Pesca alla Passata: Barbi e Cavedani in Fiume

Pesca alla Passata 8

Considerata la più diffusa fra le tecniche di acqua dolce, la pesca alla passata non è facile come potrebbe sembrare. Ecco i piccoli segreti e le malizie per catturare i ciprinidi più furbi delle nostre acque: i barbi ed i cavedani.

La pesca alla passata è sicuramente quella più praticata dai pescatori italiani di acque interne. L'abbondanza di posti in cui si può praticare è tale che si è diffusa in tutto il nostro Paese.

La pesca alla passata prende il suo nome dall'azione caratteristica del pescatore che fa scorrere la sua lenza sotto la spinta della corrente. Si può esercitare ovunque esista un minimo di corrente, quindi nei fiumi, nei canali e nei torrenti.

Ci occuperemo oggi della pesca in fiume, cercando di scoprire le tecniche migliori, i segreti dei pescatori più esperti e le attrezzature e gli accessori necessari per avere i migliori risultati.

Pesca alla Passata 1

La canna bolognese

La tipica canna bolognese è una telescopica lunga da 4 a 8 metri dotata di anelli per il passaggio del filo posto all'estremità di ciascun pezzo.

L'impugnatura ha il meccanismo di blocco per il piede del mulinello, di solito posta circa a metà di questa. Per pescare alla passata occorre una bolognese abbastanza leggera, dato che viene impugnata anche per molte ore di pesca, ma, soprattutto, deve avere un'azione "di punta" tendente poi a progredire nella curva, cioè deve avere una flessibilità maggiore nella parte terminale, rispetto al resto della canna.

Questo permette di avere un'elasticità notevole che risulta molto utile sia durante il lancio che per il recupero della preda, ammortizzando le fughe della stessa.

Guida all'acquisto 

Il mercato offre un'infinità di modelli di canna bolognese. Le misure di 6 o 7 metri sono quelle che consigliamo perché offrono le maggiori possibilità di pescare in quasi tutte le situazioni.

Per quanto riguarda la potenza della canna, meglio scegliere modelli adatti al nostro scopo, quindi più strong per la pesca con lenze e terminali pesanti e light per quelle più leggere.

Oggi esistono canne della misura indicata, in carbonio, a prezzi veramente accessibili a tutte le tasche. Ovviamente, il prezzo aumenta con la qualità e i materiali impiegati per la realizzazione della canna.

Per iniziare, basta un economica bolognese di sei metri in carbonio.

Pesca alla Passata 5

Il mulinello

Complemento indispensabile per la canna bolognese è il mulinello. Il tipico mulinello per la pesca alla passata è quello detto a bobina fissa sulla quale l'archetto avvolge il filo di nylon.

Il mulinello è una macchina abbastanza complessa dotata di ingranaggi, cuscinetti a sfere e di meccanismi rotanti e di scatto la cui realizzazione, oggi, richiede una tecnologia piuttosto avanzata.

Uno dei meccanismi più importanti è la frizione, cioè il meccanismo che permette la fuoriuscita controllata del filo quando è sottoposto alla trazione del pesce. Se la frizione è ben regolata, si possono prendere pesci di peso molto superiore al carico di rottura del filo utilizzato.

Importante anche il rapporto di recupero che indica la quantità di filo recuperato per ogni giro di manovella.

Guida all'acquisto

Un mulinello adatto alla pesca alla passata deve avere un peso compreso tra 200 e i 300 grammi ed avere un rapporto di recupero circa di 5:1, che indica che per ogni giro di manovella l'archetto compie 5 giri. La bobina deve contenere almeno 150 m di filo dello 0,16 mm.

Quando si sceglie il modello da acquistare, bisogna leggere attentamente le caratteristiche dichiarate dal costruttore sulla scatola ed uno dei dati più importanti è il numero di cuscinetti a sfere che, in un modello di medie prestazioni, dovrebbe essere sempre non inferiore a 4 o 5.

Il costo medio di un buon modello da passata si aggira intorno agli ottanta euro.

La canna fissa

La più antica canna da pesca è sicuramente la canna fissa, cioè la canna a cui si applica la lenza direttamente all'estremità. Oggi le canne fisse sono tutte telescopiche, vengono prodotte in materiali al carbonio e si possono trovare nelle misure da 4 a 10 metri.

Con questa canna si può effettuare la pesca alla passata esattamente come con la bolognese, solo che il raggio d'azione è molto più limitato perché non si dispone di un mulinello con relativa riserva di filo.

Pur avendo questo limite, la pesca alla passata con la canna fissa è molto più emozionante di quella con la bolognese perché si ha un contatto più diretto con il pesce.

