Spigola: Morfologia, Habitat, Alimentazione e Tecniche di Pesca

Spigola 2

Denominata “la Regina dei mari”, la spigola ha un corpo allungato e argenteo dotato di due pinne dorsali. In Italia è presente in pressochè tutte le coste della penisola, e rappresenta una delle prede più ambite per il suo fascino innato.

La torbidità dell’acqua è il parametro più importante da considerare nell’aspetto alieutico: la spigola infatti preferisce cacciare nelle foci, dove acqua dolce e salata si mescolano, oppure nei porti o in vicinanza di scarichi urbani, dove vi è la presenza di detriti organici e biologici.

Spigola 1

La marea influisce positivamente quando è crescente, mentre con marea calante le possibilità scendono sensibilmente. La spigola ama cacciare nei momenti in cui le condizioni del mare le permettono di sferrare i suoi agguati senza essere vista dalla preda: quando l’acqua è mossa, il fondo viene risollevato e  il pesce diventa meno attento  alle insidie dei predatori .

Per quanto riguarda gli orari più fruttuosi l’alba e il tramonto saranno i momenti topici, ma nei porti e nelle foci molto produttiva è anche la notte.

Spigola 4

Le tecniche per insidiare questo fantastico predatore sono molte:

PESCA A FONDO

Si pratica con canne robuste con lunghezza anche oltre i 4 metri e mulinelli rotanti o a bobina fissa sui quali va montato un filo con un diametro che parte dallo 0,35 mm. Si possono usare montature con piombo scorrevole o fisso a uno o due ami. Una delle esche più indicate è è la tremolina, ma si possono utilizzare vermi come bibi, americano, coreano, oppure tranci di sardina, seppia, calamaro.

PESCA ALL’INGLESE

Questa tecnica permette di effettuare lanci lunghi senza dover usare una piombatura pesante, dal momento che si utilizzano galleggianti di forme diverse e particolari, piombati all’estremità inferiore. La canna adatta a questa pesca può essere telescopica o a innesti, con un alto numero di anelli e con azione e potenza di lancio variabile. Maggiore sarà il peso da lanciare, più rigida sarà l’azione della canna.

Spigola 5

PASSATA

Viene così chiamata in quanto il galleggiante in acqua, compie un vero e proprio tragitto dal punto di lancio, spostato lentamente dalla corrente. E’ una tecnica molto utilizzata in ambiente fluviale e nelle foci, che si pratica con canne molto anellate, e con galleggianti di tutti i tipi. Le esche più utilizzate sono i bigattini e i gamberetti vivi che vanno innescati per la parte finale della coda.

TRAINA

E’ la tecnica principale da effettuare dalla barca. Normalmente è praticata sui fondi bassi o su risalite e relitti dove non ci sono batimetriche importanti. L’utilizzo dell’ecoscandaglio risulta vincente per trainare con precisione il più possibile vicino ai fondali. Si utilizzano canne abbastanza leggere da 2 a 16 lb, con mulinelli adeguati caricati con monofilo e un finale dallo 0,28 allo 0,35 per una lunghezza di 20 m circa. Sono indicate le esche naturali preferibilmente vive, come l’anguilla piccola, l’aguglia, il cefalo e la seppia, o anche quelle artificiali preferibilmente affondanti.

SURFCASTING

Spigola 3

Nel surfcasting è praticata la tecnica della teleferica: una volta effettuato il lancio, si fa arrivare l’esca attraverso un passante scorrevole, in modo che questa venga salvaguardata. Vengono utilizzati tutti i vermi, dal coreano all’americano, mentre per insidiare esemplari più grandi viene usato il muggine vivo o l’aguglia.

SPINNING

E’ una tecnica decisamente produttiva soprattutto in condizioni meteomarine favorevoli. Si utilizzano canne con una potenza media e  con un’azione moderata che consentano di manovrare bene gli artificiali. Questi posso essere di varie tipologie, dai monnows, ai walking’ the dog, ai piccoli popper da utilizzare in superficie. Sui fondali sabbiosi posso essere utilizzati anche jig dressati in materiale sintetico o naturale. Ottimi in ogni situazione i vermoni in silicone.

Articoli correlati