Pesca alla Trota. Prepariamoci all'apertura

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Scegliere di aprire la stagione della in un corso d’acqua classificato a ciprinidi ma popolato anche dalle trote può essere molto redditizio, spesso non in termini numerici ma per la taglia o la qualità delle trote catturate.

E’ indubbio che la pesca alla trota la si immagina sempre in uno spumeggiante torrente di montagna e questo, diciamocelo, è anche un’immagine corretta di una tecnica di pesca veramente avvincente specie se si svolge in un contesto ambientale di alto livello, come lo sono i torrenti di alta montagna sia alpini che appenninici.

Purtroppo però il periodo dell’apertura non è molto adatto per affrontare con successo questi ambienti di pesca a causa delle basse temperature dell’acqua e dell’aria, delle presenza di neve e ghiaccio e spesso anche di poca acqua.

E’ vero che pescando benissimo, leggeri quanto basta e di corsa, nelle prime fasi del giorno, sondando i punti più profondi e soprattutto avendo la certezza di essere i primi, qualche cattura la potremo sempre realizzare, ma per molti il desiderio, dopo tanto tempo di digiuno forzato, è quello di farsi una bella pescata magari anche in un corso d’acqua con una discreta portata e senza troppa concorrenza oppure in un torrentello di collina bello e ricco di splendide postazioni, dove le trote ci sono ma non sono la specie prevalente.

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Un’utopia? Forse no e vediamo perché!

Una scelta alternativa

Molti sceglieranno i tratti ripopolati con materiale pronta pesca, qualcuno, come ho fatto io per anni tratti che alternano selvatiche e pronta pesca ed altri saliranno sempre e comunque in montagna.

Noi questa volta vi proponiamo qualcosa di diverso ed alternativo e per trovare tranquillità, temperature e condizioni spesso ideali per qualche bella cattura, sceglieremo di effettuare l’apertura in uno dei corsi d’acqua sia del piano che di medio alta collina, classificati a ciprinidi e non a salmonidi. Naturalmente pescando in corsi d’acqua importanti i tratti migliori sono quelli immediatamente a valle del confine tra la zona a salmonidi e quella a ciprinidi oppure quelli mossi caratterizzati da correnti che si alternano a veloci e profonde piane.

Interessanti anche i torrenti di collina non classificati che spesso ospitano nelle loro acque poche trote ma spesso da sogno. Qui, dove barbi, cavedani e vaironi sono i padroni di casa, la trota è un ospite spesso anche poco gradito perché presente quasi sempre con esemplari di ottima taglia che crescono molto grazie alla ricchezza di cibo, qui molto superiore rispetto ai classici corsi d’acqua di montagna.

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La minutaglia è tanta e le sponde di terra, durante le piene cedono volentieri ed in grande quantità vermi ed animaletti vari. In una sorta di Discount alimentare del genere, diverse trote giunte a valle con qualche piena o semplicemente da qualche affluente, decidono di rimanerci specie se le acque, anche in estate, non diventano troppo calde.

In una condizione del genere l’accrescimento è notevole e spesso, quando terriamo una trota, questa è di buona taglia e di ottima qualità. Certo è che qui non siamo in un classico torrente di montagna tutto sassi e buchette, ma spesso ci cimentiamo in spot larghi oltre i venti metri e che alternano tratti interessanti ed altri assolutamente da scartare.

Quindi la prima prerogativa che deve avere un pescatore che decide per un’esperienza del genere è la voglia di camminare alla ricerca dei punti migliori, in genere rappresentati da tutte le postazioni che la nostra esperienza ed il nostro senso dell’acqua ci fanno supporre la possibile presenza di qualche bella trota.

Quindi occhio ai manufatti, agli alberi caduti in acqua, alle radici sommerse, ai tratti mossi e profondi, alle prismate, alle tane e soprattutto alle correnti di inizio di ogni buca.

Per affrontare con successo questi ambienti la canna ideale è senza dubbio una , una otto metri che consente anche il lancio, ma specie ad inizio stagione e con le acque fredde, anche l’impiego di una ottima 10 metri può essere molto redditizio specie se abbinata ad un mulinello caricato con del filo dello 0.20, molto utile per guadagnare metri in fase di lancio.

