Innesco Micidiale: il Polpo Manovrato

Polpo Manovrato

L’uso del polpo manovrato si configura come una tecnica ibrida a metà tra il bolentino e il vertical jigging: se dal bolentino attinge all’uso dell’esca naturale, del vertical sfrutta alcune importanti caratteristiche come ad esempio il movimento dell’esca, la costante ricerca dello spot e la precisione dell’azione di pesca.

Utilizzando il sistema del polpo manovrato, l’esca viene rivitalizzata tramite jekerate e movimenti che imitano perfettamente quanto farebbe un cefalopode. Inoltre l’azione di pesca risulta molto attiva e incisiva, soprattutto quando si utilizza anche l’ecoscandaglio e il plotter: avremo modo infatti di sondare il fondale con passate precise.

Ad attirare l’attenzione dei pesci, in sostanza, sarà il richiamo irresistibile della loro preda naturale, capace di proporre fin dentro la loro tana l’appetibilità dell’esca.

Per manovrare il polpo in maniera veritiera, più che una serie di lenti richiami verso l’alto, dovremo imprimere all’esca una sorta di incerto e scomposto saltellio nelle immediate adiacenze del fondale.

Sarà opportuno compiere continui movimenti di canna, che porteranno l’esca a staccarsi dal contatto diretto con il fondo per risalire di un paio di metri al massimo. A questo gesto potremo poi affiancare qualche breve camminata portando l’innesco intorno al pozzetto o lungo la murata della barca.

Il polpo manovrato risulta un’esca micidiale per i pesci di tana come la cernia, ma anche per dentici e prai: per insidiarli in maniera diretta sarà preferibile staccarsi maggiormente dal substrato roccioso richiamando l’esca con almeno 3-4 giri di mulinello dal fondo.

La pesca con polpo o seppia manovrata, soprattutto se volta alla cattura di grossi predatori di fondale, non ammette compromessi.

Le attrezzature devono essere potenti, sicure e possibilmente leggere visto che l’intera battuta di pesca si svolge con canna in mano facendo compiere continui saltelli sul fondale al nostro polpo armato.

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