Ci sono molti modi per approcciare alla pesca del luccio; a seconda delle caratteristiche dello spot e dei nostri gusti personali potremo scegliere se pescare da riva, dalla barca o da un altro tipo di natante, tenendo presente che ogni spot va affrontato nel modo giusto, nel limite dei mezzi che abbiamo a disposizione.
La pesca da riva
A volte per scelta, a volte per necessità, sono moltissimi gli spot che possono essere affrontati da riva. Ci sono quelli raggiungibili solo a piedi, in cui siamo obbligati a pescare “al piede”, quelli non dotati di imbarchi dove poter mettere in acqua il nostro natante, quelli in cui la navigazione risulta essere pericolosa e quelli dove quest'ultima è vietata. In tutti questi casi la pesca da riva è l'unica opzione possibile e va sfruttata al massimo.
D'altro canto ci sono invece tantissimi altri spot che possono essere battuti meglio da natante, ed in questi casi pescando da riva si avranno svariate difficoltà.
Se peschiamo da riva in un grande lago, ma non abbiamo a disposizione nessun tipo di natante, la nostra azione di pesca sarà estremamente limitata. Per sfruttare al massimo lo spot sarà indispensabile individuare i punti migliori in cui appostarsi e lanciare, andando ad osservare attentamente le caratteristiche geografiche del lago.
Le zone da battere saranno le punte tra un'insenatura e l'altra, le insenature con buona profondità e tutti gli ostacoli, naturali o artificiali, che possano creare un riparo al pesce.
Per quanto riguarda la scelta dell'attrezzatura teniamo presente che nella maggior parte dei casi dovremo raggiungere lunghe distanze, quindi saranno da preferire canne lunghe o da spinning.
Conviene iniziare a sondare i diversi strati d'acqua con esche via via sempre più pesanti, partendo dagli strati più superficiali per finire a quelli più profondi, fino ad attendere l'atterraggio sul fondo della nostra esca; questo approccio limiterà gli incagli.
Nel caso dovessimo avvistare una corona di alghe a 10 – 20 mt da riva, la scelta migliore sarà quella di lanciare oltre e cercare di pescare all'esterno di essa. Questo ci obbligherà a fare lanci lunghissimi, e a metà recupero a trapassare l'erbaio con la nostra esca (quindi occhio al tipo di esca, dovrà essere molto lanciabile e abbastanza anti incaglio).
Se si pesca in fiume o in spot ristretti, con sponde poco accessibili da riva, la nostra azione di pesca sarà limitata ai pochi punti di accesso. Anche qui a fare la differenza sarà la distanza e la precisione di lancio, inoltre avremo bisogno di una grande mobilità per fare spostamenti in ambienti che possono essere molto avversi; dovremo viaggiare molto leggeri e attrezzati con stivali da wading.
Dopo aver analizzato diverse situazioni estreme esistono, al contrario, moltissimi spot sfruttabili benissimo da riva.
C'è da considerare, inoltre, che a volte siamo comunque obbligati a pescare “al piede” da legislazioni che vietano la pesca da natante. Sono questi i casi dei piccoli laghi, delle cave e dei fiumi le cui sponde risultano facilmente accessibili. In queste circostanze opteremo per un'attrezzatura che sia in grado di sfruttare al massimo lo spot, senza dover scendere a troppi compromessi.
Pike dalla barca
La pesca dalla barca è la mia pesca prediletta. Navigare ed esplorare laghi e fiumi mi dà emozioni pari a quelle della pesca, è un'avventura che non mi annoia mai, ma la navigazione da un natante è una cosa che va presa seriamente, bisogna prendere tutte le opportune precauzioni, seguire i regolamenti e, non per ultimo, avere un po' di pratica e di esperienza con questo mezzo di trasporto.
Anche avendo a disposizione una barca, la ricerca di un luccio nelle nostre acque non è cosa facile, soprattutto se peschiamo in grandi laghi. Una buona parte degli spot offerti dai grandi laghi sono situati lontani dalle sponde o in acque profonde, spot difficilmente raggiungibili quando si pesca da riva.
