La seppia è usata come innesco in qualsiasi condizioni di pesca, dal surfcasting autentico alla pesca con mare poco mosso. E’ economico e altamente catturante, il suo maggior punto di forza è nel richiamo visivo del bianco della sua carne.
Molti pescatori di bolentino, esperti utilizzatori del totano e del calamaro come esca, sono soliti spellarne con cura i mantelli e ammorbidirne il tessuto con un batticarne. Si utilizzano i pestacarne a martello, quelli con le teste “a spillo” (con gli spunzoni per intenderci).
Dopo aver leggermente battuto il mantello preventivamente aperto e steso su una superficie piana (un piccolo tagliere per esempio) se ne ricavano delle striscioline da mettere sull’amo. E’ importante battere bene la superficie esterna del mantello, quella a contatto con la pelle, più coriacea rispetto alla superficie interna.
La seppia può essere innescata in diversi modi, in questa sede vi spieghiamo come si realizza la striscia di seppia:
Si infila su un ago una striscia di mantello di seppia (è importante che sia fresca), lunga 15 cm e larga 1,5 al massimo 2 cm. prima di trasferire l’esca su un amo 2 tipo o’shaugnessy, avvolgetela con tanti giri di filo di lycra per tutta la sua lunghezza.
Questo innesco è grande, attirante, resistente ai piccoli morsi di pagelli bastardi e tracine e può piacere ai saraghi, spigole e orate.
Per la pesca a mare mosso consigliamo l’impiego di uno short rovesciato fatto con nylon dello 0,40. Per la pesca a mare calmo meglio un long arm steso sul fondo e fatto con fluorocarbon dello 0,32.
L’innesco della seppia funziona bene alle prese con tutte le specie tipicamente invernali e per insidiare contemporaneamente sia i predatori che i grufolatori.
Insomma un’esca duttile ed efficace, che fallisce solo con mare troppo calmo, situazione in cui innescare un pezzo di calamaro o di gomma da masticare non fa alcuna differenza.