Montature da Pesca con Galleggiante all’Inglese. Guida Completa per Realizzarle

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Dopo aver parlato di canne, mulinelli e monofili adatti per la tecnica d'Oltremanica, vediamo adesso di inquadrare bene il resto degli accessori per concludere il panorama di chi si vuole avvicinare alla pesca all'inglese.

Entreremo con il passare del tempo ancora più nei dettagli andando a sviscerare la tecnica dura e pura associandola ad ogni spot di pesca. Restate collegati...

Il galleggiante

Questo accessorio è davvero la parte più caratteristica della pesca all'inglese perché è appeso alla lenza solo da una parte e non in asse con il filo come in tutte le altre tecniche.

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In origine, il galleggiante all'inglese era una semplice penna di pavone, ma l'evoluzione della tecnica ha prodotto un'infinita varietà di modelli.

Comunque, la vecchia distinzione tra le categorie degli straight (semplice penna di pavone) e dei bodied (penna di pavone con un “corpo” in balsa) rimane ancora validissima e a queste due categorie ne possiamo aggiungere una terza che è quella degli “insert” che sono del tipo bodied o straight, ma sono dotati di un'antenna realizzata in materiali vari, ma assai più sottile della penna che costituisce lo stelo del galleggiante.

Questi sono i modelli destinati alla pesca dei pesci più difficili ed hanno una loro validità in molte situazioni.

Guida all'acquisto dei galleggianti

Per andare a pescare con la tecnica inglese occorre avere una selezione sufficientemente ampia di galleggianti, ma non si pensi di doverne possedere delle decine. Quando si ha qualche straight da 2 - 6 grammi e dei bodied da 10 a 20 grammi, si può esser certi di poter affrontare quasi tutte le situazioni.

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La cosa più importante è che tutti i modelli siano dotati di un dispositivo che idealmente moltiplica il numero dei galleggianti presenti nel nostro bagaglio da pesca. Ci riferiamo alla cosiddetta “zavorra ad anelli”. La possibilità di poter variare a secondo del bisogno la portata del galleggiante rende ciascun segnalatore adatto a più tipi di pesca.

Togliendo anelli al galleggiante e aggiungendo piombo sulla lenza in pari quantità, si modifica l'azione di pesca adeguandola alla situazione che ci troviamo di fronte.

Le alette

I galleggianti più pesanti, destinati ai lunghi lanci, sono spesso dotati di alette direzionali esattamente come le frecce.

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Questa utilissima invenzione permette ai galleggianti di filare via velocissimi senza la minima perturbazione della traiettoria e permette lanci molto più precisi e, soprattutto, lunghi.

In ogni caso, ripetiamo che le alette hanno un senso solo per galleggianti di portata superiore ai 15 grammi, con i quali si possono raggiungere e superare i 40 metri di lancio.

L'antenna

I galleggianti destinati ai lunghi lanci hanno un problema: la visibilità. A grandi distanze, infatti, la semplice estremità della penna di pavone semplicemente colorata, anche se con colori fluorescenti, si vede con difficoltà.

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Se poi le condizioni di luce non sono ottimali, non si vede niente.

Ecco perché sono nate le antenne cave, sia di tipo normale che quelle chiamate “fischioni” che non sono altro che tubetti in plastica trasparente colorati con vernici fluorescenti ed applicati all'estremità del galleggiante.

Il principio è semplice: la plastica trasparente viene attraversata dalla luce che rende ancora più brillante la vernice gialla o rossa fluo con cui è verniciata.

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Queste antenne si vedono perfettamente anche a 80 metri di distanza, perfino in condizioni di luce proveniente di fronte e non vengono minimamente avvertite dal pesce in abboccata perché sono cave e l'acqua con cui si riempiono durante l'affondamento viene scaricata dagli appositi fori.

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Il trucco del campione

Quando non si dispone di “fischioni” o di antenne cave traslucide e le condizioni di luce cambiano rendendo quasi invisibile un galleggiante con antenna rossa o gialla, può essere conveniente cambiarne il colore. Soprattutto nelle giornate nuvolose con acqua a specchio di colore grigio, uno dei colori più visibili risulta il nero.

Ecco perché tra gli accessori del pescatore non deve mai mancare un pennarello indelebile nero. Passando il feltro sull'antenna colorata, si copre tutto con il nero ed il galleggiante risulta di nuovo visibile. Basterà passare sull'antenna un batuffolo di cotone imbevuto di alcool e si potrà tornare al colore originale.

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I piombi

Le lenze per la pesca all'inglese si piombano quasi esclusivamente con i pallini spaccati classici, ma per questa tecnica occorre essere in possesso di particolari pallini di grossa dimensione di solito poco usati per pescare alla passata.

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Sono pallini in piombo morbidissimo che possono essere applicati al filo con la semplice pressione delle dita, ma la cosa più caratteristica sono le sigle che contraddistinguono questi piombi e che sono: SSG, AA e BB.

Tipica anche la grammatura: un SSG pesa 1,68 grammi, il doppio di un AA (0,84 g) che, a sua volta, pesa il doppio di un BB (0,42 g). Questa cosa non è di poco conto, perché su molti galleggianti la portata stampata sopra è espressa proprio con queste sigle.

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Dunque, se su un galleggiante trovate la sigla 3AA, vuol dire che ha una portata di piombo pari al triplo di un piombo AA cioè 2,52 g.

Come pescare con la tecnica inglese

Come abbiamo ripetuto più volte durante questo articolo, la pesca all'inglese è basata principalmente sulla semplicità e sull'essenzialità, ma un altro particolare di cui tenere sempre conto è il giusto dimensionamento dell'attrezzatura che non deve mai essere troppo pesante o troppo potente.