Pesca alla Passata 6

Guida all'acquisto 

La tipica canna fissa per la pesca alla passata è della lunghezza di 8 metri circa, una misura più che sufficiente per pescare quasi ovunque.

È importante scegliere una canna ad azione medio-rigida che, cioè, abbia una potenza sufficiente a pescare sia il pesce piccolo che a combattere grosse prede, ma, nello stesso tempo, con la sua elasticità permetta anche il lancio di lenze leggere.

Questi attrezzi, oggi, sono tutti in carbonio e una buona canna fissa deve avere il vettino "sdoppiato", cioè deve essere formato da una parte cava e da una parte terminale in carbonio pieno, sottilissimo, che con la sua flessibilità agevola il lancio.

Al momento dell'acquisto, assicuratevi sempre che la canna disponga di questo tipo di vettino.

Quando l'acqua corre

Se la corrente è molto forte, occorre montare sul filo un galleggiante a forma di goccia rovesciata.

Pesca alla Passata 9

Questo modello, infatti, è il solo a garantire una tenuta alla corrente sufficiente a rimanere in superficie senza alcun problema.

I modelli migliori vengono costruiti in legno di balsa, l'antenna può essere in plastica o fibra di vetro fluorescenti e la deriva, cioè l'asta sottostante, in metallo o fibra di vetro.

A goccia se l'acqua è lenta

In caso di acqua lenta, il modello di galleggiante da usare è quello con il corpo a forma di goccia che ha una sensibilità eccellente.

Anche in questo caso, l'antenna deve essere colorata con vernici fluo e la deriva può essere in fibra di vetro o carbonio.

Pesca alla Passata 10

L'azione di pesca

Questa tecnica di pesca può essere effettuata in passata naturale, oppure in trattenuta.

Nel primo caso la lenza va fatta scorrere sotto l'effetto della corrente in modo libero. Si lancia a monte della postazione di pesca, si attende che la lenza scenda verso il fondo e poi sarà la corrente che la sposterà verso valle.

Questo modo di pescare si fa generalmente dove la corrente è piuttosto lenta, mentre dove è veloce, bisogna operare la cosiddetta trattenuta per rallentare la corsa della lenza.

La trattenuta si fa alzando leggermente la punta della canna e facendo in modo che il galleggiante risulti rallentato, stando attenti, però, che non esca dall'acqua.

Effettuando la trattenuta, si permette alla lenza di precedere il galleggiante durante la discesa e questo favorisce l'abboccata del pesce al quale viene offerta l'esca nel modo più naturale possibile.

Misurare il fondo

Nella pesca alla passata, l'esca deve sempre essere presso il fondo e, talvolta, appoggiata su di esso. Per questo, occorre che la profondità sia ben conosciuta dal pescatore.

Per misurarla occorre un apposito accessorio che si chiama sonda. Esistono vari tipi di sonda, ma le migliori sono quelle che si applicano direttamente all'amo.

Una volta applicata la sonda, si fa un lancio nel punto nel quale si farà la passata e, se il galleggiante affonda, vuol dire che non si è data sufficiente distanza tra esso e l'amo.

Basta spostarlo e ripetere l'azione fino a che, mettendo in tensione il filo, il galleggiante farà capolino dalla superficie dell'acqua.

Pesca alla Passata 10

La lenza

I montaggi che si possono eseguire per pescare correttamente alla passata sono molti, ma soprattutto uno è particolarmente adatto.

Si fa mettendo i pallini di piombo sul filo a distanza decrescente andando verso il galleggiante. Ad esempio, se tra il primo pallino ed il secondo ci sono 15 cm, tra il secondo ed il terzo se ne mettono 12 e così via fino ad ottenere una "corona" con gli ultimi pallini, quelli che tarano il galleggiante, molto vicini tra loro.

La validità di questo montaggio risiede nel fatto che è facilmente adattabile a diverse situazioni variando la distanza tra i pallini in modo da ottenete una piombatura "corta" per correnti sostenute, oppure "lunga", per pescare in acqua lenta.

L'unico accorgimento da prendere è quello di non stringere troppo i pallini per poterli spostare all'occorrenza senza danneggiare il filo.

La pasturazione

Nella pesca alla passata, la pasturazione si fa sia con gli sfarinati che con i bigattini. Quest'ultimo sistema è quello più utilizzato da tutti i pescatori per la quasi totalità delle acque.

Per lanciare i bigattini in acqua è assolutamente necessario usare le apposite fionde di cui esiste in commercio una varietà enorme di modelli. La tipica fionda da bigattini per la pesca alla passata ha il telaio costruito in resina, in alluminio o queste due sostanze in combinazione, ma ciò che le contraddistingue è la forma dello scodellino nel quale si mettono i bigattini da lanciare e gli elastici.