Gli spot e la profondità a cui troveremo i lucci è variabile in base a molteplici fattori. Uno di quelli determinanti è la temperatura dell’acqua. Con il sole estivo, quando l’acqua in superficie si riscalda troppo, i nostri amici pinnuti cercano acque più fresche in profondità, al contrario, in seguito a un brusco raffreddamento dell'acqua, cercano temperature più miti e meno soggette a sbalzi termici, sempre negli strati più profondi.
Esistono anche moltissime situazioni in cui i pike stazionano nel sottoriva o nelle sue vicinanze (assenza del termoclino o temperatura dell'acqua ideale in superficie), situazioni in cui con la nostra barca seguiremo l'andamento della sponda, mantenedoci a una distanza di 20 – 50 mt e facendo una pesca simile a quella che faremmo da riva, ma lanciando nel verso opposto.
Con l'esclusione delle settimane vicine al periodo di riproduzione, nelle quali troviamo il luccio negli erbai del sottoriva, un altro momento in cui questo predatore si avvicina alle sponde corrisponde con i cambi di stagione, periodo in cui avviene il rimescolamento delle acque stratificate (assenza del termoclino).
La stratificazione dell'acqua
Durante i periodi più caldi, come in quelli più freddi, le grandi differenze di temperatura tra la parte superficiale dell’acqua e quella più profonda determinano la sua stratificazione.
La zona che delimita un netto cambiamento tra l’acqua superficiale (più soggetta a sbalzi termici) e quella più profonda (a temperatura pressoché costante) prende il nome di termoclino.
E' proprio qui che sarà più facile trovare i banchi di pesce foraggio e quindi i nostri pike. Infatti i nostri amici preferiscono sostare in zone a temperatura costante e ricche di pesce foraggio, proprio in prossimità del termoclino.
Un ecoscandaglio ci semplificherà la vita e la ricerca del termoclino; regolando la sensibilità del sonar verso il massimo individueremo in modo abbastanza preciso (dipende molto dal tipo e dalla qualità del nostro ecoscandaglio) la linea di stratificazione dell’acqua, detta appunto termoclino.
Pescare dalla barca su questo tipo di spot, offre evidenti vantaggi rispetto alla pesca da riva.
La sicurezza in barca
La normativa che regola la navigazione nelle acque interne, varia da regione a regione e da provincia a provincia. Bisogna far attenzione e documentarsi bene prima di affrontare un posto nuovo, per evitare il rischio di compromettere la nostra sicurezza e di incorrere in sanzioni.
Tra le dotazioni di bordo essenziali (molto spesso obbligatorie) e gli adempimenti più importanti ci sono: una ciambella anulare, giubotti salvagente omologati, remi, assicurazione per i motori, sia elettrici che a scoppio.
Per questioni di comodità in pesca e per la sicurezza è bene portare in barca anche altri accessori, come: un’ancora con 20/30 mt di corda, mezzo marinaio, sassuola (o pompa di sentina), cassetta di pronto soccorso, estintore (soprattutto se si usa il motore a scoppio).
In base alla conformazione del lago in cui peschiamo cercheremo di individuare i lucci, o sul termoclino oppure, se l'ambiente è favorevole, anche nell’immediato sotto riva, in corrispondenza di erbai, rocce o di “cover” di solito determinate da grossi tronchi o rocce particolari.
In piccoli laghi, non troppo profondi, possiamo trovare questi tipi di spot anche molto lontano dalle sponde, in prossimità di fondali più bassi della media, in cui la presenza di alberi o rocce sommerse ci suggerisca di poter trovare dei lucci.
Se si pesca in grandi laghi, e se i lucci stazionano su un termoclino profondo, potremmo avere la necessità di allontanarci anche di diverse centinaia di metri dalla riva, soprattutto se si pesca in laghi vulcanici o artificiali.
n questi casi la pesca a spinning non è molto redditizia, in quanto le nostre esche stazioneranno nella zona di caccia del luccio per un periodo di tempo estremamente limitato. In queste situazioni la pesca a traina può essere la soluzione più valida, sempre che nel lago in cui stiamo pescando questa tecnica sia consentita.
