Pesca con la Bolognese dalla Scogliera. La Montatura con Floating Feeder

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C’è una tecnica specifica e molto efficace per insidiare a galla le numerose specie ittiche che invadono il sotto costa? Certo che c’è! E parte proprio dall’impiego di un galleggiante particolare che si differenzia da quelli classici impiegati solitamente per la pesca a bolognese.

Questa tipologia di galleggiante, infatti, non svolge solo la funzione di segnalatore di abboccata, ma funge anche da pasturatore, ed è proprio questa sua capacità di assolvere a due funzioni contemporaneamente che lo rende unico nel suo genere. Stiamo parlando del galleggiante pasturatore.

La peculiarità di questo galleggiante consiste nella capacità di pasturare in maniera precisa e delimitata proprio in corrispondenza dell’amo innescato, concentrando così in un punto ristretto la pastura, limitandone la dispersione e richiamando pertanto i pesci in un ambito circoscritto. In questo modo le larve cadranno a pioggia dalla superficie e affonderanno lentamente, confondendo tra di loro anche quelle che ricoprono l’amo.

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Questa tecnica può essere impiegata con successo in svariati ambiti caratterizzati sia su alti che bassi fondali, risulta vincente, infatti, dalla spiaggia ma anche dalla scogliera e all’interno dei porti pescando sia dalle banchine che dai pontili galleggianti.

Chiaramente, a seconda del luogo di pesca, varieranno le tipologie di specie insidiabili. Dalle scogliere, sia naturali che artificiali, nonché dalle spiagge miste, le prede più frequenti saranno saraghi, occhiate e spigole, mentre in ambito portuale diventa più frequente la cattura dei cefali delle varie specie.

GALLEGGIANTE PASTURATORE

Il galleggiante pasturatore, assomiglia molto ad un semplice galleggiante all’inglese. Infatti è dotato di una lunga asta trasparente con al suo apice un alloggio porta starlight dove è stata inserita un’astina fluorescente gialla o rossa.

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Alla base dell’asta trasparente, appena sopra la piombatura, è incastonato un pasturatore regolabile dotato sulla parte centrale del corpo di un’apertura principale che permette di caricare lo stesso con i bigattini, e due aperture secondarie, più piccole, le quali a seconda delle necessità possono rilasciare più o meno larve.

Invece le due estremità, superiore ed inferiore, sono dotate rispettivamente di quattro fori assai più piccoli capaci di rilasciare ciascuno non più di una larva per volta. Inserita e solidale nella piombatura è presente un’asola metallica all’interno della quale andrà passata la lenza madre; Questo segnalatore, infatti, così come il galleggiante all’inglese, non prevede di essere montato in line, bensì in deriva.

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COSTRUZIONE DELLA LENZA

La tecnica di pesca e la relativa lenza sono molto semplici ed essenziali. Il finale, lungo un metro abbondante e terminante con il relativo amo, sarà legato alla lenza madre mediante un nodo di sangue ed in prossimità di quest’ultimo, verrà schiacciato un pallino del numero 11.

Questo avrà il compito di far affondare l’apparato pescante in maniera perpendicolare alla superficie dell’acqua, in modo tale che l’amo innescato vada a posizionarsi esattamente sotto alla “pioggia” di bigattini che fuoriescono dal galleggiante pasturatore.

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Un metro più su verrà fermato il galleggiante mediante due stopper del numero 8, uno sopra ed uno sotto. Tra i due ci sarà un “gioco” di circa dieci centimetri, in questo modo, quando il pesce mangerà, non avvertirà il peso e la resistenza offerta dal galleggiante, non accorgendosi dell’insidia, e ingoiando pertanto l’esca che cela l’amo al quale rimarrà irrimediabilmente allamato.

Adiacentemente allo stopper di sopra è possibile schiacciare, all’occorrenza, un pallino del numero 10 qualora durante le fasi di lancio e di pesca lo stopper non riuscisse a resistere alle sollecitazioni ad esso impresse. Sostanzialmente, tra l’amo ed il galleggiante ci saranno circa due metri, la distanza intercorrente a nostro avviso ottimale per questo tipo di tecnica.

AMBIENTE E ORARIO

Per quanto riguarda le condizioni meteo-marine questa tecnica si presta bene per affrontare situazioni di pesca caratterizzate da tempo stabile e mare calmo o poco increspato. In queste condizioni, infatti, riusciamo a pescare perfettamente sulla pastura.

