Scelta ed Utilizzo dei Bigattini Colorati per l' Innesco e per la Pasturazione

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Quante volte, dal nostro negoziante abituale, al momento dell'acquisto dei bigattini chiediamo di mettere nel sacco un pizzico di “colorato” per innescare? La risposta è quasi scontata: sempre.

Nella maggioranza assoluta dei casi, a questo punto, cadono nel sacco un centinaio di larve colorate di rosso.

Molto raramente, insieme alle rosse, ce ne sono altre di diverso colore. In ogni caso, si tratta di un'aggiunta quasi insignificante di larve colorate nella gran massa di bigattini di colore naturale. Questo perché bastano ed avanzano per l'innesco, unica destinazione a cui sono destinate, almeno per noi italiani.

Nelle esperienze maturate all'estero in occasione di viaggi dedicati alla pesca, si nota un comportamento assai diverso da parte dei pescatori di altri Paesi.

In Spagna, ad esempio, la situazione è molto simile all'Italia, mentre in Francia, ma soprattutto in Inghilterra, le cose sono assai diverse.

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Mentre in un negozio italiano o spagnolo troverete una quantità di bigattino bianco che sta al colorato in un rapporto di 50:1, cioè un chilo di colorato ogni 50 chili di naturale, in un qualsiasi negozio inglese ben fornito di esche troverete, in vasche ben separate, bigattini naturali, rossi, gialli, arancio, verdi, bronze, pinkies e altri tipi di larve di mosca in quantità equivalenti nei diversi colori.

I clienti comprano i bigattini colorati e li mettono in scatole separate e, spesso, a secondo del posto di pesca, c'è chi del bianco naturale ne acquista giusto un pizzico per l'innesco e la gran parte delle larve destinate alla pasturazione è costituita dai rossi.

Un perché ci deve essere, ma prima di tutto mi sembra doveroso porsi una domanda: “Ma i pesci, li vedono i colori?” Forse il parere di un ittiologo potrebbe essere interessante, ma non è questo il punto, perché per capire che in certe situazioni il bigattino colorato rende meglio del bianco naturale basta l'esperienza del pescatore.

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Che vedano i colori o che la diversa reattività dei pesci alle esche di colore non naturale sia dovuta ad altro poco importa, l'importante è saperlo e saper applicare questa esperienza.

Una delle maggiori differenze di comportamento esistente tra pescatori di diversa provenienza l'abbiamo già detta sopra: in Italia il bigattino colorato si utilizza quasi esclusivamente per l'innesco, a differenza di quanto fanno gli inglesi che fanno un massiccio uso del colorato, soprattutto del rosso e del bronze, anche come pasturazione.

Perché? Poiché anche i pescatori spagnoli hanno gli stessi usi nostri, mentre quelli del nord della Francia si comportano come gli inglesi, la prima considerazione che viene spontanea riguarda il clima e, soprattutto, la differenza fra la quantità di luce giornaliera, soprattutto nelle stagioni intermedie, esistente tra le regioni mediterranee e quelle più settentrionali.

Poca luce e tinte smorzate, forse sta qui la ragione dell'uso massiccio del bigattino rosso delle regioni del centro-nord Europa. Non sappiamo esattamente come stiano le cose in Germania, ma siamo pronti a scommettere che sono molto simili a quelle inglesi e francesi.

La “questione colore”, comunque, è e rimarrà sempre ragione di discussione fra i pescatori e non solo per chiedersi se i pesci lo distinguono o no.

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C'è, ad esempio, chi è sicuro del fatto che un bigattino colorato innescato e fluttuante su un tappeto di larve bianche risalti meglio e sia visto e preso con ingordigia dai pesci, ma c'è anche chi dice, e può non avere tutti i torti, che presentare ai pesci un'esca diversa da quelle che trovano sul fondo crea sospetto e diffidenza. Vediamo ora le potenzialità e l'uso di alcuni colori in rapporto agli ambienti ed ai pesci.

Il rosso

Una delle basi della pesca in merito alla pasturazione è quella di usare in acque chiare una pastura chiara e in acqua scura una pastura scura. Ora, chi conosce le acque inglesi o francesi, sa che non sono proprio trasparenti, ma hanno un colore naturale tendente allo scuro, in certi casi, addirittura pesantemente bruno.

E' chiaro che la quantità di luce che passa per queste acque è poca e a meno di due metri di profondità se nn c'è buio, poco ci manca. Ecco, allora, che la pasturazione con i bigattini rossi può essere la chiave vincente.

Per esteso, anche nel nostro Paese, dove esistono condizioni di acqua simili, il bigattino rosso impiegato come esca e per la pasturazione possono diventare importanti. Un esempio chiarissimo di quanto detto sopra si ha nell'Arno Pisano.

 
 

Qui l'acqua non è certo un esempio di trasparenza ed il rosso domina in assoluto: dalla pastura, agli inneschi sia di bigattini che di mais. Non dimentichiamo, poi, una questione di importanza notevole. Il rosso è il colore della larva che, in assoluto, è da considerare più naturale per i ciprinidi, cioè il fouillis.

