Storia ed Evoluzione del Minnow

Minnow

Oggi i processi di apprendimento e di acquisizione delle informazioni ha subito una accellerazione impressionante, anche nella pratica della pesca sportiva, e i giovani spesso e volentieri potrebbero dare lezioni ai pescatori più navigati (dai quali, però, non devono mai scordare di attingere dalla preziosissima risorsa dell'esperienza).

Attualmente è più probabile che un pescatore incontrato sulle sponde di un torrente stia lanciando un modernissimo e ultra performante minnow di ultima generazione piuttosto che un ondulante o un vecchio minnow in balsa, ignorando però, spesso, di come si sia arrivati ad ottenere quelle esche artificiali così valide e catturanti.

Facciamo un tuffo nel passato e scopriamo un po' come si sia evoluta la storia del “pesciolino artificiale” che tante soddisfazioni ci ha regalato e ci regala oggi come quasi un secolo fa.

Il padre del “minnow” moderno è senza dubbio il mitico Lauri Rapala, boscaiolo e pescatore finlandese che negli anni '30 creò un pesciolino in legno intagliato a mano e dotato di una paletta che ne favoriva un movimento in acqua simile a quello di un vero pesciolino ferito o in difficoltà. 

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L'efficacia di quel primo artificiale è stata così elevata da far nascere vere e proprie leggende intorno alle esche realizzate da Lauri Rapala, come ad esempio che li sostituì all'utilizzo delle reti per la pesca professionale o che, in una sfida con dei sui commilitoni durante la seconda guerra mondiale catturò più pesci lui con i sui minnow che gli sfidanti con la dinamite!

Il successo dei pesciolini artificiali prodotti da Rapala  lo portò ad iniziare una produzione in serie ed il relativo commercio, coinvolgendo anche i figli che ancora oggi mandano avanti l'azienda. Per rendersi conto di quanto negli anni questi artificiali abbiano continuato a dimostrarsi catturanti basti pensare che “Rapala” è divenuto per lungo tempo vero e proprio sinonimo di “pesciolino artificiale”. 

Negli anni i minnow hanno beneficiato dello sviluppo di nuovi materiali, forme e studi sul bilanciamento dei pesi, ma il concetto di base resta quello intuito da Lauri Rapala: rapporto fra galleggiabilità del corpo e zavorre e paletta che favorisce il movimento sull'asse in seguito all'attrito con l'acqua durante il recupero.

Il minnow “moderno” in stile Rapala però ha degli antenati che molti appassionati pescatori a spinning non hanno mai nè visto nè sentito nominare, e dei “cugini” diciamo così, americani nati da intuizioni simili ma necessità differenti.

Le prime imitazioni di un pesciolino utilizzate per la pesca risalgono al 1800, quando in Inghilterra era prodotto e molto diffuso il “Phantom minnow” o “False minnow”. 

Tale antenato del minnow moderno era composto da una testa in metallo con forma a proiettile e recante due alette laterati leggermente piegate per dare un movimento ondeggiante e un corpo realizzato con materiali di recupero quali stoffa, pelle (spesso di pesce) e seta. 

All'anellino di testa erano legati uno o due cordini con due o tre ancorette tenute in posizione appuntandole leggermente sul corpo stesso dell'artificiale.

Nel 1859 l'americano Riley Haskell creò la prima esca a forma di pesce imitativa e con dettagli quali pinne, occhi e scaglie. Il movimento di quest'esca però era quello ottenuto dalla rotazione della porzione terminale e della coda, montata su un asse metallico.

Nel 2004 un particolare, e rarissimo, modello di quest'esca della lunghezza di 10 pollici fu venduto per ben centomila dollari!

Il periodo più prolifico per lo sviluppo di nuove tipologie di esche artificiali fu, senza dubbio, fra la fine del 1800 e i primi anni del 1900.

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Intorno al 1892 in Inghilterra erano molto diffusi il “caledonian minnow”, il “protean minnow” ed i “devon minnow”, esche che sfruttavano più un movimento ondulante ed irregolare piuttosto che vibrazioni su un asse longitudinale. 

Fra queste i devon sono esche ancora oggi molto utilizzate, e, nonostante nella forma ricordino vagamente un pesce sono una variante di esche rotanti e più affini ai cucchiaini.

La prima esca in legno fu probabilmente la “Comstock Flying Hellgramite” costruita da Harry Comstock nel 1883. Più simile ad un insetto che ad un pesce e dotata di due elichette che ruotavano sul recupero.

Mentre per rivedere un esca a forma di pesce bisogna andare al 1885, quando Cornelius Lie realizzò la “Gorge lure”. Questa esca imitava le fattezze di un pesciolino ed era una via di mezzo fra un ondulante ed un metal jig. 

La particolarità che la rende unica è che gli ami non sono collegati esternamente ma facevano parte del corpo stesso dell'esca essendo nascosti al suo interno e bloccate da un meccanismo a scatto che rilasciava le due estremità appuntite e dotate di ardiglione solo al momento dell'attacco da parte di un pesce. In tal modo le due estremità andavano a bloccarsi nell'apparato boccale del pesce.

I primi anni del 1900 però sono gli anni dei plug americani, con le creazioni di Heddon, W.Shakespeare jr., Creek chub, south bend, Pflueger, Rush, Mills e molti altri.

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La produzione americana dei primi anni del 1900 fu incredibilmente prolifica e diede vita ad una miriade di esche spesso stravaganti e assolutamente lontane dall'imitare un pesciolino o qualche potenziale preda.

Tali esche introducevano il concetto della validità del movimento, delle vibrazioni e dell'azione in acqua a discapito di una fattura estremamente realistica ed imitativa di qualche essere vivente.

Tra il 1898 ed il 1901 Heddon creò il primo plug (ancor prima realizzò ed uitlizzò proficuamente l'imitazione di una rana), chiamato “Dowagiac Expert minnow” la cui silhouette ricorda più un sigaro che un pesce e la cui azione attrattiva era dovuta ad un anello posto vicino all'estremità anteriore. 

Si tratta di un antenato delle attuali esche top water del quale parleremo più approfonditamente in seguito.

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