Tanto per dare un esempio, provate a pensare quale distanza si riesce a raggiungere con un galleggiante classico di almeno tre grammi montato su una bolognese: sicuramente più di 20 metri. Bene, con una canna all'inglese di 4,20 m, un galleggiante di pari peso e il filo dello 0,12 in bobina, possiamo tranquillamente arrivare ad una distanza doppia.

Questo accade principalmente perché la gran massa del piombo è concentrato presso, se non addirittura all'interno del galleggiante, se si usano quelli con la zavorra variabile ad anelli. Con questo esempio, abbiamo dimostrato la superiorità della tecnica inglese, almeno per quei posti di pesca in cui l'acqua è ferma, o quasi, e bisogna disporre di una lenza leggerissima anche per la pesca a distanza.

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Il concetto “on the drop”

Gli inglesi, hanno una cura maniacale per le esche e la pasturazione. Curano soprattutto quest'ultima in modo da sfruttare al massimo le potenzialità del posto.

Sono fortissimi soprattutto con i bigattini a fionda che sanno dosare perfettamente, ma, in definitiva, non è che sia poi così difficile imparare se si è dotati di un minimo di sensibilità.

La pesca “on the drop”, che tradotta in italiano non è altro che una sorta di pesca in caduta (dell'esca in acqua), si verifica nelle acque prevalentemente ferme quando, per effetto della continua pioggia di pochi bigattini per volta, il pesce tende ad alzarsi dal fondo e a prendere al volo l'esca che cade verso il basso.

E' nel seguire il movimento dei pesci dal basso verso l'alto o vice versa, che si capisce perfettamente quale adattabilità abbia questa tecnica di pesca. Per questo consigliamo di provare i montaggi che seguono.

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Lenza 1

Con questa lenza si può iniziare a pescare ed è costituita da un galleggiante da 3AA (2,5 grammi circa) che vanno messi tutti intorno alla base del galleggiante, mentre sul filo si dispongono solo due pallini: uno del n.8 a circa metà distanza tra amo e galleggiante e uno del n.10 vicino al nodo del finale che dovrebbe essere lungo da 30 a 40 cm collegato con una girella semplice del n. 20.

E' un buon montaggio con il quale si possono esplorare gli strati alti dell'acqua, ma che lavora discretamente anche sul fondo, se non è eccessivo.

Generalmente, questa è una lenza che rende per un tempo discretamente lungo e presenta l'esca in modo molto naturale grazie soprattutto alla grande leggerezza della parte terminale. Dopo un tempo ragionevolmente lungo durante il quale non si abbiano più abboccate, bisogna cambiare tattica e, soprattutto, lenza.

Lenza 2

In pratica, si tratta di una modifica della “lenza 1” che cambia il modo di presentare l'esca. La modifica riguarda la disposizione dei pallini. In pratica, si porta quello dell'8 a contatto con quelli presso il galleggiante e si sposta quello del 10 al posto di quello dell'8. Il risultato è di ottenere una lenza che scende verso il fondo al rallentatore.

Per rendere ancora più efficace questo montaggio, è opportuno diminuire il diametro del finale e la misura dell'amo, innescando un singolo bigattino e fiondando spesso con poche larve per volta, cercando di allargare il più possibile la rosata per richiamare i pesci da un'area che sia la più grande possibile.

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Lenza 3

Qualsiasi tecnica di pesca si metta in atto, si sa, non dura all'infinito, quindi è prevedibile che dopo un tempo che può essere molto variabile, anche la pesca con la “lenza 2” finisca.

Di solito, accade che il pesce tenda ad allargarsi, insospettito dai continui tonfi del galleggiante lanciato e dal dibattersi dei pesci allamati. In questo caso occorre sostituire il galleggiante con un un po' più pesante che ci permetta di esplorare gli spazi che si trovano alcuni metri oltre l'area pasturata in precedenza.

Un AAA in più ci darà il peso sufficiente a lanciare 4 o 5 metri in più e si pescherà sul fondo mettendo un pallino del n.6 a metà distanza tra il galleggiante e l'amo, un n.8 a metà distanza tra il n.6 e l'amo e un pallino del 10 tra l'8 e l'amo.

Il montaggio scorrevole

Quando la profondità dell'acqua supera la lunghezza della canna ed è necessario pescare sul fondo, non c'è altro da fare che impiegare dei montaggi scorrevoli esattamente come si fa con la bolognese.

Il montaggio scorrevole, qualsiasi esso sia, prevede la realizzazione di un nodo di stop e l'inserimento sul filo di una piccola perlina. Questa ha la funzione di bloccare il nodo di stop che passerebbe facilmente attraverso il grosso foro della girella posto alla base del galleggiante.

Vari sono i modi di realizzare una lenza scorrevole.

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Lenza 4

Si inserisce la perlina sul filo e vi si infila anche il galleggiante. La sua corsa verso il basso viene bloccata da due pallini del numero 6. Sotto a questi, ad una distanza di circa il doppio della lunghezza del galleggiante, si fa un “bulk”, cioè un gruppo di piombi AA (da 4 a 6), circa un metro sotto si mettono 4 pallini del n.8 e 50 cm sotto, ancora due pallini dell'8.

E' una lenza che non è bellissima da veder volare, perché in aria ha un comportamento un po' strano in quanto non fila via molto lineare, anzi, sfarfalla un po', ma si evitano molti garbugli che con la pesca a scorrevole possono essere frequenti, soprattutto se tira vento.

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