Di questo chironomide, tuttavia, non sempre si può disporre, né per una pescata, né per la maggior parte delle competizioni. L'uso ragionato di raperini rossi in pastura o da soli, in questo caso, può produrre effetti molto positivi.

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C'è, poi, la faccenda del pesce di taglia piccola che da sempre viene pescato prevalentemente con il rosso, sia come innesco, ma anche come richiamo sotto forma di pizzichi di larve lanciate in acqua o mischiate alla pastura.

A questi pescetti piace tanto il rosso che, talvolta, questo può essere considerato un problema e, se si cercano pesci di taglia innescando larve di questo colore, si rischia di essere disturbati dalla minutaglia. A proposito di questo colore, bisogna anche dire che c'è rosso e rosso.

C'è quello brillante, luminoso, ma anche quello tendente al bordeaux, più discreto e meno luminoso. I bigattini di quest'ultimo colore sono da preferirsi quando c'è da fare un innesco misto con il ver de vase: fanno volume, ma non contrastano in modo eccessivo con il resto e se il pesce è particolarmente difficile, questo non va dimenticato.

Il giallo

Quella del bigattino giallo è una buona scelta in acqua molto chiara per tutti i ciprinidi, con le scardole in primo piano. Sarà per la luminosità del colore, ma questa specie ne è molto attratta. Non è un'esca disprezzabile, se innescata a ciuffo, anche per le carpe.

E' probabile che il giallo potenzi il messaggio alimentare simulando il grano di mais. Per certi pescatori del Nord Europa è un'esca irrinunciabile per le grosse breme. Considerando l'uso comune da parte di questi pescatori di pasture molto scure, talvolta nere, un bigattino giallo su una macchia di quel colore è come una lampadina accesa in una stanza buia.

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Che sulle scelte e le ferme convinzioni dei pescatori non ci sia troppo da obiettare, è un fatto, ma è abbastanza strano il rifiuto degli inglesi per questo colore quando vanno a cercare le breme di grossa taglia. Per loro il rosso è una garanzia di successo per questa specie. Paese che vai...

L'arancio

E' un colore abbastanza in uso ovunque in Europa, anche se non a livello del rosso. Diciamo che questo colore può dare dei buoni risultati soprattutto in canali popolati da carassi, soprattutto se di taglia medio-piccola.

Qualche volta diamo a fatti accaduti un'importanza che non meritano, magari cambiamo finale o peso del galleggiante e riprendiamo a prendere pesce dopo una pausa e attribuiamo a quel cambiamento il merito di aver ripreso a catturare.

E' probabile che, anche se non avessimo cambiato niente, avremmo ripreso lo stesso a prendere, perché si trattava di un allontanamento temporaneo del pesce, ma a noi piace pensare così.

Ci piace dare una spiegazione logica che qualche volta non c'è o è tirata per i capelli. Sono cose difficili da dimostrare, ma, nel caso delle esche, quasi sempre, variare tipo e modo di innesco o colore produce degli effetti dimostrabili.

Ecco che con il bigattino arancio, molto spesso, in canali come il Cavo Lama o la Fiuma si invoglia alla mangiata qualche carassio in più in momenti di pesante stanca. Vale la pena ricordare che un arancio molto brillante, quasi fluo, è il massimo per la pesca del pesce piccolo e, in particolare, dell'alborella in acqua torbida o per pescare costantemente nella nuvola della pastura. Non esiste niente di meglio.

Il bronze

Quasi sconosciuto nel nostro Paese, il bigattino colorato di un bel bruno bronzato è il più popolare in Inghilterra. Non c'è agonista o pescatore inglese che non abbia con sé una bella scatola piena di bigattini di questo colore.

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Indubbiamente il colore delle acque inglesi si confà con il bigatto bronze, ma alla base ci deve essere una ragione tecnica più valida che forse va ricercata nell'assomiglianza del colore di questo bigattino con quello di un'esca altrettanto popolare in Inghilterra, cioè del caster immaturo, quello affondante.

Quest'ultimo è un'esca piuttosto delicata che una ferrata nemmeno troppo violenta si stacca dall'amo. La sostituzione della piccola crisalide con un bigattino più o meno dello stesso colore, se la pesca non è troppo difficile e i pesci non vanno troppo per il sottile, garantisce una durata dell'esca maggiore ed evita di dover controllare continuamente l'innesco.

Purtroppo, in Italia i bigattini trattati con questo colore sono difficilmente reperibili, ma sarebbe interessante effettuare delle prove per testarne l'efficacia.

Altri colori

Teoricamente, i bigattini potrebbero essere colorati anche di viola, vista la gamma di coloranti esistente, ma credo che, oltre i colori principali visti sopra, quello che possa avere qualche riscontro positivo sia il verde.

Qualche anno fa, tra i colorati, qualche bigattino verde si trovava, oggi è piuttosto raro. Comunque, a suo tempo, li ho provati e non andavano male. Probabilmente i pesci ne erano attirati per la somiglianza di colore con moltissime larve acquatiche, loro cibo naturale e con i vegetali e sappiamo che molti ciprinidi hanno una dieta nella quale questi hanno un certo rilievo.

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