Montature per Pesca alla Trota in Torrente : il Pallettone

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Marzo è, sicuramente, uno dei mesi più difficili per la pesca nei torrenti appenninici. Le temperature nelle ore centrali del giorno iniziano ad alzarsi e, immediatamente arriva il disgelo che pregiudica molto le condizioni di pesca del nostro spot preferito.

Diventa prioritario affrontare il torrente fin dalle prime luci dell’alba con la speranza che qualche trota sia disposta ad abboccare, anche perché appena il liquido diventa troppo freddo e saturo di schifezze varie il gioco si fa veramente duro, non impossibile, ma duro.

La neve mi piace, non vedo l’ora che arrivi l’inverno per vedere i “miei” torrenti imbiancati, percorrerli e restare nell'ovattato silenzio affascinante creato da questo clima grazie alla coltre bianca.

Mi piace sapere che le trote se ne stanno lì, tranquille, innamorate, pronte a creare un nuovo ciclo di vita per la gioia dell’ecosistema e di noi pescatori che, come ho detto più volte, sono i veri gestori della natura e dei corsi d’acqua.

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L’odio, nel senso ludico del termine, verso tutto questo arriva puntuale come la sveglia che suona e annuncia l’uscita di pesca in Appennino.

Un’uscita primaverile povera di catture proprio perché appena le temperature si alzano, le trote inizieranno a cessare del tutto l’attività, tra l’altro nemmeno troppo evidente fin dalle prime luci dell’alba, momento in cui l’acqua non risente ancora dell’influenza della neve disciolta, poiché ancora in forma cristallina sulle cime più alte.

Questo è il mese di marzo, povero di catture, ma ricco di emozioni forti, anche perché è un mese per pescatori veri che sanno quello che fanno, che affrontano questa situazione con la giusta cognizione di causa, coronata spesso da pochissime, ma interessanti catture.

Ricordatevi questo concetto, non è assolutamente vero che le trote ed altri pesci in genere non si cibano con l’acqua da neve, rallentano solo la loro attività, ma questo non vuol dire che non riusciremo ad avere ragione su di loro.

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Ovvio, dobbiamo aguzzare l’ingegno, affinare la tecnica ed il gioco è quasi fatto. L’esperienza in questi casi gioca un ruolo rilevante sia dal punto di vista strategico che per quanto riguarda la zavorra più idonea da impiegare per far fronte alle situazioni diverse che si possono presentare durante la pescata, soprattutto per quanto riguarda il livello idrico “comandato” dallo scioglimento della neve. Maledetta neve!

Affrontiamo il torrente

Come abbiamo detto sopra, dobbiamo entrare nell’ordine di idee che l’appuntamento deve essere posizionato alle prime luci dell’alba, quando ancora la temperatura pungente ci fa capire che la primavera, quella vera è ancora lontana. In un torrente dove la presenza di neve all’alto ne influenzerà il livello idrico e la temperatura, disporremo di poco tempo per avere ragione su quei pesci ancora in caccia, poi, se la giornata è particolarmente fredda e la temperatura esterna rimane bassa e costante senza salire troppo, potremo pescare con successo tutto il giorno. Questa è la situazione di pesca migliore.

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Comunque anche con acqua da neve, come si dice in gergo, qualche cattura la possiamo comunque effettuare sempre, basta sapersi accontentare!

Scegliere lo spot

Importantissima diventa la scelta dello spot di pesca, soprattutto per quanto riguarda il tratto di torrente da affrontare, per i motivi che andremo a descrivere.

In condizioni idriche compromesse come quelle che troveremo, dobbiamo puntare il dito su tutti quei tratti caratterizzati da pozzi naturali, briglie, correnti con buona profondità e ostacoli sommersi, inutile andare a pescare in tratti di torrente caratterizzati da correnti basse, poche schiume e nessun ostacolo anche perché in questo periodo le trote, salvo eccezioni che, però, non confermeranno mai la regola, difficilmente le troveremo in tratti poco profondi anche perché la temperatura dell’acqua, in questi siti, sarà molto più fredda e meno confortevole rispetto a tutti quei tratti citati all’inizio.

Nelle correnti, in questo periodo, vi si sposteranno solo se avremo un rialzo del livello idrico, per tornare nella postazione di origine appena questo torna alla normalità.

Comunque, un repentino rialzo del torrente in questo periodo potrebbe essere anche infruttuoso in fatto di catture anche perché potrebbe essere il risultato di un innalzamento delle temperature che, talvolta anche aiutate dalla pioggia, scioglieranno tutta la neve ed il corso d’acqua diventerà una striscia nera, le trote cesseranno l’attività fino a che tutto non tornerà come prima. Ottima la piena seguente.

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Il pallettone: l’asso nella manica!

Non è ancora il momento di spingere sull’acceleratore, i motori devono stare al minimo, le trote sono ferme e vanno pescate nel modo giusto.

L’acqua di neve sta facendo il proprio lavoro, un lavoro sporco che non aiuta il pescatore. Ci viene incontro il pallettone, una zavorra concentrata che ci permetterà di presentare al pesce un’esca in modo naturale, ma allo stesso tempo più statica.

Con questa zavorra “lavora” solo il finale e la sua lunghezza dovrà essere rapportata alla portata idrica.

L’azione di pesca con il pallettone non è proprio facilissima, soprattutto se si affrontano corsi d’acqua caratterizzati da fondale ciottoloso di media grandezza e, per di più, come si dice in gergo, “che ha le mani”.

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Se affrontiamo il corso d’acqua in maniera errata lasceremo tutti i pallettoni incagliati al fondo. Per ovviare a questo problema sono principalmente due le soluzioni:

- Agire sempre sotto la punta della canna, cercando di stare a stretto contatto con la zavorra, trattenerla e rilasciarla, senza perdere mai il contatto con il fondo.

- Utilizzare pallettoni adeguati alla portata d’acqua, se utilizziamo zavorre troppo pesanti si rischiano gli incagli oltre a una innaturale e, quindi, errata presentazione dell’esca.

Se il vostro senso dell’acqua non è troppo sviluppato e fate fatica a capire quanto piombo occorre in realtà, l’unico sistema sarà quello di provare varie grammature fino a che non trovate quella giusta. Lo capirete dal numero di catture e dagli incagli che si ridurranno a vista d’occhio.

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Esche, inneschi & ami adeguati

Abbiamo capito che siamo in una situazione di emergenza in fatto di catture. Tranne qualche sporadica trota che si farà vedere alle prime luci dell’alba, dopo diventa veramente dura. Una volta capita la situazione e abbiamo adeguato le zavorre, tocca alle esche.

Su pesci apatici, svogliati e selettivi dobbiamo impiegare esche di piccole dimensioni per invogliare le trote all’abboccata. Lombrichi e camole saranno le due esche naturali più utilizzate ed apprezzate dalle trote.

Per un’esca di piccole o medie dimensioni dobbiamo impiegare ami leggeri e di grandezza adeguata.

Inutile impiegare un’esca di per sé leggera innescata su un amo pesante, rischieremo di vanificare tutta l’azione di pesca.

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