La Pesca a Corona alla Trota in Torrente

Un capolavoro musicale di Fabrizio De Andrè e Massimo Bubola è certamente la canzone Franziska, nella quale sono contenuti i seguenti versi, anche se non consecutivi:

Marinaio di foresta senza sonno e senza canzoni
Questa notte dormirai col suo rosario stretto intorno al tuo fucile

Be', con dovuta licenza poetica, tali versi potrebbero descrivere esattamente il pescatore al tocco di torrente, ossia un uomo amante dell'acqua che scorre tra i boschi (marinaio di foresta), che non riesce a dormire o a rilassarsi cantando durante le notti antecedenti le battute di pesca.

La mente vaga e rivanga senza alcuna tregua. E poi il sonno, seppur disturbato, magari arriva, e nella cantina il fucile del pescatore (la teleregolabile, che però non è forzatamente letale come un fucile) è appoggiato ad uno spigolo con un rosario avvolto.
Già, il rosario per la pesca al tocco.

Altra genialità scaturita dalla creatività del campione cuneese Bernardino Cesano. Uno spezzone di filo di nylon su cui vengono schiacciati diversi pallini di piombo duro. Il risultato è una corona di pallini, che ricorda molto le corone del rosario.

Indubbiamente la corona è la montatura più utilizzata nella pesca al tocco. E' molto versatile e può essere adattata ad un gran numero di condizioni di pesca, sia su pesce selvatico sia su pesce d'immissione.

E su questo punto si gioca la principale differenza nell'azione di pesca con la corona. In effetti le trote selvatiche preferiscono un'esca presentata naturalmente, ossia semplicemente trasportata dalla corrente.

Le trote d'immissione, invece, provenendo da allevamenti intensivi, non hanno la più pallida idea di cosa offra la natura come alimentazione naturale e dunque, spinte da competizione alimentare ed aggressività congenita aggrediscono volentieri esche in forte rotazione, che stimolano fortemente la loro linea laterale.

Quali sono le corone da preferire a seconda dell'azione di pesca? La risposta a tale domanda potrebbe richiedere pagine e pagine, se ogni pescatore fornisse la propria personale soluzione. In definitiva, come ogni sport, ogni pescatore sviluppa particolari tecniche, legate al suo condizionamento mentale ed esperenziale.

Certamente, però, è possibile tracciare delle linee guida su come realizzare una corona. Poi starà al singolo pescatore riuscire a leggere l'acqua in ogni singola circostanza di pesca, in modo da adattare perfettamente la propria lenza all'ambiente del momento.

Per generalizzare e semplificare, è possibile considerare tre condizioni del corso d'acqua che s'affronta:

  • Acque basse con poca corrente;
  • Acque medio-profonde con media corrente;
  • Acque profonde con corrente sostenuta.

Oltre a ciò è necessario considerare se si vogliono pescare trote selvatiche o trote d'immissione, senza dimenticare che anche tale suddivisione generalista perde il suo fondamento, allorché le trote modificano il proprio comportamento, per fattori ambientali vari ed eventuali.

Sostanzialmente si potrebbe concludere che le condizioni del corso d'acqua influenzano il peso e la lunghezza della corona da utilizzare, mentre il comportamento della trota da adescare condiziona il tipo di corona da utilizzare.

Per una trattazione esaustiva delle corone da pesca, dunque, è opportuno dapprima presentare le montature generali più utilizzate, per poi analizzare come e quando variarne la fattezza, per adattarsi ad ambienti e pesci particolari.

In onore al padre del tocco, Bernardino Cesano, cominciamo ad analizzare la sua corona.

La corona di Cesano

La corona di Cesano è caratterizzata da pallini di piombo equidistanziati di 6 cm. E' ideale per pescare in passata naturale, presentando al pesce un'esca come farebbe Madre Natura a pesci selvatici. La lunghezza della corona, il numero e la dimensione dei pallini di piombo, varia sensibilmente a seconda del tipo di acque.