Pescare a traina non è, come molti credono, un gioco da ragazzi. Bisogna tener conto della velocità e soprattutto avere un'idea abbastanza precisa della profondità in cui stiano lavorando le nostre esche. Bisogna avere buona padronanza della guida della barca e non da ultimo un buon ecoscandaglio, possibilmente dotato di GPS.
La profondità di lavoro dell'esca è influenzata dal suo peso specifico (capacità di affondamento), dalla quantità di filo che abbiamo fuori, dal diametro del filo (più è sottile e più la nostra esca affonderà facilmente) e dalla velocità della barca. Il rapporto tra questi quattro fattori determinerà la profondità precisa a cui nuota la nostra esca.
Per semplificarci la vita e evitare l'utilizzo di fastidiosi piombi “guardiani” conviene utilizzare esche a rapido affondamento e di grande peso, come ad esempio le grosse gomme Berkley Flat Giant da 175 gr., Crank Bait con grosse palette in grado di affondare rapidamente o dei grossi Lipless come i Sebile Flatt Shad extra heavy da 120 g.
Attenzione a non pescare a profondità eccessive. In certi periodi dell'anno, in cui la temperatura dell’acqua in superficie sale troppo (sopra i 25°) o diventa troppo fredda (vicina allo zero), capita che i lucci si spostino a grandi profondità in cerca di acque fresche dalla temperatura costante. In determinate situazioni gli esocidi possono scendere anche oltre i 15/20 mt.
Sono profondità in cui la pesca diventa rischiosissima per la salute del pesce; tirar su un luccio da simili profondità lo sottopone ad un enorme stress termico e batimetrico, il luccio si gonfia (fenomeno della gasazione) e difficilmente riparte una volta liberato. In estate questo fenomeno è più accentuato, ma può accadere anche in inverso se peschiamo ad una eccessiva profondità. Una regola empirica che applico è di non pescare mai al di sotto dei 6/8 mt in estate, e mai al di sotto dei 10/12 mt in inverno.
La pesca a traina può essere anche un modo di sfruttare utilmente i tempi morti dovuti agli spostamenti da uno spot all'altro durante la pesca al lancio, soprattutto se la nostra barca è molto lenta e non ci consente spostamenti veloci in planata.
Il Kayak
Un'altra pesca da natante molto divertente è quella in Kayak.
Questi natanti, un tempo destinati solamente a passeggiate sulle superfici dei laghi e dei fiumi o all'attività sportiva, con l'avvento delle nuove e più moderne tecnologie sono diventati degli strumenti di pesca dalle altissime prestazioni.
I vantaggi che offrono vanno dalla facile trasportabilità sul tetto dell'auto (dovuta al peso contenuto) alle altissime performance in acqua (sono molto veloci se paragonati a una barca a remi), inoltre ci consentono di fare della sana attività sportiva mentre peschiamo.
In kayak il divertimento è assicurato sia pescando a spinning che a traina, con l'unica nota negativa della difficoltà di gestire pesci molto grandi, dovuta al fatto della nostra posizione obbligata sul sedile all'interno del kayak. Questa nostra mobilità limitata complica le operazioni di slamatura, di fotografia e di rilascio della nostra preda.
Sono mezzi molto sicuri, grazie alla larghezza maggiorata i kayak da pesca sono molto più stabili rispetto ai loro fratelli per uso sportivo e il rischio rovesciamento è veramente basso. In ogni caso sarà importante adottare tutte le precauzioni e pescare sempre con il giubotto salvagente indossato.
Il Belly Boat
La pesca in Belly Boat o ciambella è una delle pesche più sportive e divertenti da fare; peschiamo con una parte del corpo immersa nell'acqua, ci spostiamo pinnando come dei sub e quando agganciamo un grosso luccio, vale sempre doppio!
Vale doppio perché peschiamo sempre al lancio, vale doppio perché gli spostamenti in Belly sono lenti e faticosi, vale doppio perché al pari di un kayak la nostra mobilità all'interno del Belly è estremamente limitata.
Per la nostra sicurezza dobbiamo scegliere dei prodotti sicuri, con almeno 2 camere d'aria (i Belly Boat si possono bucare...), seduta in foam ad alta gallegiabilità e un tessuto resistente allo sfregamento su rocce o rovi.