Per quanto riguarda il contenitore, deve essere piuttosto piccolo, capace, cioè di contenere una manciata di larve. I migliori modelli di fionda hanno lo scodellino in plastica morbida che, anche nel caso di una "fiondata" sulla mano che impugna il telaio, non faccia male.

Gli elastici non devono essere troppo potenti: i migliori, per lanciare i bigattini a distanza di passata, sono quelli cavi con un diametro non superiore ai 3-4 mm.

Gli ami

Pesca alla Passata 2

Il tipico amo per la pesca alla passata è un modello a gambo medio e filo abbastanza sottile per innescare da uno a tre o quattro bigattini.

Le misure ideali vanno dal 22, in caso di pesca difficile, al 14, quando i pesci non si dimostrano particolarmente sospettosi I pesci della passata

Con la pesca alla passata si possono insidiare quasi tutte le specie tipiche del fiume, dalla carpa, al persico, dalla savetta al carassio, ma, certamente, le due specie tipiche di questa tecnica sono il barbo ed il cavedano.

Questi due pesci vivono a stretto contatto fra loro, dividendosi l'habitat, ma hanno abitudini e comportamenti totalmente diversi fra loro. Vediamo alcuni dettagli che ci consentiranno di pescarli in modo corretto

Il barbo 

Pesca alla Passata 7

Il Italia ci sono tre tipi di barbo: il barbo canino, il barbo comune ed il barbo europeo. Tralasciamo il primo che è piuttosto raro, vive in ambienti particolari e raggiunge dimensioni molto modeste (al massimo 20 cm di lunghezza).

Il barbo comune (Barbus plebejus), invece, che è una specie tipica italiana, raggiunge i 40-60 cm di lunghezza e quasi 4 chili di peso. Ha il dorso verde-bruno con piccole macchie scure. Il ventre è bianco-giallastro. Ha 4 caratteristici barbigli sul muso che hanno funzioni tattili e sensoriali per la ricerca del cibo.

Vive su fondi ghiaiosi e sabbiosi e si nutre di vermi, molluschi, larve, crostacei e, allo stato adulto, anche di piccoli pesci.

Si pesca alla passata con lenze abbastanza pesanti (2-8 grammi), con l'esca ben posata sul fondo cercandolo dove la profondità è maggiore nei mesi invernali ed estivi, mentre in primavera si porta nelle correnti rapide e poco profonde dove effettua la riproduzione.

Pesca alla Passata 4

Si pesca alla passata innescando per lo più bigattini su ami dal n°18 al 14 con finali dallo 0,10 allo 0,14. Una volta allamato, reagisce con una forza prodigiosa, per questo è molto ricercato dai pescatori sportivi.

In quasi tutte le regioni italiane il barbo è protetto in periodi che possono variare da regione a regione e si deve rispettare una misura minima, anch'essa variabile.

Da qualche anno si sta diffondendo rapidamente un'altra specie di barbo (Barbus barbus) proveniente dal bacino danubiano. Tratteremo questa specie nei dettagli prossimamente.

Il cavedano

È la specie più largamente diffusa sul territorio italiano e vive in acque profondamente diverse fra loro, ambientandosi senza alcun problema sia nella acque ferme dei laghi che in quelle correnti dei maggiori fiumi.

Il cavedano (Leuciscus cephalus) ha il dorso di colore verde, i fianchi argentei e il ventre bianco. Le squame sono grandi e orlate di nero.

La sua grande diffusione è favorita dal suo facile adattamento alimentare. Si nutre, infatti, di tutto, ma è un pesce noto per la sua grande sospettosità che ne fa una delle prede più ambite dai pescatori.

Pesca alla Passata 3

Si pesca con moltissime tecniche diverse, ma la passata è sicuramente quella più adatta. Per catturarlo, i pescatori devono impiegare fili sottilissimi e ami microscopici. Talvolta, è necessario montare finali dello 0,06mm ed ami del n°24 innescando un solo bigattino.

È un pesce molto sensibile alla pasturazione, ma la sua cattura non è mai continua. Dopo alcune catture, infatti, diventano sospettosi, cessano completamente di mangiare e, spesso, è necessario spostarsi di qualche decina di metri per poterne effettuare ancora.

La sua difesa non è tenace come quella del barbo, ma la sua forza si esprime nei minuti immediatamente successivi alla ferrata, quando è necessario avere la frizione del mulinello ben regolata in considerazione del sottile diametro dei fili impiegati.

Pesca alla Passata 1 Pesca alla Passata 5 Pesca alla Passata 3 Pesca alla Passata 4 Pesca alla Passata 7 Pesca alla Passata 8 Pesca alla Passata 6 Pesca alla Passata 9 Pesca alla Passata 10 Pesca alla Passata 10 Pesca alla Passata 2

Articoli correlati