Cesano consigliava per le acque alpine della sua terra, il cuneese, una lunghezza della corona di 120 cm, utilizzando un nylon con diametro del 22, con pallini del 4 in numero variante da 13 a 16. Chiaramente tale consiglio è assolutamente efficace se si pesca in acque profonde con forte corrente.

Nel caso la corrente e la profondità siano inferiori, è assolutamente necessario ridurre anche la lunghezza della corona e il peso dei singoli pallini. Per acque medie si potrà utilizzare 1 m di lunghezza con piombini del 3 o del 3.5, mentre con acque basse e lente, la lenza potrà essere ulteriormente accorciate ed alleggerita.

Fondamentale è anche ridurre il diametro dello spezzone di nylon, calando col peso della corona. Un filo del 20 andrà benissimo in acque medie. Un filo del 18 in acque basse. Da non dimenticare è il particolare accorgimento di utilizzare un finale con un diametro inferiore  a quello della corona. In caso d'incaglio, purtroppo alquanto frequente, si perderà solo il finale, salvando la corona.

La corona caricata

Ecco la corona da gara, da pesce immesso. Indubbiamente la corona più utilizzata dagli agonisti e da chi insedia trote d'immissione. Tale corona è costituita da pallini la cui distanza diminuisce avvicinandosi alla fine della corona.

Dunque tale corona appare con una concentrazione di pallini nella sua parte finale e chiaramente non consente un'azione di pesca naturale, ma assolutamente artificiale e finalizzata al controllo totale dell'esca in rotazione. In effetti, grazie a tale corona, si possono pescare efficacemente le trote “a vista”, manovrando millimetricamente l'esca.

In più consente la tecnica più adescante per le trote d'immissione: la risalita dell'esca rotante controcorrente. Un'esca che ruota controcorrente è un invito irresistibile per trote provenienti da allevamenti, poiché risveglia pienamente il loro istinto predatorio, esaltato dalla fascia di sensori di pressione costituita dalla linea laterale.

Come si costruisce tale corona? Semplicemente con pallini distanziati a scalare. Le combinazioni possono essere le più fantasiose. Non è necessario elaborare strani conti matematici. Alcuni addirittura scommetterebbero che se i pallini non venissero posizionati a distanze di 5.7 cm o 4.3 cm non si prenderebbe una sola trota.

Chiaramente ognuno ha la sua tecnica sacra e non giudicabile. Ma la cosa più importante è il pescatore, non la distanza tra pallini. Per semplificare enormemente potremmo descrivere una corona caricata, realizzata nel seguente modo: cominciando dall'alto metteremo 4 pallini a 6 cm, 3 a 5 cm, 3 a 4cm, 3 a 2.5 cm e, per finire, 3 a 1.5 cm.

Lunghezza e diametro del nylon varieranno a seconda delle acque, come già precisato per la corona di Cesano. Per acque profonde qualcuno arriva addirittura ad utilizzare corone lunghe 1.5 m, mentre per acque basse, anche 70-80 cm.

La corona rovescia

La corona rovescia è una corona che viene realizzata, contrariamente alla corona caricata, con pallini a scalare più concentrati verso l'alto e meno verso il basso su uno spezzone di filo lungo 120-130 cm di diametro dello 0.20 o dello 0.22.

Le distanze tra pallini saranno saranno quelle della corona caricata, ma applicate al contrario. Questa corona è ideale per adescare trote selvatiche, quando risultano molto sospettose, poiché i pallini che si diradano verso il basso, lasciano il finale libero di muoversi naturalmente sospinto dalle correnti del fondale.

La lenza con la corona

Una lenza completa per pescare con la corona prevede un segnafilo, che può essere costituito anche da un fiocco di lana. Sotto il segnafilo è opportuno prevedere una girella con moschettone, al quale agganciare la corona, delimitata all'estremo superiore da un'asola o da una girella ed all'estremo inferiore da una girella tripla, per meglio evitare le torsioni del finale.

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