Personalmente utilizzo il Berkley Ripple XCD, un Belly Boat molto grosso e confortevole che grazie alla sua robustezza soddisfa tutte le più elevate caratteristiche di sicurezza.
La sicurezza in Belly
E' importante utilizzare sempre il giubotto salvagente e una cintura che impedisca ai waders di riempirsi d'acqua in caso di incidente, oppure dei waders gallegianti in neoprene.
Durante le nostre pescate in Belly dovremo tenere sempre sotto controllo il vento, infatti con forte vento contrario sarà molto difficile, se non impossibile, ritornare alla base.
Un altro fattore da tenere sotto controllo è la pressione delle camere d'aria, se notiamo che una delle due camere d'aria si affloscia, ritorniamo di corsa sulla riva.
Ci sono degli accessori che possono rendere la nostra uscita in Belly più efficace: l'ecoscandaglio e il portaoggetti laterale. Come si sa, nella pesca del luccio abbiamo la necessità di portare con noi numerosi e ingombranti accessori e esche voluminose, ma le tasche dei Belly sono sempre troppo piccole!
Un portaoggetti esterno da collegare al Belly ci corre in aiuto e ci consente di avere a portata di mano le nostre esche preferite, pinze, forbici e altri oggetti di uso frequente. Un altro accessorio utile sarà una sacca stagna da mettere nel vano dietro la nostra schiena. Sarà comoda quando, costretti dal caldo, dovremo cominciare a spogliarci, per tenere all'asciutto i nostri indumenti, i panini e il portafoglio.
L'azione di pesca in Belly è facile e intuitiva, e una volta che avremo imparato a muoverlo con precisione grazie a determinati movimenti delle pinne, ci consentirà di “stare in pesca” in zone di laghi e fiumi difficilmente raggiungibili con qualsiasi altro mezzo.
Agganciare un Big Pike dal Belly offre un'esperienza di pesca unica. Si combatte alla pari, in un tira e molla dove a volte è la nostra preda a spostarci e tirarci via dalla nostra posizione.
Avere un guadino è molto comodo quando si ha un grosso luccio in canna, ma molti pescatori non lo utilizzano. In effetti è molto scomodo da portare, i guadini per lucci sono enormi e in Belly gli spazi sono esigui.
E' mio parere che quando si pesca in Belly un guadino sia indispensabile, innanzitutto per una questione di sicurezza. Opercolare un grosso luccio a pochi centimetri da una camera d'aria potrebbe essere molto rischioso. Un'improvvisa testata potrebbe farcelo sfuggire e andare a conficcare la nostra esca nella camera d'aria, addio divertimento... Inoltre mi è capitato diverse volte che una volta slamato, il luccio riuscisse a liberarsi dall'opercolare e a riguadagnare la libertà prima che riuscissi a fargli una foto, che amarezza.
Al contrario, una volta che avremo il nostro pike nel guadino (grazie alla lunghezza del manico sarà a distanza di sicurezza dalle camere d'aria) potremo slamarlo e lasciarcelo dentro in attesa di prepararci per la foto-trofeo.
Se siamo in compagnia la foto non sarà un problema, appena saremo in posizione il nostro compagno di pesca ci farà uno scatto (meglio una raffica), ma quando siamo da soli la foto in Belly risulta problematica.
Una macchina fotografica servirebbe a poco, abbiamo bisogno di un'inquadratura da davanti e sicuramente avremo entrambe le mani occupate. Il più delle volte sono un pescatore solitario, ho risolto quindi questo problema montando un'Action-Cam su un'asta da selfie autocostruita e l'ho collegata al portatutto del Belly Boat.
Una volta portato il luccio a guadino e slamato accendo la mia Action-Cam in modalità video o scatto multiplo (2 foto al sec.) e aggancio l'asta da selfie a un tubo fissato sul portatutto (innesto telescopico ricavato da 2 sezioni di una vecchia canna da pesca).
A questo punto non mi resta che opercolare il luccio e metterlo in posa davanti all'obbiettivo, pochi secondi fuori dall'acqua e poi di nuovo libero !