Il bimini twist nacque per raddoppiare la lenza madre ed aumentare la tenuta al nodo della girella a cui si collega il terminale. Venne ideato per lenze di buon diametro, ma alla luce delle nuove frontiere della traina e del big game, oggi viene usato anche per lenze sottili di nylon e per il multifibre.
Per ottenere il massimo rendimento da questo nodo, possiamo realizzarne una variante che riduce al minimo gli attriti tra i due fili da unire.
Il bimini originale prevede di arrotolare l’uno sull’altro, per 25-30 volte, i due capi di lenza da raddoppiare: poi tenendo i due capi stessi e srotolando forzatamente l’intreccio, si riavvolge il capo libero sui due fili creando una sorta di avvolgimento della lenza su se stessa. La successiva chiusura avviene mediante mezzi colli su entrambi i capi del raddoppio.
La variante in oggetto prevede un massimo di 10 spire, ed il riavvolgimento del capo libero avviene a mano, spira per spira, senza tendere i due capi del raddoppio.
La chiusura del nodo avviene su entrambi i capi del raddoppio, con un solo collo passato più volte: in questo modo il nodo mantiene la stessa tenuta della versione originale, ma non crea il minimo attrito sul filo e si può realizzare efficacemente anche su nylon di piccolo diametro e multifibre.
L’unione tra raddoppio e terminale è il metodo più pratico per ottenere un equilibrio perfetto dell’attrezzatura pescante, mantenendo inalterato il carico di rottura della lenza in bobina. S
i usa prevalentemente nel drifting e nella traina d’altura, ma c’è chi lo applica con successo anche nella traina con il vivo e nel vertical jijjing.
Il sistema più sicuro per collegare il terminale al raddoppio è con il wind on, ma anche realizzando un nodo yucatan si ottiene un risultato più che accettabile.