Personalmente in acque del genere preferisco pescare a spirale o a pendolino, cercando di impiegare grammature leggere che ci consentono di raggiungere il fondo ed eseguire lunghe passate in modo molto naturale.

Essenziale è anche l’impiego di terminali lunghi e sottili abbinati ad ami non troppo grossi e molto leggeri in modo da presentare il nostro verme agli occhi del pesce come se non fosse innescato su di amo legato ad un terminale e tenuto sul fondo da una zavorra.

La spirale la utilizzo normalmente quando il pesce è un po’ più attivo mentre il pendolino lo ritengo insostituibile quando si devono eseguire lunghe passate non troppo veloci, condizione tipica del periodo dell’apertura.

Come esca, tenendo fuori il pesciolino morto, il verme di terra o d’acqua di piccole o medie dimensioni è l’unica che ritengo adatta al momento.

Camminare, scrutare, scegliere dove pescare e farlo con grande convinzione insistendo con molta cura nei punti più promettenti ci consentirà senza dubbio di catturare qualche bella trota, magari in compagnia di qualche grosso cavedano o di un barbo europeo XL, che ci faranno battere il cuore fino all’ultimo nella speranza di aver ferrato la trota dei nostri sogni.

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Torrenti di alta e media collina

Allo stesso tempo esistono anche tanti corsi d’acqua minori di alta e media collina che non sono classificati a salmonidi ma che invece, nelle loro acque, ospitano un certo numero di trote, spesso frutto di vecchie semine di avannotti effettuate nei pressi delle loro sorgenti. Qui le cose sono un po’ più semplici perché la pesca si avvicina molto a quella che si pratica in montagna.

Teleregolabile di 8-10 metri, piccolo mulinello a bobina chiusa caricata con dello 0.22 – 0.24 bianco o giallo fluo, un segnalenza e come zavorra una delle classiche impiegate in torrente: corona, spirale, piccola biglia, spaccatine o stick da montagna.

Si opera sempre a risalire pescando in maniera classica e quindi sondando con la canna estesa al massimo tutte le postazioni più promettenti avendo cura di insistere di più nei punti profondi ed in prossimità delle tane. In caso di acque velate occhio anche ai fine buca ed ai due sottoriva, spot che in queste condizioni idriche vengono scelti dalle trote per stare in caccia.

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Interessante segnalare come, sia nei corsi d’acqua più importanti che nei torrenti, in questo periodo dell’anno siano sempre i punti più profondi quelli in grado di regalare qualche bella cattura, soprattutto per il fatto che qui le trote possono mettersi tranquille in attesa del cibo senza disperdere preziose energie.

Sia pescando in torrente che in corsi d’acqua più grandi consiglio a tutti di dotarsi di un piccolo guadino meglio se con rete in silicone, da posizionarsi dietro la schiena utilizzando una clip magnetica di Stonfo o un pratico button service con catenella.

Questo consente di recuperare il pesce agevolmente ed eseguire senza nessun problema le operazioni di slamatura tenendolo in acqua. Importantissimo ricordarsi di utilizzare ami senza ardiglione e soprattutto di ferrare al volo in modo da allamare il pesce in bocca, soluzione ideale per un rapido ed incruento rilascio, oggi d’obbligo per tutti i pescatori che hanno a cuore la salvaguardia dei pesci e delle acque.

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Il fattore M

M come Meteo, la variabile che deve farci riflettere molto circa lo spot da scegliere.

Se da giorni è freddissimo e non piove l’acqua sarà poca ovunque e quindi meglio optare per la prima scelta che vi abbiamo proposto.

Se invece piove e le acque sono alte ed in montagna nevica niente di meglio di un torrente di media collina che si presenterà con acque alte e velate e soprattutto non troppo fredde a causa del fatto di avere le sorgenti proprio in collina dove non c’è neve. In questo caso i fiumi ed i corsi d’acqua del piano potrebbero essere troppo alti e scuri mentre basta salire un po’ e stare sotto la quota neve per avere ottime possibilità.

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