Apertura della Pesca alla Trota. Consigli Utili

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Talvolta durante il giorno dell' abbiamo percepito l'odore della primavera, siamo ancora in inverno... 

Fuori è tutto ghiacciato, nella morsa della brina da giorni, ormai. La colonnina di mercurio, rimane sotto lo zero per buona parte della mattina, un tiepido sole fa capolino tra le colline, ma serve a poco perché gli animi sono gelati e anche quest'anno la scaletta rispetta tutte le aspettative.

Il giorno dell'apertura mi piace viverlo in solitaria, risalendo quel torrente stretto, “lui” mi ha visto crescere, calpesto le sue sponde percependo la sofferenza di un mondo stretto, va avanti nonostante tutto regalando ancora emozioni uniche sotto forma di trote, che rispecchiano in pieno, con il loro colori, l'anima di questo spot.

Un'anima scontrosa, cruda, asociale, a momenti solare, maledetta e spietata, un torrente di quelli veri, premia solo chi merita. Suona quasi strano pensare a una natura dove esiste ancora un po' di meritocrazia, un valore ormai svanito nella vita di tutti i giorni...

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Strategie

Il periodo delle prime aperture dell'anno, quindi quelle che vanno dall'ultima domenica di febbraio alla prima domenica di marzo è da considerarsi, salvo rari casi, poco fruttuoso, però, non dobbiamo mai sottovalutare questo fatto: è pur sempre un'apertura!

Un giorno particolare perché i torrenti sono deserti, da mesi nessuno calpesta le loro sponde. Sono ambienti vocati ad acque salmonicole e godono del fermo pesca, quindi i pesci sono sì, selvatici, astuti ed infreddoliti, ma sicuramente meno guardinghi del solito e più tranquilli.

La scelta che ormai da anni mi ha sempre pagato è quella di scegliere un torrente collinare ad un'altezza pari ai 600 metri. Sicuramente gioca a mio vantaggio il fatto di non trovare acqua di neve e quindi posso pescare tranquillamente anche nelle ore più calde con buone possibilità di cattura.

Ovviamente, il ghiaccio e la brina la faranno da padrone, però, le trote, ripeto, saranno sì infreddolite ed “impietrate”, ma allo stesso tempo tranquille perché sono diversi mesi che non vedono anima viva.

Mai abbassare la guardia

Tranquillità non vuol dire che possiamo permetterci di fare degli errori, dobbiamo curare al massimo l'avvicinamento allo spot, l'acqua è molto chiara e bassa, evitiamo, nel limite del possibile, di risalire il torrente in acqua, facciamolo calpestando le sponde, preoccupandoci di studiare bene i passaggi per avvicinarsi allo spot.

Spesso, studiare bene cosa fare, vuol dire garantirsi quella cattura in più e di qualità.

Come pescare

Stiamo parlando di spot larghi non più di dieci metri, pescheremo a risalire come da istinto innato del trotaiolo di montagna.

Una teleregolabile di dieci metri è quello che ci vuole. Anche perché con questo attrezzo possiamo battere un'infinità di spot, dal torrente di alta montagna al fondovalle appenninico senza problemi, ma adattandosi al luogo di pesca ed alle condizioni.

Concentriamoci adesso sullo spot che abbiamo scelto per questa giornata tanto attesa, un torrente di collina alla ricerca di trote selvatiche. La poca portata e le trote molto ferme a causa delle temperature basse ci impongono scelte tecniche ben precise per affrontare questa condizione.

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Coroncine

Leggere come una piuma, micidiali come un AK 47, queste corone sono ottime per battere piccoli torrenti e, soprattutto, micidiali per andare a cercare le trote sotto ai massi e tra gli ostacoli sommersi.

Molti impiegano piccoli a sfere, ma a me piace molto di più la morbidezza di una corona di venti pallini del n.5 disposti al massimo in 40 cm di lenza madre dello 18, terminale dello 0,16 in fluorocarbon lungo 25 cm.

Questa scelta è dettata dalle condizioni idriche e dalla conformazione del corso d'acqua ricco di ostacoli sommersi e tane. Una corona di questo tipo, permette pochissimo margine di errore da parte del pescatore perché è sì, morbida, ma allo stesso tempo molto concentrata e caricata in punta proprio per entrare in pesca velocemente visti gli spazi ridotti di manovra.

Esche&inneschi

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Resta inteso che il verme di terra rimane l'esca più utilizzata ed apprezzata dal pescatore di selvatiche. Dobbiamo porre molta attenzione nella scelta dei vermi perché devono avere requisiti ben precisi per ogni tipologia di acqua.

Ricordo ancora una volta l'obiettivo di questa giornata, trote selvatiche che ci daranno filo da torcere. Un pesce selvatico ha maturato nel tempo la malizia necessaria per riconoscere l'insidia. Quindi, una selezione di esche è quello che ci vuole.

E' perfettamente inutile presentarsi sullo spot con livelli molto bassi e vermi giganti, difficilmente riusciremo a catturare bene e con continuità. Al contrario, un verme di terra di dimensioni medio-piccole innescato su un amo del n. 8 privato dell'ardiglione sarà sicuramente molto più adescante!

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