passata, consente di pescare anche in trattenuta ed è quindi più adatta a luoghi dove c’è una leggerissima corrente, mentre la goccia può essere impiegata sia in acque ferme che in corrente, ma solo se dobbiamo pescare a passare, cioè senza trattenere.

La piombatura

Parlare di spallinata per pesi compresi tra 0.50 e 1 grammo fa sorridere, ma in realtà la disposizione della piombatura e la misura dei pallini sono particolari tecnici notevolmente interessanti ai fini della riuscita della nostra battuta di pesca.

Teniamo presente subito che in spot come quelli descritti precedentemente molto spesso la profondità è già importante a causa del fatto che devono essere ormeggiate delle barche anche di buone dimensioni, quindi ci troveremo spesso ad affrontare luoghi che presentano dai 3 ai 5-6 metri di profondità, caratterizzati da acqua ferma o lentissima.

Pescando in acqua ferma o quasi, può essere molto redditizio rallentare la discesa dell’esca verso il fondo in modo da confonderla con la nuvola dei bigattini gettati come pastura. Così facendo si riesce ad essere molto adescanti anche nei confronti di pesci che salgono verso la superficie attratti dalle larve oppure su specie che si cibano negli strati superficiali come le aguglie, i sugarelli, le lecce stella e le occhiate.

Per fare questo occorre realizzare delle lunghe spallinate partendo verso il galleggiante con i pallini più grossi, per finire sul nodo di giunzione con il terminale con quelli più piccoli, avendo cura di aumentare progressivamente la distanza tra loro.

Pesca con la Bolognese 9

Supponendo di impiegare un galleggiante da un grammo, potremo partire con pallini del numero 5 o 6 al bulk e finire con uno del numero 11. Se invece peschiamo dove c’è un po’ di corrente oppure vogliamo arrivare velocemente sul fondo, può essere necessario realizzare una piombatura leggermente più raccolta, ma sempre costruita con lo stesso criterio. In questo caso, se necessario, sarà anche possibile aumentare la consistenza del bulk in modo da favorirci sia in fase di lancio che in velocità di discesa verso il fondo.

Resta inteso che in ambedue le circostanze il comune denominatore è sempre quello di riuscire a presentare il nostro innesco, costituito da uno o due bigattini appuntati su un piccolo amo, nel modo più naturale possibile.

La pasturazione

In questi ambienti di pesca pasturare bene è d’obbligo. Farlo significa gettare un giusto quantitativo di larve ad intervalli regolari, nel punto giusto, in modo da ottimizzare il lavoro in acqua della nostra montatura.

Pesca con la Bolognese 5

L’acqua ferma potrebbe invogliarci a gettare tante larve confidando che rimangano in zona, ma invece il giusto approccio è quello opposto, cioè alimentare con regolarità con pochissime larve per volta la zona di pesca ed aumentarne il quantitativo e la frequenza solo se ci accorgiamo dell’arrivo di un branco di pesci attratti dalla nostra pasturazione. In questi tipi di spot troppe larve fanno sparire agli occhi dei pesci il nostro innesco.

Solo in presenza prevalente di pesce di fondo come cefali, orate e saraghi oppure se ci sono in superficie piccoli pesci che non consentano alle larve gettate a fionda di raggiungere il fondale, può essere necessario incollare con della gomma arabica un po’ di larve insieme a della ghiaia fine (quarzite), altrimenti, ricordatelo bene, solo e sempre fionda!

Pesca con la Bolognese 8

Orari e maree

Come sempre, riuscire a far coincidere il nostro tempo di pesca anche con un cambio di luce sarebbe il non plus ultra, comunque le ore diurne possono regalare qualche bella cattura.

In linea di massima sarebbe l’ideale avere un culmine di alta marea circa due ore dopo il cambio di luce ed essere in pesca almeno tre - quattro ore prima dell’evento, in modo da sfruttare al meglio tutta la marea montante e l’ora successiva al culmine di alta.

Pesca con la Bolognese 7

Le fasi di marea certamente influenzano il comportamento alimentare di certe specie, così come il buio, principale alleato dei predatori… ma anche di tutti noi grandi appassionati di pesca da terra.

E’ chiaro che con il procedere della stagione verso il caldo, le ore notturne saranno sempre da preferire anche per la tranquillità, il silenzio e lo scarso traffico nautico da diporto che come per incanto cessa o quasi con il calare delle tenebre.

Pesca con la Bolognese 1 Pesca con la Bolognese 3 Pesca con la Bolognese 4 Pesca con la Bolognese 7 Pesca con la Bolognese 8 Pesca con la Bolognese 9 Pesca con la Bolognese 2 Pesca con la Bolognese 5

Articoli correlati