Cinque sono le specie di sarago presenti nelle acque italiane e nel Mediterraneo, tutte con caratteristiche comuni, quali la forma del corpo alto e piuttosto compresso, e la presenza di una macchia scura nella zona precedente la pinna caudale.
Questi sparidi sono generalmente gregari e spesso eurialini, potendo sopportare bene le variazioni della salinità dell’acqua.
Il sarago maggiore è il più diffuso dei cinque ed è facilmente riconoscibile per la presenza sui fianchi di 7-8 fasce verticali, può superare il chilo e mezzo di peso, e i 40 cm di lunghezza.
Il sarago fasciato o testanera è invece caratterizzato da una fascia nera che va dalla fine della testa all’inizio della pinna dorsale, raggiunge i 25-30 cm di lunghezza per un peso di circa 500 g. Lo si può incontrare su fondali rocciosi o sabbiosi, difficilmente in acque salmastre per la sua scarsa adattabilità alle variazioni di salinità dell’acqua.
Il sarago pizzuto prende il nome dalla particolare forma del muso, molto lungo e acuto; può superare i 2 kg di peso per circa 40 cm di lunghezza.
Il sarago faraone è la specie più interessante dal punto di vista alieutico, in quanto capace di superare i 55 cm di lunghezza e i 4 kg di peso. Vive su fondali rocciosi tra i 10 e i 50 m ed è sicuramente il meno comune tra i saraghi delle nostre acque, infatti è una specie con una forte attitudine termofila, che predilige acque calde.
Infine lo sparaglione è il più piccolo del genere, con una lunghezza massima di 15-18 cm ed un peso di circa 300 g; presenta una livrea di tonalità gialla, sul classico argento di fondo. Predilige i fondali ricchi di posidonia, ma lo si può trovare un po’ovunque, in quanto è molto resistente all’inquinamento.
Il sarago abita le scogliere naturali e artificiali, in fondali bassi, superando raramente i 50 metri di profondità; frequenta anche i litorali sabbiosi, specie in presenza di rocce nelle vicinanze.
E’ un pesce che viene insidiato un po’ ovunque, in modo particolare dalla barca, nelle vicinanze dei bordi delle secche, dei relitti, vicino ai manufatti e alle scogliere artificiali. Il periodo migliore è la primavera, quando i branchi di saraghi risalgono le cigliate e si radunano per espletare la loro funzione riproduttiva. I momenti topici per la pesca sono quelli del tramonto, la notte e anche le prime luci dell’alba.
Le abitudini alimentari di questo sparide sono molto varie: dalla sardina al calamaro innescati in tocchi, ai gamberetti (preferibilmente vivi), ai granchi, fino ad arrivare agli anellidi, come l’arenicola che rappresenta una delle esche più gettonate . Non disdegna qualche pasto vegetariano, anche se le sue mascelle robuste gli permettono di frantumare con facilità granchi, arselle e ricci.
E’ quindi una preda che si può insidiare con quasi tutte le tecniche di pesca, dalla spiaggia con attrezzature più o meno leggere, dalle scogliere, così come nei porti a fondo o a galleggiante, dalla barca a bolentino.