Al contrario, in situazioni di mare formato, la maggiore corrente nonché l’estrema leggerezza della lenza impiegata, ci farebbero invece andare ”fuori pesca”, diminuendo notevolmente le possibilità di cattura.

Tale tecnica, inoltre, risulta essere prettamente diurna, in virtù del fatto che durante la notte il pesce tende ad affondarsi e difficilmente riesce a trovare al buio larve così piccole fluttuanti in mezzo all’acqua.

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Come al solito, specialmente in condizioni di alta pressione, cruciali saranno gli immancabili momenti di alba e tramonto. In tali circostanze dobbiamo cercare di ridurre gli errori al minimo e mantenere il sangue freddo in quanto frequentemente si susseguiranno abboccate a raffica, e causare parrucche con la lenza o strappi per la troppa fretta vorrebbe dire perdere momenti di pesca preziosi riducendo notevolmente le possibilità di cattura.

ATTREZZATURA

Solitamente, per affrontare un po’ tutti gli spot di pesca, utilizzeremo bolognesi della lunghezza di sei o sette metri, abbinate a mulinelli di taglia 2500-3000.

Le canne non dovranno essere troppo morbide, né tanto meno avere un’azione di punta, bensì parabolico-progressiva, in modo da poter gestire il peso stesso del galleggiante pasturatore, il quale è disponibile in commercio in due misure, 8 e 15 grammi, almeno per quanto riguarda i prodotti a marchio Stonfo. Tali pesi, infatti, rendono più impegnativa l’azione di pesca, e l’utilizzo di canne inadeguate andrebbe certamente ad influire negativamente sull’azione di pesca, sia in fase di lancio che di ferrata.

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Per quanto riguarda la scelta dei terminali da impiegare, ci orienteremo su di un nylon dello 0.16 in bobina, mentre per quanto riguarda il terminale utilizzeremo un fluorocarbon oscillante tra lo 0.12 e lo 0.16, a secondo del luogo di pesca prescelto e delle prede che andremo ad insidiare.

Chiaramente se la nostra battuta si svolge da una spiaggia mista o dalla scogliera e le prede che insidieremo maggiormente saranno occhiate e saraghi, dovrà essere tutto maggiorato. Ci orienteremo pertanto verso diametri dello 0.14-0.16 per quanto riguarda il finale, mentre la misura degli ami varierà tra il 14 ed il 16. Viceversa se ci troveremo all’interno di un porto, o comunque sia in uno specchio d’acqua caratterizzato da corrente pressoché assente e moto ondoso nullo, prediligeremo la scelta di un terminale dello 0.14 terminante con un amo del numero 18.

Anche l’innesco varierà a seconda che ci si ritrovi nel primo o nel secondo caso. Dalla scogliera per occhiate e saraghi può essere vincente l’impiego di un boccone più corposo, composto da due o tre larve.

In ambito portuale, invece, le prede principali saranno cefali e spigole, pertanto l’innesco dovrà essere maggiormente curato, le larve innescate nel caso siano due, dovranno essere appena appuntate dal lato più stretto del bigattino, nel caso invece si ricorra all’innesco di una larva singola, quest’ultima verrà appuntata per circa metà del suo corpo, in modo tale da confondersi perfettamente con le larve che fuoriescono dal galleggiante pasturatore.

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L’azione di pesca consisterà nel caricare quest’ultimo all’interno della sacca dei bigattini al fine di non disperdere parte delle larve durante la fase di caricamento, successivamente regoleremo il flusso di uscita di quest’ultime a seconda dell’intensità di corrente o della velocità di svuotamento riscontrata.

Al fine di ottenere una fuoriuscita dei bigattini ottimale consigliamo vivamente di non caricare troppo il galleggiante pasturatore, in quanto una volta in mare, l’adesione generata dall’acqua tra le larve e la sua superficie interna tende a fare da tappo, e a non permettere lo svuotamento dello stesso nel caso di eccessivo caricamento.

Una volta individuato il punto preciso di pesca secondo noi più congeniale, cercheremo sempre di lanciare in quel medesimo punto, al fine di concentrare sempre la pastura nello stesso luogo. I lanci si ripeteranno ciclicamente, ad intervalli regolari di circa 10 minuti, in modo tale da permettere il completo svuotamento del galleggiante pasturatore.

Una volta che i pesci saranno entrati in pastura le abboccate si susseguiranno con buon ritmo e le occasioni di effettuare buoni carnieri non si faranno certo attendere.

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