Perché ?
Nella pesca al colpo o alla passata, l'azione di pasturazione è di fondamentale importanza per far giungere sul posto di pesca i pesci. Sono loro che devono venire da noi e non noi ad andare da loro.
Quest'ultima azione si fa in altre tecniche di pesca come la pesca a mosca, lo spinning e in foce quando si pesca con esche particolari.
Durante la stagione fredda, il pesce si trova in una strana situazione: ha bisogno di calorie per i suoi processi vitali, ma nello stesso momento è un po' intorpidito dall'acqua gelida che sottrae calore al suo corpo. Il primo istinto per un pescatore sarebbe quello di usare delle pasture particolarmente forti e ricche dal punto di vista nutrizionale.
In effetti, con alcune specie e in certi luoghi questo riesce a muovere il pesce in modo molto deciso, ma il più delle volte non è così, anzi, è proprio con delle pasture delicate e povere che si prendono più pesci o, almeno, certi pesci.
Poca, ma buona per i piccoli
Andando ad insidiare ciprinidi come scardole, triotti, breme, gardon ed altre specie che non raggiungono a grandi dimensioni, bisogna sempre tenere presente un fatto e cioè che il numero di pesci presenti è sempre ridotto, almeno rispetto alla buona stagione e che la loro fame non è mai eccessiva, nel senso che basta poco per saziare il loro stomaco.
La strategia, dunque, deve essere rivolta verso una pasturazione leggera in tutti i sensi. In altre parole, si deve pasturare poco, con continuità, evitando forti concentrazioni in tempi ristretti per poi interrompere la nostra azione.
Meglio evitare la pasturazione pesante iniziale: si parte con una pallina e poi a ritmo regolare si continua a gettare pastura in acqua adeguando i tempi e le quantità in base alla risposta: si rallenta se il pesce mangia poco, si infittiscono i lanci, magari aumentando un po' la dimensione delle palline, se la giornata promette bene e le mangiate si susseguono.
Alla base della composizione di una pastura per questa pesca c'è il pane comune macinato fine. Si può arrivare fino al 50% di presenza in pastura. Le sostanze dolci sono importanti, per cui un buon 20% di farina di biscotti è fondamentale.
Con i grassi bisogna andarci piano. Uno degli ingredienti più usati dai pescatori è rappresentato dai semi di canapa macinata e tostata più o meno a secondo del grado nutrizionale che si intende dare. Più la canapa è tostata e minore sarà il potere nutritivo. Altri semi da aggiungere alla pastura possono essere quelli di lino, ma non è il caso di superare la quota del 15%.
In caso di acqua molto corrente, può essere valida l'aggiunta di farina d'arachide che ha un potere legante molto forte, ma in questo caso, per il grande potere calorico di questo ingrediente, meglio ridurre la quantità degli altri semi oleosi.
Per completare la pastura si può aggiungere anche del colorato (giallo o rosso) di quello appositamente creato per la pesca. In questo caso non c'è nemmeno bisogno di aromatizzare l'impasto.
Molta e potente per i grossi
I grandi pesci di fondo, carpe, carassi, grossi cavedani e barbi, necessitano di quantità di pastura piuttosto elevate e anche abbastanza pesanti dal punto di vista nutrizionale.
Le pasture per questi pesci sono un po' più complesse di quelle viste sopra e, anche se la base è sempre il pane (fino al 35-40%), deve aumentare la quantità di semi oleosi come arachide, lino e canapa e non devono essere tostati, ma utilizzati al naturale.
Pastoncino e biscotti entrano ancora nella composizione, ma in questo caso i biscotti devono essere i frollini, che sono più dolci, grassi e nutrienti. Per la pesca dei grossi ciprinidi sono da raccomandare diversi ingredienti particolari.
Ad esempio, il formaggio e la farina di crisalide del baco da seta sono due ingredienti che non possono mancare nelle pasture per il barbo e per il cavedano, ma anche le grosse scardole ne sono ghiotte.
Possono essere impiegate in percentuali che vanno dal 10 al 20%, mentre per le grosse carpe è da consigliare l'aggiunta di pellets macinati, che contengono molta farina di pesce o farine più complesse come il PV1 che è un alimento complesso per l'allevamento del bestiame che è particolarmente gradito ai pesci di fondo e che, inoltre, ha un peso specifico e un potere legante notevole, due proprietà preziose per una pastura da fondo. Il PV1 si trova nei migliori negozi di articoli da pesca che hanno un fornito reparto pasture.
Da non dimenticare, per i grossi ciprinidi, il tourteau di mais che viene ottenuto dalla spremitura a caldo del mais per l'estrazione dell'olio. Questa farina si bagna con abbondante acqua e quando è ben inzuppata si usa per bagnare la pastura. Si può usare in ragione di circa 250 grammi (peso asciutto) per ogni chilo di pastura.
Quando bagnare
In inverno, le pasture hanno bisogno di più tempo perché la bagnatura sia da considerare perfetta.
Per questo consigliamo di prepararla la sera precedente l'uscita di pesca, aggiungendo, eventualmente, altra acqua al momento dell'uso, se è troppo asciutta.
Un altro metodo consiste nel bagnare la pastura direttamente sul posto, ma utilizzando dell'acqua calda. In questo caso, non solo la bagnatura sarà molto più rapida, ma il calore esalterà sapori ed odori di ciascuna farina.
Come appesantirla
In inverno il regime delle acque è piuttosto vario, ma in genere ci troviamo a pescare con acque alte e veloci. Questo significa che una pastura, per quanto pesante e legante, possa non riuscire ad arrivare sul fondo e qui lavorare lentamente sfaldandosi a regola d'arte.
In questi casi non c'è niente di meglio che aggiungere all'impasto della terra, della semplice terra che può essere prelevata dai campi circostanti o anche dalla riva del fiume.
La cosa più importante è che la terra sia “pulita”, cioè priva di sostanze che possono far scappare i pesci a “pinne levate”. Ad esempio, non si deve usare terra di campo dove sia stata fatta una concimazione con concimi chimici, ma anche terra nella quale siano finiti degli idrocarburi come gasolio o benzina o altre sostanze dall'odore forte e repellente.